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Ortofrutta, Italia da terzo esportatore a sedicesimo: ecco le misure anticrisi

Dalle pere agli agrumi, il settore punto di forza del made in Italy è in difficoltà: in arrivo un Fondo da 270 milioni per il 2024-26 a cui si aggiungono aiuti ad hoc per le filiere a rischio

di Silvia Marzialetti

Lollobrigida: Garantiti stanziamenti per assorbire effetti crisi produzioni pere e kiwi

3' di lettura

Dieci milioni di euro per la filiera frutticola della pera, due milioni di euro per quella del kiwi, 9,4 milioni di euro per gli agrumi e 20 milioni di prestiti cambiari in manovra, a sostegno di tutto il settore. Il Governo corre ai ripari, dopo la richiesta di aiuto lanciata a più riprese dal comparto ortofrutticolo. Pere e kiwi sono i casi più rappresentativi di una crisi in cui ex campioni dell’export italiano subiscono la concorrenza di prodotti olandesi e belgi (nel caso delle pere, la cui produzione è calata del 70% quest’anno) o che lasciano spazio al prodotto greco (kiwi).

Pere, crisi senza fine

Solo pochi giorni fa l’annuncio della rinuncia da parte di Consorzio di Tutela della Pera Emilia Romagna Igp, UnaPera e della Oi di riferimento alla partecipazione a Futurpera, la più importante Fiera di settore, che si tiene a Ferrara: «Senza sostegni per gestire la drammatica contingenza – hanno detto i presidenti – non ha senso partecipare». E la mobilitazione degli agricoltori emiliano romagnoli, che a Bologna hanno sollecitato misure a sostegno della Fruit Valley, uno dei più rilevanti comparti dell’agricoltura nazionale (oltre 14 miliardi di euro di fatturato, il 25% dell’intero settore primario italiano).

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In arrivo 12 milioni per decreto

I 12 milioni a valere sul “Fondo per lo sviluppo e il sostegno delle filiere agricole, della pesca e dell’acquacoltura” sono contenuti in un decreto approvato il 9 novembre dalla Conferenza Stato-Regioni e prevedono fino a 1.100 euro per ettaro (nel caso delle pere) e fino a mille euro per ettaro (nel caso del kiwi) per le aziende agricole che negli anni 2022 e 2023 abbiano registrato un decremento del valore della produzione superiore al 30% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Gli interventi del ministero

Il ministro dell’Agricoltura ha anche annunciato un decreto da 9,4 milioni di euro per sostenere il settore degli agrumi dal malsecco, l’ennesima fitopatia che sta mettendo in ginocchio un comparto da 250 milioni di export in Europa e che recentemente è stato oggetto di una interrogazione a Bruxelles, con richiesta di intervento da parte della Ue.

Ma in sofferenza risulta tutto l’ortofrutticolo, aggredito da fitopatie sempre più resistenti, dalle sferzate siccitose e gelide del climate change e in perenne stato di allerta per il taglio del 50% sui fitofarmaci, che la Ue ha annunciato di voler perseguire, in ottemperanza agli obiettivi della strategia Farm to Fork.

In manovra 20 milioni

Anche la manovra ha recepito il grido di aiuto del comparto: i prestiti cambiari da 20 milioni erogati da Ismea saranno concessi a tasso agevolato all’impresa richiedente – secondo l’attuale bozza – per un importo massimo pari al 50% dell’ammontare dei ricavi registrati nel 2022, entro un tetto di 30mila euro.

Un ulteriore Fondo da 270 milioni di euro nel triennio 2024-2026 sarà a disposizione delle imprese che operano nei settori agricolo, agroalimentare, zootecnico e della pesca, per contenere eventuali situazioni di emergenza.

I motivi della crisi: dal clima al calo dei consumi

Maria Chiara Zaganelli, direttrice Ismea, ha messo in fila i nodi nevralgici che attanagliano il settore: oltre ai cambiamenti climatici (la variabilità della resa media di alcune tipologie è passata dal 6 al 31%), pesano l’aumento dei costi di produzione e il calo strutturale dei consumi, i mancanti investimenti in innovazione, chiave di volta dell’eterno dilemma che si consuma tra l’esigenza ambientale di ridurre l’uso di fitofarmaci e l’istinto di sopravvivenza di un comparto sempre più aggredito dalle fitopatie.

Sta assumendo contorni drammatici anche la perdita di competitività sui mercati esteri: l’Italia è passata dall’essere il terzo esportatore mondiale nel 2003, al sedicesimo posto odierno.

In cerca di nuovi mercati

Secondo Fruitimprese la bilancia commerciale registrava nel primo semestre 2023 un -24,9%, con un export in crescita dell’1,3% sui volumi e del +7,1% sui valori, superato però dall’import, con un +3,5% e un +8,6%. L’apertura di nuovi mercati rimane una esigenza prioritaria, come ribadito dal presidente di Fruitimprese, Marco Salvi.

Qualche spiraglio si intravede. Nei giorni scorsi Cso ha annunciato da parte delle autorità locali il via libera formale alle spedizioni di kiwi in Corea del Sud.
«Ci aspettiamo a breve un via libera anche sulle mele verso Taiwan» dichiara Simona Rubbi del Cso. Per le pere si è aperto il mercato cinese («ora lavoreremo sulle mele» precisa Rubbi) e per i primi mesi del 2024 è atteso anche il protocollo definitivo propedeutico allo sbarco del prodotto sul mercato thailandese.

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