Otb, ricavi a 1,7 miliardi, la divisione lusso a +103% sul 2019
Il fatturato del gruppo è salito del 14% sul 2021, trainato dai marchi di fascia alta Jil Sander, Maison Margiela e Marni) che hanno messo a segno un +32% e raddoppiato le vendite rispetto al pre Covid
di Giulia Crivelli
3' di lettura
«Siamo contenti dei progetti nati o rafforzati nel 2022 e degli obiettivi raggiunti, ma siamo già proiettati verso i prossimi tre anni: il cda che ha approvato i risultati dello scorso esercizio, ha anche esaminato il piano triennale che ci guiderà da qui alla fine del 2025 e che è ancora più ambizioso». Ubaldo Minelli, amministratore delegato di Otb, presenta così i dati su ricavi, redditività, investimenti e strategie che hanno caratterizzato il 2022 del gruppo fondato da Renzo Rosso attorno al marchio Diesel e diventato uno dei più importanti in Europa nel segmento medio-alto e alto della moda made in Italy. «Nel 2022 Otb è cresciuta a due cifre sul 2021, con ricavi che hanno raggiunto 1,7 miliardi, in aumento del 14%, ma è interessante guardare nel dettaglio all’interno del gruppo, che negli anni è diventato sempre più articolato», sottolinea Minelli. Una struttura che lo rende unico nel panorama italiano e non solo per la dimensione dei ricavi (sono ancora poche nel nostro Paese le billion euro companies nel segmento moda). A Otb fanno capo i marchi Diesel, Jil Sander, Maison Margiela, Marni e Viktor&Rolf e una partecipazione nel brand Amiri, ma anche due aziende: la prima è Staff International, braccio produttivo, che gestisce anche licenze produttive e distributive di marchi non di proprietà, la seconda è Brave Kid, che segue l’abbigliamento junior.
La performance dei marchi del lusso
I brand del comparto che Minelli e Rosso definiscono luxury (Jil Sander, Maison Margiela e Marni) hanno guidato lo sviluppo di Otb, crescendo nel 2022 del 32% rispetto al 2021 e più che raddoppiando le vendite (+103%) sul 2019, anno pre Covid. «Anche Staff International e Brave Kid hanno dato un contributo rilevante, con ricavi in aumento rispettivamente del 32% e del 26% rispetto al 2021 – precisa Minelli –, mentre Diesel, che resta il marchio principale del gruppo, sta attraversando la cruciale fase di riposizionamento, anche grazie alla direzione creativa di Glenn Martens. Dobbiamo avere un po’ di pazienza, perché sul 2022 ha pesato la riorganizzazione della distribuzione, ma i riscontri del nuovo corso creativo sono ottimi e in occasione dellsaprossima settimana della moda di Milano (che inizia il 21 febbraio, ndr), sorprenderemo tutti con una sfilata-evento, come è accaduto in settembre con quella che ha coinvolto tantissime persone e in primis gli studenti delle scuole».
La centralità del retail: obiettivo 785 negozi entro il 2025
La centralità del marchio Diesel è confermata, ad esempio, dal fatto che è stato il primo, nel 2020, a debuttare su Moon, la piattaforma di e-commerce del gruppo, che poi ha accolto Jil Sander e a seguire Marni e Maison Margiela. «Il retail fisico resta importantissimo e dopo la pandemia c’è stato un rimbalzo forse persino superiore alle attese – aggiunge l’ad di Otb –. Nel 2022 abbiamo aperto 73 negozi, 1,4 a settimana, per gli amanti delle medie. A fine 2022 contavamo 607 negozi e l’obiettivo è di arrivare a 785 entro il 2025. I numeri dimostrano che non esiste, almeno in Otb, cannibalizzazione tra canali: l’e-commerce per noi vale il 18,2%, ma non ha intaccato i canali fisici, anzi. Il bello dell’autentica omnicanalità è l’osmosi».
Verso i 2,7 miliardi di ricavi nel 2025
Per il 2025 Otb punta a 2,7 miliardi di ricavi, vicini a quell’obiettivo da sempre dichiarato da Renzo Rosso dei 3 miliardi, per poter davvero competere a livello globale. «La Borsa? Non è tra i punti espliciti del piano triennale, ma se la proprietà decidesse per l’Ipo, il gruppo sarà pronto», conclude Minelli. Renzo Rosso, presidente di Otb, precisa che oltre ai risultati misurati dal conto economico, ci sono quelli legati alla sostenibilità e circolarità. Alla fine del 2022 il gruppo ha presentato il suo primo report sulla sosteniblità ed è stato confondatore del consorzio Re.crea, per affrontare il tema dei rifiuti tessili. Last but not least, la Fondazione Otb, che è stata la prima a intervenire in favore dei profughi ucraini e la prima in assoluto, a livello globale, settimana scorsa, ad avviare un progetto di aiuto per il terremoto in Turchia e Siria.
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