Opium, il profumo dello scandalo di Yves Saint Laurent che conquista il mondo
«Sarà il profumo dell’imperatrice della Cina»: così nasce l’idea, nei primi anni 70, della fragranza che evoca un Oriente magico e il mistero di terre lontane e sogni proibiti
di Marika Gervasio
I punti chiave
3' di lettura
«Sarà il profumo dell’imperatrice della Cina»: così nasce l’idea, nei primi anni 70, di Opium, profumo creato dallo stilista Yves Saint Laurent evocando un Oriente magico e il mistero di terre lontane e sogni proibiti. Una fragranza che si è evoluta negli anni con le sue varie declinazioni - l’ultima è Black Opium Le Parfum - diventando, tra mille polemiche dovute al suo nome, quello di una droga, il profumo di maggior successo della maison di moda. Creato dai maestri profumieri Jean Amic e Jean-Louis Sieuzac of Roure, riporta in auge i profumi orientali in voga negli anni 20 e 30 con un mix di resine e spezie che il couturier chiama «fiori di fuoco».
Un flacone che rompe gli schemi
Rompe gli schemi anche il flacone creato da Pierre Dinand che si ispira all’Inrô e al suo netsuke: l’inrô è un piccolo contenitore appeso alla cintura dei samurai per immagazzinare le loro medicine, l'oppio, per lenire i dolori del combattimento. La novità per l’epoca è la combinazione di plastica e vetro. Questo è stato anche uno dei primi flaconi di profumo non trasparenti. Nessuno degli elementi del design corrisponde allo standard del mercato della profumeria di quel tempo: il colore rosso sangue della plastica, che evoca una lacca cinese e la fragranza visibile solo attraverso la finestra; il filo nero arricchito da una nappa couture.
Cinque anni dopo, nel 1977, viene lanciata la nuova creazione di Saint Laurent con un messaggio: con il suo nome provocatorio, Opium è il profumo della sovversione, tra la sensualità e la dipendenza sfidando i preconcetti dell’epoca. Il lancio francese è avvenuto, in Avenue Marceau, davanti a giornalisti selezionati e amici dello stilista tra cui Truman Capote, Jackie Kennedy, Cher e la potentissima direttrice di Vogue America, Diana Vreeland.
Successo oltre le previsioni di vendita
La fragranza è stata un successo immediato. Le previsioni di vendita per il mercato francese sono state moltiplicate per quindici. A un mese dal suo lancio, il marchio non riesce più a tenere il passo con la domanda e in trenta giorni genera, in Europa, più vendite di Chanel N°5 in un anno. E ci vuole un anno intero prima che si possano produrre quantità sufficienti per ogni mercato.
In alcuni Paesi, le liste d’attesa si allungano di giorno in giorno. Altri, come la Cina e l’Arabia Saudita, vietano il nome Opium troppo provocatorio tanto che viene cancellato dai flaconi. Negli Stati Uniti, il lancio viene posticipato fino al 1978, dopo che un’inchiesta federale stabilisce che non incoraggia l’uso di droghe. I newyorkesi accorrono per vedere una giunca cinese ormeggiata nel porto della città, stravagantemente addobbata con i colori di Opium.
Fanno parlare anche le campagne pubblicitarie legate alla fragranza come quella lanciata nel 2000 con la modella Sophie Dahl ritratta completamente nuda, distesa su un tappeto sui cartelloni pubblicitari. Tanto scandalosa che viene bandita nel Regno Unito. Nel 1979 Opium ottiene il riconoscimento FiFi Award come miglior profumo femminile dell’anno e come migliore campagna pubblicitaria. Nel 1993 viene inserito nella Fragrance Hall of Fame.
La nuova tendenza nel mercato delle fragranze
Segnato dal successo e dallo scandalo, Opium avrebbe creato una nuova tendenza sul mercato delle fragranze. Come diceva Saint Laurent: «Una parola magica, una parola chiave, la chiave del più segreto dei pensieri, che apre la porta a un sogno».
Pochi mesi fa la maison Ysl Beauté ha lanciato Black Opium Le Parfum, una versione più intensa di Black Opium caratterizzata dall’aroma del caffè espresso che incontra il bouquet floreale caratteristico della fragranza precedente e si fonde con quattro tipi di vaniglie nere. Il tutto racchiuso in una boccetta preziosa e ipnotica color nero glitterata, realizzata con il 15% di vetro riciclato.
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