Origine del virus, Fauci chiede alla Cina i dati di 9 pazienti: «Indizi cruciali»
L’infettivologo ha chiamato Pechino chiedendo i dati di nove cartelle cliniche: potrebbero fornire la prova che il virus è uscito da un laboratorio
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Continua lo scontro tra Stati Uniti e Cina sull’origine del Covid. L’ultimo atto riguarda le cartelle cliniche di nove ricercatori impiegati nel laboratorio di Whuan.
Secondo quanto riferito dal Financial Times, l’infettivologo americano Anthony Fauci, direttore dell'Istituto nazionale di allergie e malattie infettive, ha invitato la Cina a rendere pubblici i dati contenuti nelle cartelle cliniche di nove pazienti i cui disturbi potrebbero fornire «indizi cruciali» sul fatto che il Covid-19 si sia diffuso per la prima volta da un laboratorio.
Intelligence Usa indagano sul Whuan lab
«Vorrei vedere le cartelle cliniche delle persone che si dice si siano ammalate nel 2019. Si sono davvero ammalate e, in tal caso, di cosa si sono ammalate?», ha detto Fauci, così come riportato dal Financial Times.
L'origine del virus è fortemente contestata, con le agenzie di intelligence statunitensi che stanno ancora esaminando i rapporti secondo cui i ricercatori di un laboratorio di virologia cinese a Wuhan erano gravemente malati già nell’ottobre 2019, oltre un mese prima che venissero segnalati i primi casi di Covid-19.
Il laboratorio finito nel mirino dell’intelligence Usa è il Wuhan Institute of Virology, uno dei migliori laboratori di ricerca sui virus della Cina, che ha costruito un’enorme quantità di informazioni genetiche sui coronavirus dopo lo scoppio della Sars nel 2003.
La Cina respinge tutte le accuse
Gli scienziati e i funzionari cinesi hanno sempre respinto l'ipotesi della perdita di laboratorio, affermando che il virus avrebbe potuto circolare in altre regioni prima di colpire Wuhan e potrebbe anche essere entrato in Cina attraverso spedizioni di alimenti surgelati importati o il commercio di animali selvatici.
Un portavoce del ministero degli Esteri cinese, Wang Wenbin, ha rifiutato di commentare direttamente la richiesta di Fauci, né ha detto se la Cina ha intenzione di rendere pubbliche le cartelle cliniche dei nove pazienti, ma ha fermamente negato che il laboratorio fosse collegato alla pandemia da Covid-19.
Dopo aver ricordato che il 23 marzo, con una dichiarazione ufficiale, l’Istituto di virologia di Wuhan ha reso noto che nessun ricercatore o studente del laboratorio ha mai contratto il virus, Wang ha ribadito la posizione della Cina secondo cui i resoconti di una «fuga» del virus da un laboratorio sono una «teoria della cospirazione».
Usa: ipotesi più forte resta contagio da animali
Nell’articolo in cui dà la notizia della richiesta Usa di dati sanitari alla Cina, il Financial Times chiarisce che al momento Fauci continua a credere che il virus sia stato trasmesso per la prima volta all'uomo attraverso gli animali, sottolineando che anche se i ricercatori del laboratorio avessero avuto Covid-19, avrebbero potuto contrarre la malattia stando a contatto con la popolazione.
Mentre l’intelligence Usa è al lavoro per provare un’eventuale fuga dal laboratorio, a livello ufficiale resta il salto di specie, quindi, l’ipotesi più forte sull’origine del virus.
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