FRONTE SOVRANISTA

Orbán: se i Popolari mi cacciano pronto ad allearmi con Kaczynski

Orban respinge l'ultimatum del Ppe, 'non cederemo'

2' di lettura

Il primo ministro ungherese, Viktor Orbán, si è detto pronto a un’alleanza con i populisti polacchi di Diritto e giustizia (il partito di Jaroslaw Kaczynski ) in caso di espulsione dal Partito popolare europeo. Orbán e il suo partito nazionalista, Fidesz, potrebbero essere ufficialmente esclusi dal blocco europeo di centrodestra in occasione del vertice del Ppe del prossimo 20 marzo. Una fronda di oltre 10 partiti, soprattutto dall’Europa del Nord, ha chiesto di avviare le pratiche per il suo allontanamento dopo che Budapest ha lanciato una campagna antieuropea e anti-Juncker con soldi dei contribuenti. Il candidato dei Popolari alla presidenza della Commissione europea, Manfred Weber, ha cercato fino all’ultimo di mediare con il leader ungherese, per poi imporre tre ultimatum a Orbán: ritirare la campagna contro Bruxelles, scusarsi pubblicamente e permettere all’università fondata dal finanziare George Soros, la Central European University, di tornare in Ungheria. Il primo ministro ungherese non ha accolto nessuna delle tre richieste, avviando di fatto una rottura con la sua storica famiglia politica.

«Vogliono trasformare il Ppe in un’organizzazione pro-migranti»
In un’intervista alla radio pubblica ha Orbán puntato il dito contro quei “politici filo-migranti” che lo hanno attaccato nel Ppe e che «vogliono trasformare il Partito popolare europeo in un'organizzazione internazionale filo-migranti». Secondo il leader di Budapest, «se dovesse accadere che avremo bisogno di iniziare qualcosa di nuovo, e ciò è possibile che accadrà alla fine del dibattito» che potrebbe decidere «sulla nostra uscita dal Ppe, allora il primo posto dove poter negoziare sarà la Polonia». Ma il suo fine politico resta la riforma del Ppe. «Può darsi che, alla fine di questa polemica, il nostro posto non sarà più nel Partito popolare europeo, e dovremo cercarci un'altra collocazione. Ma il mio obiettivo è la riforma del Ppe», ha aggiunto.

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Il gruppo dei popolari si avvia diviso alla data del 20 marzo. L’area che chiede di sbattere la porta all'Ungheria mira infatti a ricreare l'alleanza con Socialisti e Liberali dopo le Europee, mentre i contrari all'esilio vorrebbero invece un Ppe spostato più a destra, con Conservatori e Riformisti (Ecr) insieme alle componenti sovraniste. Forza Italia non ha appoggiato la richiesta di espulsione definendola un grosso errore politico e oggi Silvio Berlusconi è tornato a tendere la mano a Orbán: «Ti ho sempre difeso e sarò sempre dalla tua parte. Ma ti chiedo di accettare alcune delle richieste avanzate dal Partito Popolare Europeo», ha detto Berlusconi, sostenuto dalla parlamentare azzurra Michaela Biancofiore convinta che l'espulsione sia un “assist agli avversari” del Ppe.
Chi invece intravede delle opportunità nell'allontanamento di Orban è la presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, che lo ha invitato a scegliere l'Ecr, quello dei sovranisti e conservatori, dove le battaglie condotte da Orbán «sono delle medaglie». «Lo aspettiamo a braccia aperte», ha aggiunto l'eurodeputato Stefano Maullu.

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