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È partito ufficialmente sei mesi fa, quando neppure nei loro peggiori incubi i 22 partner del progetto immaginavano due ondate di alluvioni capaci di distruggere 5mila aziende agricole e almeno 10 milioni di piante nel cuore ortofrutticolo del Paese. Eppure è proprio la Romagna a credere che oggi, a fronte di danni per miliardi di euro lungo l’arteria sommersa d’acqua che unisce Bologna a Rimini, un’iniziativa come “Spettacoli alla frutta” possa essere la risposta per sensibilizzare i consumatori italiani e supportare la ripartenza del settore senza piagnistei ma divertendosi, come è nell’indole dei romagnoli.
«L’Ati (Associazione temporanea di impresa) che abbiamo firmato lo scorso 23 novembre a Bologna, sulla scorta di tre anni di attività in cui abbiamo ragionato per tentativi al fine di valorizzare l’ortofrutta attraverso spettacoli non convenzionali di musica e danza in tutto il territorio italiano, è oggi molto di più del progetto di partenza: è una piattaforma condivisa aperta alle aziende nazionali del settore che oltre a lavorare sul piano della comunicazione nel punto vendita può essere l’interlocutore autorevole con distribuzione e istituzioni, con un orizzonte di attività quinquennale», spiega Claudio Dall’Agata, direttore generale del Consorzio Bestack, che da vent’anni si occupa di promuovere l’utilizzo di imballaggi in cartone ondulato, in particolare per l’ortofrutta, e propulsore dell’associazione SAF-Spettacoli alla frutta.
I dodici marchi pionieri del progetto di filiera, nato come scommessa a Macfrut 2019, sono diventati oggi 22, insieme muovono un giro d’affari di circa 3,2 miliardi di euro e rappresentano il 74% delle referenze ortofrutticole che mediamente si trovano in un punto vendita della Gdo. Ci sono il Consorzio della ciliegia di Vignola, quello del melone mantovano e del pomodoro di Pachino, i kiwi Jingold, le mele Melinda, la fragola Solarelli, la pera dell’Emilia-Romagna, l’anguria Perla Nera, Valfrutta, la carota novella di Ispica, il radicchio rosso di Treviso, il fico d’India Sicilio, per citarne solo alcuni. «L’esperienza è decisamente inusuale– sottolinea Dall’Agata – perché non valorizza il singolo brand o il prodotto, ma l’eccellenza del mondo ortofrutticolo italiano attraverso i top-player del comparto, con un fine di utilità collettiva, ovvero incentivare i consumi e rendere più “pop” l’ortofrutta. Utilizzando un format divertente di infotainment in partnership con la Gdo».
Sei mesi fa, con la costituzione dell’Ati e l’annuncio del manifesto di Spettacoli alla Frutta, è stata infatti lanciata la call to action ai supermercati e otto gruppi hanno rispetto all’appello, in diverse aree della Penisola: Dimar, Carrefour, Gruppo Alì, Coop Alleanza 3.0, Unicoop Firenze, Conad Pac 2000A, Ap Commerciale, Megamark. Ognuno di loro avrà l’esclusiva dello spettacolo nel bacino di attività e finanzierà l’operazione. «Sembrava una missione impossibile mettere insieme tanti concorrenti e rompere l’egemonia della Gdo e invece credo che l’esperienza del Covid con la scarsa disponibilità di prodotti e la crisi dei consumi, abbia imposto a tutti, anche alla grande distribuzione, una riflessione sulla fragilità del singolo soggetto e la necessità di ricomporre un equilibrio di filiera», commenta il fautore del progetto.
Come Collodi trasformò un pezzo di legno in un bambino, così l’associazione Saf tramuterà lo zucchino in un personaggio in carne e ossa di avanspettacolo, il carciofo nel cappellaio matto, la fragola in una regina di cuori, il cartone in un supereroe e ognuna delle 22 referenze avrà la personalità e il carattere determinati dalla provenienza geografica e racconterà la sua storia, le sue virtù e stagionalità attraverso la sollecitazione di tutti i sensi del consumatore, promuovendo così consumi più sostenibili e cultura alimentare. Gli spettacoli si svolgeranno in otto weekend a partire da questo mese di giugno e animeranno le corsie dei supermercati interagendo con i consumatori intenti a fare la spesa.
«Il punto da cui siamo partiti non è fare eventi, balletti e canzoncine, ma seminare interesse, fiducia, collaborazione nelle aziende per avvicinare il consumatore all’ortofrutta. Credo si siano spazi enormi di sviluppo – conclude Dall'Agata – e il mio sogno è costruire una proposta sempre più ampia, attraverso nuovi partenariati, in grado di arrestare la regressione dei consumi e di promuovere un'alimentazione più sana e sostenibile per l’uomo e per il pianeta».
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