Ordine di Malta, scompare il Gran Maestro Dalla Torre. Si apre la successione
Si è spento a Roma Fra' Giacomo dalla Torre del Tempio di Sanguinetto, eletto due anni fa al vertice dell'ordine cavalleresco cattolico più antico del mondo
di Carlo Marroni
3' di lettura
L'annuncio è arrivato nella notte tra martedì e mercoledì: dopo una lunga agonia si è spento a Roma l’ottantesimo Gran Maestro dell'Ordine di Malta, Fra’ Giacomo dalla Torre del Tempio di Sanguinetto, eletto due anni fa al vertice dell'ordine cavalleresco cattolico più antico del mondo. Secondo l'articolo 17 della Costituzione del Sovrano Ordine di Malta, le funzioni passano in via temporanea al Gran Commendatore, Fra' Ruy Gonçalo do Valle Peixoto de Villas Boas, che ha assunto le funzioni di Luogotenente Interinale e rimarrà a capo del Sovrano Ordine di Malta fino all'elezione del nuovo Gran Maestro.
Si mette in moto la complessa macchina per l'elezione del nuovo maestro
L'elezione avverrà nei prossimi mesi secondo una procedura complessa, e che non mancherà di riaccendere rivalità dentro la grande organizzazione, che si recente è stata interessata da lotte interne salite alla ribalta e poi risolte. Tre anni fa infatti c'ra stato un forte scontro al vertice, sul quale era intervenuto direttamente il Papa che aveva mandato un suo “delegato”, l'arcivescovo Angelo Becciu, che aveva vigilato sul rinnovo del vertice. Era stato dimissionato l'inglese Matthew Festing e dopo un periodo di “luogotendenza” era stato eletto l'italiano Fra' Giacomo Dalla Torre del Tempio di Sanguinetto, 75 anni, figura di mediazione e garanzia.
La crisi al vertice del 2017 e le dimissioni del precedessore Festing
Ma cosa era successo? Tra la fine del 2016 e l'inizio del 2017 si era scatenato uno scontro tra Festing e il “capo del governo” che ricopre la carica di Gran Cancelliere, il tedesco Albrecht Freiherr von Boaselager per dissensi (poi rivelatisi strumentali) rispetto alle politiche dell'Ordine di Malta, in particolare riguardo alla distribuzione di profilattici contro l'Aids agli assistiti in alcuni paesi in via di sviluppo, in particolare in Myanmar. Boaselager era stato cacciato – pare anche su pressioni del cardinale ultraconservatore Raymond Burke, in quel momento Patrono dell'Ordine – portando alla luce uno scontro di potere inedito.
Il commissariamentodel Papa e la riforma ancora in corso. Il nodo dei quattro quarti di nobilità
A quel punto era intervenuta la Santa Sede e a gennaio 2017 Festing si era dimesso dopo la richiesta esplicita del Papa. A quel punto Bergoglio aveva inviato Becciu, allora Sostituto della Segreteria di Stato (quindi con in mano gli strumenti di governo adeguati) e la crisi si era calmata. Boaselager era tornato nella carica di Gran Cancelliere, che tuttora mantiene. Ma non potrà essere lui il nuovo Gran Maestro, almeno con le regole attuali. Infatti deve essere un “cavaliere professo” – avere cioè preso i voti, quindi associabile ad un sacerdote – e deve essere nobile per quattro quarti. Questo secondo requisito è oggetto di un processo di revisione statutaria avviato due anni fa e tuttora in corso. Se quindi si dovesse procedere all'elezione subito si andrebbe con le vecchie regole, altrimenti potrebbe essere adottata una soluzione transitoria di una luogotenenza (come nel 2017) in attesa della riforma. Attualmente i cavalieri con i vecchi requisiti sono meno di dieci.
La sede dentro l'area extra territoriale di Via Condotti
Il cuore dell'Ordine – la cui dizione storica è Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme di Rodi e di Malta – è il grande palazzo di Via Condotti a Roma, sede dove risiede dal 1834 il Gran Maestro, ma la Villa Magistrale dell'Aventino è forse il luogo più noto, grazie anche alla bandiera dell'ordine che sventola visibile anche a chilometri. Questi due palazzi e giardini annessi godono di extra territorialità, come la Città del Vaticano. Non è territorio dell'Ordine invece la Casa dei Cavalieri di Rodi nella piazzetta del Grillo, che custodisce la cappella palatina di San Giovanni Battista dei Cavalieri di Rodi e la spettacolare loggia a cinque arcate che affaccia sul Foro di Augusto: gli immobili sono del Comune di Roma.
Opera in 120 paesi, 42 dipendenti, 80mila volontari
Per avere un'idea dell'Ordine – le cui radici risalgono al 113 a Gerusalemme - basta qualche cifra globale per capire di cosa stiamo parlando: opera il 120 paesi con 42mila dipendenti, 80mila volontari, 20 ospedali (in larga parte in Africa occidentale), 13.500 membri tra cavalieri e dame, 5,7 milioni di pasti all'anno distribuiti ai bisognosi, 400mila persone formate sulle tecniche di primo soccorso, un milione e più di donatori. E, solo a Roma, migliaia di pasti distribuiti alle stazioni Termini e Tiburtina. L'Ordine è strutturato nel Gran Magistero, che è il governo centrale, sei Gran Priorati (tre in Italia, uno in Austria, uno nella Repubblica Ceca e uno nel Regno Unito) e 48 associazioni nazionali, che sono i bracci operativi, perlopiù titolari delle strutture sul territorio.
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