Pa, formazione passerà da 3 a 30 ore l’anno per dipendente
Il ministro Zangrillo: «La Pa è in buono stato di salute a condizione che siamo capaci di alimentare il processo di innovazione e di modernizzazione che abbiamo avviato»
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Un quarto dei posti di lavoro cambierà nei prossimi cinque anni, ma 3 milioni di Neet (giovani che non studiano e non lavorano) bloccano la crescita e la competitività del Paese. In tale contesto aumenta la consapevolezza dell’importanza della formazione anche nella Pa: da 3 a 30 ore all’anno per dipendente. Così un comunicato riporta le sintesi emerse a Executive Meeting 2023 in corso a Capalbio (Grosseto), l’evento che riunisce ogni anno amministratori delegati e direttori delle risorse umane di multinazionali e aziende italiane, per confrontarsi sul cambiamento e sulle evoluzioni di competenze e processi all’interno delle organizzazioni.
Zangrillo: Pa in buona salute purché innovi e si modernizzi
«La Pa è in buono stato di salute a condizione che siamo capaci di alimentare il processo di innovazione e di modernizzazione che abbiamo avviato e che è fondamentale per dare alla stessa pubblica amministrazione la possibilità di esercitare il proprio ruolo, che è quello di abilitatore al funzionamento della macchina statale». Lo ha detto il ministro Paolo Zangrillo a Capalbio (Grosseto) a margine di Executive Meeting 2023. «Abbiamo una responsabilità molto rilevante di accompagnare non solo le amministrazioni centrali, ma anche gli enti territoriali nella realizzazione del Pnrr. Quindi la Pa deve rispondere “presente”», ha aggiunto concludendo che «stiamo lavorando al processo di innovazione che passa attraverso la digitalizzazione della Pa e che è stato avviato con risorse importanti e quindi sono fiducioso».
Le realtà a confronto
Il fondatore e ad di Challenge Network, Roberto Santori, ha spiegato che «in questo momento di forte discontinuità sono cambiate tutte le certezze del passato. L’arrivo dell’intelligenza artificiale ci pone davanti a una grande sfida, dove la formazione, acceleratore e abilitatore del cambiamento, può giocare un ruolo determinante per disegnare nuove competenze e professionalità. In tutte le grandi trasformazioni di oggi, è necessario mettere al centro gli investimenti sul capitale umano, dna di ogni azienda, perché l’impatto della tecnologia sulle persone sia sostenibile e generi valore. L’uomo deve rimanere baricentro del cambiamento». Tra gli intervenuti, oltre al ministro Zangrillo, il sindaco di Capalbio Gianfranco Chelini, il “futurologo del business” Alberto Mattiello, direttore del Future Thinking Project di Wunderman Thompson. Hanno portato proprie testimonianze gli ad di aziende come Dla Piper, Habacus, eFm, Lexus, Edenred Italia, Wallife e i direttori risorse umane di Birra Peroni Asahi, Fondazione Policlinico Gemelli, Anas, Telepass e Umana.
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