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OroArezzo al via. L’export nel distretto vola a +48% sul 2019

Gli Emirati Arabi restano il primo e indiscusso mercato di sbocco del distretto aretino (hanno assorbito 730 milioni di euro nel 2022), seguiti dagli Stati Uniti (400 milioni). Per il 2023 previsto un rallentamento

di Silvia Pieraccini

2' di lettura

Si apre la fiera OroArezzo, vetrina internazionale dell’oreficeria made in Italy (350 espositori, al 90% italiani, dal 13 al 16 maggio presentano le collezioni nel centro fieristico della città) organizzata dal gruppo Ieg, e il distretto di Arezzo si presenta in forma smagliante all’appuntamento con i buyer, ritemprato da due anni di buone vendite.

Export in volata grazie a Emirati e Usa

In particolare il 2022 è stato l’anno di crescita-record per lo storico polo produttivo toscano, leader con 1.000 aziende, 8.000 addetti e un export che pesa il 75% del fatturato e che l’anno scorso ha toccato i 3.175 milioni di euro (il 30,8% del totale nazionale), in aumento del 48% rispetto al 2019 pre-pandemia: una performance che solo in parte può essere spiegata dall’effetto-prezzo. Gli Emirati Arabi restano il primo e indiscusso mercato di sbocco del distretto aretino (hanno assorbito 730 milioni di euro nel 2022), seguiti dagli Stati Uniti (400 milioni) e dalla Turchia (364 milioni).

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L’oscillazione dei prezzi rallenta la crescita

Nel 2023 l’andamento positivo sta continuando, in linea con quello dell’industria orafo-gioielliera italiana (+11,5% il fatturato nei primi due mesi), anche se il centro studi di Banca Intesa Sanpaolo, che ha presentato un report sul distretto di Arezzo, prevede un rallentamento della crescita. L’unico ostacolo sulla strada del distretto orafo aretino è l'oscillazione del prezzo della materia prima. Per la terza volta nella storia, la quotazione dell'oro nelle settimane scorse è ri-salita sopra i 2.000 dollari l'oncia (dopo essere finita a 1.615 dollari nel settembre scorso), spinta dalla domanda di beni-rifugio legata alle incertezze economiche, e le previsioni per quest'anno non sono in discesa: la media annua delle quotazioni 2023 – secondo il centro studi di Banca Intesa – sarà di 1.985 dollari l'oncia. Per questo adesso la sfida delle aziende orafe aretine sarà quella di utilizzare al meglio gli strumenti finanziari di copertura del rischio oscillazione, che possono mettere al riparo la redditività altrimenti in bilico. «Per il distretto è un momento favorevole – ha sottolineato Giordana Giordini, presidente della sezione Oreficeria e gioielleria di Confindustria Toscana sud (Arezzo, Siena, Grosseto) – nonostante l'aumento e la forte oscillazione del prezzo dell'oro».

Domanda di oro da investimento in salita

La prospettiva che le quotazioni non scendano – ha spiegato Banca Intesa – si lega anche alla forte domanda di oro che proviene dalle banche centrali (nel 2022 hanno assorbito il 24% della domanda mondiale di oro, con un exploit rispetto al 2021, e nel primo trimestre 2023 questo trend è continuato) che puntano a diversificare le riserve strategiche o a dribblare le sanzioni, come nel caso della Russia (l'oro non è tra i prodotti soggetti a sanzioni). Il ritorno dell'oro come bene-rifugio ha indotto anche Banca Intesa a “rispolverare” un prodotto d'investimento destinato ai privati, che a breve sarà rimesso sul mercato, hanno annunciato i manager della banca.

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