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Packaging, è la carta il materiale per gli alimenti in maggiore crescita

Nell’imballaggio dei cibi sempre meno plastica. Per le bottigliele aziende, spinte dalla Ue, puntano su riuso e resa dei vuoti più che sul riciclo

di Maria Teresa Manuelli

La start up bresciana The Gin Way ha adottato il cartone Eco-Self Seal Cardboard ideato per proteggere i prodotti di forma cilindrica

4' di lettura

La proposta di riforma del packaging della Commissione Ue presentata a fine novembre e che punta su riuso e vuoto a rendere per bottiglie di plastica e lattine in alluminio mette in discussione la filiera del riciclo italiana. L’obiettivo europeo è ridurre i rifiuti di imballaggio del 15% pro capite per ogni Paese entro il 2040. Secondo la proposta di regolamento, entro il 2030 il 20% delle vendite di bevande take-away dovrà essere servito in imballaggi riutilizzabili o usando i contenitori dei clienti, per arrivare all’80% nel 2040.

«Non accettiamo lo spostamento di paradigma del nuovo regolamento europeo dal riciclo al riuso. È un approccio non suffragato da dati scientifici. Un esempio: il massivo uso di acqua per permettere il riutilizzo», ha commentato Marco Ravazzolo (Confindustria - Politiche industriali e per la sostenibilità) in un recente convegno organizzato da Amaplast e Ucima.

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Del resto l’Italia è uno dei Paesi più virtuosi per quanto riguarda il riciclo. Nel 2021 il riciclo e il recupero degli imballaggi che fa capo a Conai ha generato un miliardo e 525 milioni di euro di benefici ambientali, secondo il Rapporto di Sostenibilità pubblicato a novembre. «Il riciclo – afferma il presidente Conai Luca Ruini – permette di risparmiare non solo materia prima, ma anche energia primaria e CO2. L’Italia è già leader a livello europeo in questo settore dell’economia circolare: siamo il primo fra i grandi Paesi per riciclo pro capite degli imballaggi».

Vuoto a rendere

Sul fronte del vuoto a rendere, comunque, si sono mosse alcune aziende. Ormai dal 2020 l’acqua Levissima promuove il canale di distribuzione porta a porta, rifornendo le famiglie direttamente a casa di casse d’acqua con ritiro gratuito del vuoto. Più recente, invece, l’accordo tra la veneta Fonte Margherita e il gruppo belga Va.s.co. per offrire il servizio di vuoto a rendere in Belgio e Lussemburgo sulle bottiglie in vetro. Mentre la start up di beverage delivery Bevy lo ha attivato su tutto il segmento acqua ma punta a diventare la prima realtà in Italia a offrire questo servizio su altre categorie di bevande.

Cosa ne pensano i consumatori

Il problema della sostenibilità delle confezioni, però, non riguarda solo bottiglie e lattine, ma tutte le confezioni alimentari. «Il green packaging definisce sempre di più le scelte di acquisto food – commenta Silvia Zucconi, responsabile market intelligence & business information di Nomisma – tanto che negli ultimi 12 mesi il 65% delle famiglie italiane ha inserito nel proprio carrello un prodotto perché aveva una confezione più sostenibile. E il 19% ha smesso di acquistare un prodotto perché il packaging non era considerato sostenibile».

E la riciclabilità (per il 56%), assieme ad assenza di overpacking (58%) e alle ridotte quantità di plastica (47%) è tra le caratteristiche più importanti che per gli italiani dovrebbe avere il packaging di un prodotto alimentare, secondo l’ultimo aggiornamento dell’Osservatorio Packaging del Largo Consumo curato da Nomisma. Considerando i materiali, il cartone risulta essere maggiormente percepito come sostenibile nelle bevande (59%). Quando si tratta di prodotti confezionati è invece il vetro il materiale ritenuto più green (67 per cento).

La carta è il materiale preferito

Carta e cartone stanno quindi prendendo piede non solo nelle bevande, ma in tutto l’alimentare, dall’ortofrutta ai surgelati. Tonitto 1939, azienda ligure di gelati, ha dichiarato che nel 2023 il 50% dei sorbetti sarà in cartoncino certificato Fsc (Forest Stewardship Council) con una riduzione del 75% delle emissioni di gas serra. Mentre i nuovi packaging degli ovoprodotti le Naturelle, brand di Gruppo Eurovo, saranno privi di alluminio, CarbonNeutral e realizzati per il 73% con materiali da fonti rinnovabili, che permettono di compensare ogni anno 750 tonnellate di CO2. Natura Nuova, tra le prime in Italia a lanciare brik e confezioni ecosostenibili e certificati Fsc, lo scorso anno ha cambiato anche gli imballi secondari, permettendo una riduzione del 30% di cartone utilizzato. Il materiale si sta affermando anche in un settore delicato come il delivery del vetro. Il team della start up bresciana The Gin Way, per esempio, ha preso la decisione di adottare il cartone Eco-Self Seal Cardboard, appositamente ideato per proteggere i prodotti di forma cilindrica. Realizzato in cartone ondulato e rivestito da una colla autoadesiva in lattice naturale.

Riduzione della plastica

La riduzione o l’eliminazione della plastica è il fine comune quando si parla packaging alimentare. Coca-Cola Hcb è stata riconosciuta dal Dow Jones Sustainability Index 2022 come la più attiva. Tra gli obiettivi raggiunti negli ultimi 10 anni c'è la riduzione dagli imballaggi del 20% di Pet, del 28% di vetro, del 15% di alluminio, oltre alla diminuzione dell'uso di plastica vergine per l’imbottigliamento, grazie alle bottiglie in 100% di Pet riciclato (Rpet). Un’altra introduzione importante sono i “Tethered Caps”, ovvero i tappi uniti alla bottiglia.

Un altro big dell’alimentare, come il Gruppo Nestlé, a livello europeo ha raggiunto l’85% di riciclabilità per i packaging in plastica e ha ridotto del 14% l’utilizzo di plastica vergine per i propri imballaggi. In Italia, dove è stato già conseguito il traguardo del 97% di packaging riciclabile, prosegue l'impegno anche a investire nella creazione di infrastrutture per il riciclo degli imballaggi.

C’è poi chi trova soluzioni innovative, come Apepak, progetto vincitore dell’Oscar Green 2023 - Coldiretti Giovani Impresa, pensato per avvolgere gli insaccati del maiale nero di Calabria Dop, garantendo stabilità del prodotto, proteggendolo dalle muffe, conservandone a lungo i sapori e riuscendo persino a essere riutilizzato. È un fazzoletto di lino, imbevuto di cera d’api 100% naturale, lavabile, riutilizzabile, sostenibile ed ecologico. Apepack sostituisce la plastica e il sottovuoto garantendo un’ottima conservazione anche fuori dal frigo. Tessuto anche per il delivery Cosaporto.it che, oltre a utilizzare solo imballi biodegradabili, sceglie le borse in cotone riciclato e riutilizzabili al posto delle classiche box.

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