Open Fiber, Enel è pronta a vendere: l’ok entro fine anno
Nel cda di giovedì aperture sull'offerta di Macquarie: tornerà al board a novembre. L'ultima proposta valorizza il 100% della società della rete fino a 8 miliardi
di Laura Serafini
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3' di lettura
Il consiglio di amministrazione di Enel potrebbe deliberare il via libera alla cessione del 50 per cento di Open Fiber prima della fine dell’anno. La tempistica ancora non è definita, ma quello che appare invece certo è che l’offerta presentata dal fondo australiano Macquarie si è rivelata di grande interesse per il board, al quale è stata illustrata giovedì nei dettagli e nelle sue implicazioni.
L’aspetto più significativo emerso in occasione della riunione del cda è l’aumento del valore del prezzo al quale il fondo è disponibile a comprare la società della fibra: l’enterprise value (equity più debito) si avvicina a 7,5 miliardi, quindi è superiore ai circa 7 miliardi indicati un mese fa in occasione della presentazione dell’offerta vincolante. I 7,5 miliardi sono in ogni caso da considerare al netto dei meccanismi di earn out, e cioè l’ulteriore conguaglio che Macquarie è disponibile a pagare al verificarsi di alcune condizioni, come la realizzazione della rete unica. In quel caso il valore potrebbe arrivare a 8 miliardi.
Ma ci sono altri aspetti rilevanti. L’approfondimento delle varie implicazioni dell’offerta ha consentito di accertare che la valutazione resta invariata sia che Macquarie rilevi il 50% per cento, sia che ne acquisti una quota inferiore. Possibilità prevista nella proposta di compravendita, anche se il fondo non intende andare sotto il 40 per cento del capitale di Open Fiber. Questa opzione è stata prevista da Macquarie per agevolare il processo di creazione della rete unica. Cdp ha infatti espresso l’intenzione di salire in maggioranza nel capitale di Open Fiber, di cui oggi detiene il 50%, e questo è stato messo nero su bianco anche nel Mou firmato ad agosto con Tim e nel quale si disegnava il percorso per arrivare alla costituzione della rete unica.
Per Cdp il 10% di Open Fiber
Dunque a Cdp viene data la possibilità di rilevare una quota del capitale di Open Fiber fino al 10 per cento del capitale. Contatti tra Enel e Cdp in questo senso non sarebbero ancora stati formalmente avviati, ma è evidente che la porta è stata lasciata aperta.
Cosa potrà accadere, dunque, nelle prossime settimane? Non è da escludere che il cda di Enel possa essere chiamato a deliberare l’avvio del processo di vendita già in occasione della riunione del board di novembre (non è previsto che siano convocati cda straordinari per la decisione). Verrà dato mandato a vendere, anche se poi il processo richiederà tempo anche per raggiungere l’accordo con Cdp sulle modalità dell’acquisto della sua quota, che potrà anche non essere contestuale all’ingresso di Macquarie in Open Fiber. Il prezzo di riferimento per Cdp sarà comunque il medesimo e includerà anche l’obbligo a versare eventuali earn out.
Potrebbe però essere necessario più tempo e il via libera a quel punto slitterebbe al cda di dicembre. Ma sarebbe solo una questione di qualche settimana in più. Per il gruppo Enel, tra l’altro, il board di novembre è importante perchè cade a ridosso dell’aggiornamento del piano triennale (quest’anno verrà presentato anche un contestuale piano decennale con i target che il gruppo si prefigge al 2030). Presentarsi agli investitori con un percorso su Open Fiber già definito sarebbe sicuramente apprezzato dal mercato.
Obiettivo cablatura in Sudamerica
La tempistica della vendita della società della fibra italiana, del resto, non è neutrale per l’utility italiana. La quale nei fatti si appresta a uscire dal settore in Italia per poter invece aumentare in modo massiccio la sua potenza di fuoco nella cablatura in Sudamerica, un mercato in forte crescita e nel quale le potenziali sinergie con le reti di distribuzione possedute dal gruppo nell’area non sarebbero irrilevanti. A partire dalla fine del 2020 e per tutto il 2021 Enel ha la possibilità di esercitare l’opzione per aggiudicarsi il 100% del capitale di Ufinet, uno dei principali player della fibra in America Latina: il costo oscilla tra 1 e 2 miliardi, valore che va definito con il fondo partner di EnelX, Sixth Cinven Fund, sulla base della crescita avuta dalla società negli ultimi anni.
Nel momento in cui Enel vendesse la quota di Open Fiber incasserebbe circa 3 miliardi di euro al netto del debito, con una plusvalenza rispetto agli investimenti effettuati negli anni di circa 2 miliardi. Cifra che si avvicina molto a quanto andrebbe pagato per portare la quota posseduta un Ufinet dal 21 per cento attuale al 100 per cento del capitale.
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