studio del world Economic Forum

Ormai metà del mondo è connesso, ma crescono anche i cyber-attacchi

di Giuliana Licini

(Cultura Creative)

2' di lettura

L’umanità in questa settimana sta raggiungendo una pietra miliare: per la prima volta dall’invenzione di internet 50 anni fa e della rete 30 anni fa, metà della popolazione mondiale è online. Ma è un traguardo che si associa anche a tempi più difficili per il Web: la crescita degli accessi a internet sta rallentando, la fiducia nel mondo digitale sta diminuendo e i cyber-attacchi registrano una costosissima impennata. A sottolinearlo è uno studio del World Economic Forum, dedicato a «Il nostro futuro digitale condiviso» nato dalla collaborazione di una nutrita schiera di leader del mondo aziendale, governativo, della società civile e di esperti del settore. L’accesso a internet nel 2017 – sottolinea il rapporto - è aumentato solo del 6%, contro il 19% del 2007 e attualmente meno della metà di quanti sono già online (45%) hanno fiducia nel fatto che la tecnologia migliorerà la loro vita. Eppure, entro il 2022 circa il 60% del Pil mondiale sarà digitalizzato e nel 2018 si stima che le aziende spenderanno circa 1.200 miliardi di dollari per la trasformazione digitale. Entro il 2020 ci saranno oltre 20 miliardi di dispositivi connessi nel pianeta. Sempre entro il 2020 l’utente di internet medio avrà più di 200 account online e entro il 2022 150 milioni di persone avranno identità digitali basate su blockchain.

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Il rischio cyber-attacchi
Gap tecnologico e disincanto degli utenti a parte, un’altra faccia della medaglia del mondo digitale è rappresentato dai cyber-attacchi che ogni anno causano perdite per 400 miliardi di dollari all’economia globale. E’ un rischio che sta avendo una crescita esponenziale: nella prima metà del 2018, oltre 4,5 miliardi di documenti sono stati compromessi da attacchi dolosi contro i 2,7 miliardi dell’intero 2017. L’enorme diffusione e la velocità del cambiamento tecnologico impresso dalla digitalizzazione che si concretizza nella Quarta Rivoluzione Industriale sta anche mettendo alla prova i politici e i modelli di governance tradizionale. Quali i rimedi? Il Wef ha identificato le aree che necessitano di iniziative urgenti per fare sì che il futuro digitale vada a beneficio sia dell’economia, sia della società. Innanzitutto servono maggiori investimenti non solo per aumentare l’accesso ad internet, ma anche per chiudere il digital divide che pesa ancora su metà dell’umanità. Il mondo del business deve adottare modelli e pratiche di business responsabili, per fare fronte agli effetti dirompenti del digitale nella loro organizzazione.

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Le norme per rendere il web sicuro

Servono poi norme e pratiche globali per contrastare i cyber-attacchi e rendere il mondo digitale sicuro. Vanno anche sviluppati nuovi e partecipativi modelli di governance che siano complementari a quelli tradizionali ed aiutino a chiudere il ‘digital divide’. Last but not least, manca ancora un consensus sulla natura del flusso inarrestabile di dati che sempre più spesso percorrono e si intrecciano con la vita dell’umanità, cioè se siano un nuovo tipo di valuta che le aziende commercializzano oppure un bene pubblico che ha bisogno di una regolamentazione più stringente. Lo studio conclude raccomandando di sviluppare innovazioni che mentre portano tutti a beneficiare del mondo digitale, proteggano anche la privacy, l’innovazione stessa e la giustizia penale.
(Il Sole 24 Ore Radiocor)

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