Aeroporti

Orio, piano da 60 milioni per ripartire dopo il Covid

Diciotto anni di crescita all'insegna della qualità: il terzo scalo italiano non si ferma e progetta il potenziamento delle infrastrutture

di Marco Morino

Sviluppo continuo. Il rendering dell'aerostazione di Bergamo-Orio alSerio come apparirà in autunno prossimo a completamento dei lavori di estensione a Ovest

3' di lettura

Diciotto anni di crescita all’insegna della qualità. Fino allo scoppio della pandemia. E ora con una nuova sfida da raccogliere: farsi trovare pronti per avviare una fulminea ripartenza nel momento in cui l’emergenza sanitaria allenterà la presa. Si può riassumere così il periodo che ha segnato la progressiva affermazione dell’aeroporto di Bergamo-Orio al Serio nel panorama del trasporto aereo nazionale ed europeo. Numeri che hanno spinto Orio sul terzo gradino del podio, tra i grandi aeroporti italiani, alle spalle di Fiumicino e Malpensa per numero di passeggeri in transito. Una posizione conservata anche nell’annus horribilis del Covid, che ha visto il sistema aeroportuale nazionale perdere 140 milioni di passeggeri rispetto all’anno precedente (-72,6%) e Orio scivolare a quota 3,8 milioni, dopo che nel 2019 i viaggiatori in transito nello scalo orobico erano risultati pari a 13,8 milioni (record storico).

Giovanni Sanga, presidente di Sacbo (la società di gestione aeroportuale), spiega le ragioni del successo: «L’incremento costante del movimento passeggeri, sostenuto dal network dei collegamenti, che alla fine del secondo decennio ha raggiunto il numero di 140 destinazioni, ma anche dal load factor (coefficiente di riempimento degli aerei) mediamente più elevato, si è accompagnato a un’attenzione costante alla qualità dei servizi e alla messa a disposizione di spazi adeguati ai flussi e alle presenze in aerostazione». Il secondo decennio degli anni 2000 ha visto consolidata la posizione di Ryanair, per la quale l’aeroporto di Bergamo rappresenta la terza base in assoluto del proprio network dopo Londra Stansted e Dublino, sia per numero di passeggeri che per movimenti aerei. Per gli appassionati di storia aeronautica: il 6 febbraio 2003, presente l’amministratore delegato Michael O’Leary, Ryanair inaugura la sua base di Orio al Serio, promuovendola a hub del sud Europa. All’annuncio si accompagna il lancio di una serie di collegamenti (Barcellona Girona, Bruxelles Charleroi, Amburgo Lubecca, Parigi Beauvais, Londra Luton) in aggiunta a quelli già operati con Francoforte Hahn e Londra Stansted.

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Tornando ad anni più recenti, la compagnia low cost ungherese Wizz Air si è confermata il secondo vettore per volume operativo, coprendo prevalentemente l’est Europa, seguito da Pegasus Airlines che garantisce il collegamento con Istanbul Gökçen, base da cui si dirama una rete di destinazioni non servite con voli diretti dall’Italia. Blue Panorama è risultato il primo vettore italiano in termini operativi, mentre Neos e Albastar hanno posizionato propri aeromobili sullo scalo bergamasco. Importante il bacino servito da Air Arabia, che ha affiancato alla tradizionale rotta con Casablanca la direttrice egiziana. Limitata a brevi periodi la presenza di Air Dolomiti del gruppo Lufthansa e di Alitalia. Intanto anche easyJet è sbarcata a Bergamo: dal 28 maggio la compagnia inizierà a volare da e per lo scalo collegando Orio e Olbia con un volo giornaliero. Scommettere vent’anni fa sul trasporto aereo low cost si è rivelato, per Orio, la mossa vincente.

Poi è arrivato il Covid, che tuttavia ha fatto comprendere quale funzione logistica fondamentale rivestano gli aeroporti, in particolare nel nostro Paese. Aeroporti da cui, come nel caso di Bergamo, nel tempo di due o al massimo tre ore si raggiungono aree a elevato valore aggiunto in chiave produttiva, di attrattività turistica e culturale. Potenzialità che Sacbo ha scelto di preservare confermando gli investimenti nelle infrastrutture, considerando che sarebbe stato un errore grave farsi trovare impreparati allorquando i rischi legati all’indice di contagiosità risultassero superati e sarà invece necessario confrontarsi con la nuova normalità.

Continua Sanga: «Per l’anno in corso Sacbo ha programmato 60 milioni di investimenti, di cui 30 già avviati, per la nuova ala Ovest dell’aerostazione (con la speranza di inaugurarla entro la fine dell’anno), la riorganizzazione dell’area cargo, l’anello ciclabile e il nuovo hotel a 4 stelle. Perché Bergamo non si ferma». Una spinta allo sviluppo arriverà dal collegamento ferroviario tra l’aeroporto e la stazione di Bergamo (5 chilometri), che consentirà di allacciare direttamente l’aeroporto alla rete ferroviaria nazionale, incrementando l’offerta di trasporto intermodale. «Il treno - dice Sanga - è un’infrastruttura fondamentale per mettere in relazione l’aeroporto con il sistema dell’alta velocità». Alla conclusione del progetto, lo scalo di Orio potrà essere collegato direttamente con Milano, con percorrenze tra 50 e 60 minuti a seconda del numero di fermate intermedie, mentre sarà possibile raggiungere l’aeroporto dalla stazione ferroviaria di Bergamo in 10 minuti. L’opera è strategica anche per le Olimpiadi invernali 2026. L’investimento per l’intero progetto è pari a 170 milioni di euro. L’impegno è di attivare il nuovo treno per Orio entro il 2025.

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