Pa, Baretta: digitalizzazione sia processo normale. Agid e Sogei: allarme sicurezza dati
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Sulla digitalizzazione della pubblica amministrazione, «mi è parso interessante lo sforzo - che non ècomune - di rendere questo processo normale, non un tassello accidentale o un momento straordinario». Lo ha detto oggi a Roma il sottosegretario all'Economia, Pier Paolo Baretta, durante l'inaugurazione del nuovo Data Center Inail, sottolineando che lo sforzo vero è «che questo percorso diventi una parte normale e fondamentale della vita di tutti: aziende, servizi e P.a, dato che la realtà attuale è molto complessa ed eterogenea».
Anche il presidente Inail, Massimo De Felice, ha sottolineato la necessità che «per acquistare efficienza» la Pa «diventi digitale», mentre i rappresentanti di Sogei e Agid - Agenzia per l'Italia digitale hanno lanciato l'allarme sul nodo sicurezza dei dati.
Inail: per acquistare efficienza Pa diventi digitale
Il modo di organizzare le istituzioni «non può prescindere dalla conoscenza profonda della 'macchina' informatica. È in questo senso che l'organizzazione - per acquistare nuova efficienza - deve diventare 'digitale'»«C'è urgenza di ridisegnare i processi del lavoro amministrativo e tecnico su base tecnologica (conoscendo però la tecnologia per ben utilizzarla)», ha detto il presidente Inail De Felice, sottolineando che per decidere e tener sotto controllo gli esiti delle decisioni «bisogna garantire la qualità dei dati e l'accesso veloce alle informazioni».
Inail: su big data non cedere alle mode
Sul trattamento e sulla gestione dei dati, secondo De Felice «dovremmo trasmettere l'atteggiamento di non cedere alle mode. Il problema non è tecnico, ma culturale. Ad esempio, si parla di 'big data' come di una grande novità: ma su grandi moli di dati si lavora da decenni». Bisogna porre attenzione, ha continuato il presidente Inail, al tema «della trasformazione dei dati amministrativi in dati statistici», ma anche a «potenziare la sensibilità sulla 'data quality' e a non cedere alla 'statistica della forza bruta', che porta a interpretare i dati senza un modello di lettura».
In questo senso, l'esperienza degli open data dell'Inail « potrebbe essere sfruttata per lo scambio efficiente di informazioni tra Amministrazioni e dare grande valore aggiunto nella programmazione e nel controllo delle politiche», ha concluso De Felice.
Agid: troppi 14mila data center, nodo sicurezza
Sui data center della pubblica amministrazione «la situazione è grave, c'è un tema di sicurezza nazionale, visto che con 14 mila data center non si può pensare di avere il controllo sulle nostre operazioni» ha detto il direttore generale Agid, Antonio Samaritani, che ha definito il nuovo Data center Inail « un tassello operativo del programma di crescita digitale nazionale».
Per quanto riguarda la sicurezza dei dati «o riduciamo la base d'attacco o avremo sempre un problema di sicurezza, sulle basi dati dobbiamo fare sia un lavoro allineato all'Europa, sia un lavoro di sicurezza progettato intorno alle basi dati più critiche», ha aggiunto Samaritani. Il direttore generale Agid ha poi fornito dati sui data center della Pa. «Il 31% è in locali più piccoli di 50 metri quadri - ha detto - e con queste dimensioni non li chiamerei neanche data center, ma soprattutto il 94% è utilizzato da una singola amministrazione, a mancare è la condivisione delle risorse».
Sogei: su sicurezza dati vulnerabilità enormi
Il tema della sicurezza informatica oggi «è uno dei più critici, le vulnerabilità delle amministrazioni sono enormi, i dati gestiti sono spesso riservati e possono essere sottratti in maniera fraudolenta» ha detto Cristiano Cannarsa, presidente e ad di Sogei. Cannarsa ha spiegato che le vulnerabilità del sistema di gestione di grandi masse di dati «sono il risultato di scarsa organizzazione e gestione delle infrastrutture troppo piccole e frammentate, ecco perché siamo di fronte a un grosso lavoro di riorganizzazione e ristrutturazione». E la protezione dei dati «sta diventando un elemento fondamentale - ha aggiunto - ecco perché in questo senso sollecito a fare degli investimenti in competenze». La proposta del presidente Sogei è costruire uno "standard setting" fra le varie amministrazioni, con l'idea di allineare quelle che hanno le performance più basse alle migliori in Italia, «un'operazione - ha detto Cannarsa - che si può fare in maniera semplice e immediata».
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