Pac, via libera della Ue: 35 miliardi fino al 2027
Ok definitivo della Commissione europea al piano italiano di attuazione della nuova Politica agricola comune:poco più di 26,6 miliardi di fondi Ue e 7,4 provenienti dal cofinanziamento nazionale
di Alessio Romeo
3' di lettura
Polizze, giovani e ambiente. A meno di un mese dall'entrata in vigore della riforma, prevista l'1 gennaio 2023, è arrivato il via libera definitivo della Commissione europea al piano italiano di attuazione della nuova Politica agricola comune. Il documento, inviato da Roma lo scorso 15 novembre dopo le osservazioni ricevute da Bruxelles, fissa i criteri di assegnazione di quasi 35 miliardi di euro di aiuti garantiti dalla Pac al settore fino al 2027. Poco più di 26,6 miliardi di fondi Ue e 7,4 provenienti dal cofinanziamento nazionale obbligatorio. Un budget comunque inferiore del 15% rispetto alla scorsa programmazione (taglio calcolato senza tener conto dell'inflazione), quando l'agricoltura pesava per il 40% circa sul bilancio europeo rispetto al 30 attuale.
Le novità principali rispetto alla gestione attuale riguardano soprattutto il capitolo dei pagamenti diretti agli agricoltori e i nuovi aiuti ambientali, i cosiddetti eco-schemi alla cui attuazione è legata una quota dei fondi. L’Italia sarà inoltre tra i primi paesi Ue ad attuare la nuova condizionalità sociale della Pac per garantire la sicurezza sul lavoro e contrastare lo sfruttamento. Un miliardo e cento milioni saranno destinati ad aiutare i giovani agricoltori a creare e mettere in sicurezza la loro attività. Circa 800mila imprese beneficeranno dei finanziamenti specifici (su una dotazione totale di 3 miliardi) per l'accesso ai nuovi strumenti di gestione del rischio in agricoltura.
Nel dettaglio, tra i nuovi vincoli ambientali, vengono rafforzati gli impegni già previsti per il mantenimento dei prati permanenti e quello sulla diversificazione con l'obbligo della rotazione. Ci sarà comunque un anno di deroga per l'applicazione delle nuove regole su terreni a riposo e rotazione. Gli eco-schemi come detto consistono in pagamenti aggiuntivi riconosciuti agli agricoltori che si impegnano ad attuare pratiche agricole benefiche per l'ambiente che vanno oltre gli obblighi della condizionalità.
Gli aiuti aggiuntivi ammontano a circa 880 milioni di euro e riguarderanno il settore zootecnico (42% delle risorse) e misure volte a favorire la gestione sostenibile delle superfici agricole attraverso l'inerbimento colture arboree (17%), la salvaguardia degli olivi dal valore paesaggistico (17%), i sistemi foraggeri (19%) e una misura dedicata agli impollinatori (5%). Il piano fissa anche un tetto massimo ai premi annuali e un pagamento redistributivo da 350 milioni l'anno (il 10% del budget per gli aiuti diretti) riconosciuto sui primi 14 ettari posseduti dall'agricoltore, con esclusione delle imprese con oltre 50 ettari (o meno di mezzo ettaro, perché in questo caso gli oneri burocratici sarebbero superiori ai benefici).
I giovani potranno beneficiare di un premio aggiuntivo, fino a un massimo di 90 ettari, finanziato con il 2% del budget per gli aiuti diretti al quale si aggiunge un altro 2% dai fondi per lo sviluppo rurale. Infine 524 milioni saranno erogati sotto forma di premi legati alla produzione (sostegno accoppiato) divisi tra zootecnia (42%) e seminativi (58%).L'approvazione del piano “è un'ottima notizia – sottolinea il ministro Francesco Lollobrigida – per un provvedimento molto atteso da tutto il comparto. Ringrazio quanti hanno lavorato per garantire questo esito e ribadisco l’importanza del coordinamento strategico con le Regioni”.
Aspetto chiave questo nella gestione dei piani di sviluppo rurale che resta nelle competenze regionali ma formalmente rientra nel piano nazionale. “Finalmente abbiamo regole chiare anche se non è certo la riforma agricola dei sogni per gli agricoltori – aggiunge il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini –, anche per come è stata scritta la riforma in Europa in un periodo antecedente alle attuali situazioni di crisi. Siamo pronti a lavorare con il ministro Lollobrigida e le Regioni per utilizzare al meglio i fondi con regole semplici e meno burocrazia”.
“Nonostante una riduzione della dotazione complessiva per l'Italia, è positiva anche la parte degli asset strategici che ci consente di rafforzare la qualità, la competitività e sostenibilità di alcuni importanti prodotti del made in Italy, che riceveranno 2,64 miliardi di euro - afferma l'europarlamentare Nicola Procaccini, responsabile ambiente ed energia di Fratelli d'Italia e membro della commissione Agricoltura del Parlamento europeo -. Così come sono importanti le misure per l’innovazione e la digitalizzazione, preziose opportunità per garantire risparmio energetico e riduzioni del consumo di acqua”.
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