SALE IN ZUCCA

Ormai solo Draghi ci può salvare

È l’ex presidente della Bce la persona giusta, soprattutto oggi, per guidare un governo di salute pubblica in grado di fare uscire l'Italia fuori dalle secche del coronavirus

di Giancarlo Mazzuca

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2' di lettura

Quando, due settimane fa, avevo fatto il nome di Mario Draghi indicandolo come la persona giusta, soprattutto oggi, per guidare un governo di salute pubblica in grado di fare uscire l'Italia fuori dalle secche del coronavirus, mi era stato obiettato che l'ex-presidente della Bce aveva indossato solo da poco tempo i panni di Cincinnato e che, quindi, non avrebbe avuto alcuna intenzione a fare il nocchiero di una nave che rischia di finire contro l' “iceberg” di una crisi sempre più profonda.

Dopo aver lasciato l'Eurotower, “Supermario” si sta, in effetti, godendo (?) un periodo di meritato riposo: semmai avrebbe potuto cambiare il programma più avanti, quando ci sarà la corsa per salire al Colle al posto di Mattarella.

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Ma oggi l'allarme internazionale è tale che qualsiasi italiano di buon volontà – anche uno come lui che sembra poco italiano tanto che gli americani lo chiamavano “unitalian” – non può certo tirarsi indietro in caso di chiamata dall'alto. E non è un caso che sia stato proprio lui ad uscire volontariamente dalla quarantena scrivendo un commento sul quadro economico in cui ribadisce l'estrema gravità della situazione: «Siamo in guerra con il coronavirus e dobbiamo combatterla insieme». Draghi è andato anche oltre spiegando in dettaglio quali misure economiche dovrebbero essere adottate in una situazione pseudo-bellica come l'attuale: uno, due … dieci bazooka, ma solo monetari.

“Supermario” ha ribadito, in altre parole, l'assoluta necessità di un immediato sostegno di liquidità per proteggere l'occupazione e la capacità produttiva in un momento di drammatica perdita di reddito. Ha pure sottolineato il fatto che la perdita di reddito a cui andrà incontro il settore privato dovrà essere assorbita dal debito pubblico. Misure straordinarie per una situazione d' emergenza straordinaria.

Come non condividere, con quello che sta succedendo, la ricetta “lacrime e sangue” proposta da Draghi? Qui non si tratta di essere di destra o di sinistra o essere un sostenitore o no di Conte – che, peraltro, si sta battendo con grandissimo impegno -, qui si tratta di prendere ancor più di petto una situazione che anche sul fronte economico rischia di essere sempre più drammatica con l'apporto della miglior mente finanziaria che il Belpaese può oggi disporre.

Perché, oggi, solo uno che è stato allievo di Franco Modigliani e che è passato, con ruoli di comando, dal Tesoro alla Goldman Sachs, da Bankitalia alla Bce, potrà essere davvero in grado di limitare i danni all' “Azienda Italia” sull'orlo del baratro come il resto del mondo. Già in passato abbiamo avuto al timone un altro“Supermario” (Mario Monti) chiamato, a furor di popolo, ad affrontare un periodo difficile, ma ora il quadro è molto più drammatico e non c'è davvero più tempo da perdere. Parola di Draghi.

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