Packaging sostenibile, riciclabile e tracciabile: cosa fanno le imprese alimentari
Le mosse di Galbani, Vitavigor, Tonitto, Nestlé, Algida, Besana, Zerbinati, Ferrarelle, Corona e CocaCola. La quota 100% recuperabile è al 6,2% ma va verso una forte crescita
di Maria Teresa Manuelli
I punti chiave
3' di lettura
Secondo una ricerca pubblicata da Market Watch, il settore del green packaging aumenterà a livello globale di ben 154 miliardi di dollari entro il 2028 (+60%) raggiungendo un fatturato superiore a 413 miliardi: un Cagr (tasso annuo di crescita composto, ndr) , dunque, del 6% nei prossimi sette anni. L’attenzione al green è sempre più rilevante anche in Italia: da un’indagine dell’Osservatorio GS1 Italy emerge come la quota dei pack riciclabili al 100% sia al momento solo del 6,2%, ma è destinata a crescere a doppia cifra nei prossimi anni. L’Osservatorio ha anche proposto l’adozione di un “codice a barre per l’ambiente” (progetto “Barcode for environment”), per aiutare le aziende a comunicare in modo chiaro, comprensibile e confrontabile tutte le informazioni sulla sostenibilità e l’impronta ambientale dei loro prodotti.
Le ultime frontiere nei materiali
Ma quali sono i materiali eco-friendly più innovativi utilizzati? Packaging World ne elenca alcuni: si passa dalle alghe marine, studiate in India dal National Institute of Ocean Technology, alla miscela prodotta con fibra di legno, nanoclay (compositi polimerici di argilla dall’elevata solubilità) e lignina dell’Università Aalto di Espoo in Finlandia, dalla carta riciclata, usata per eliminare circa 6,6 milioni di tonnellate di plastica l’anno, agli imballaggi realizzati con il sottoprodotto dei semi di cacao fino al sacchetto per il pane che incorpora bucce d’avena derivanti dal processo di macinazione.In Italia, intanto, l’attenzione delle aziende si concentra al momento soprattutto su carta e plastica riciclata.
L’avanzata della carta
«La sfida più grande per l’alimentare è identificare soluzioni che garantiscano le attuali elevate performance della plastica in termini di conservazione dei prodotti, adatte al contatto con gli alimenti e con un ridotto impatto ambientale – sottolinea Federica Bigiogera, marketing manager di Vitavigor, azienda italiana che sta investendo per rendere sempre più green le proprie confezioni di grissini e snack –. Per il lancio delle nuove linee di snack Vitapop, Vitafit e Vitajoy abbiamo studiato un packaging 100% riciclabile nella carta».
Le confezioni hanno ottenuto la certificazione Aticelca-Associazione tecnica italiana cellulosa e carta, che garantisce la riciclabilità. Anche Galbani (gruppo Lactalis) propone il suo Galbanetto in una confezione composta al 70% da carta riciclabile. Mentre Granarolo ha annunciato la conversione di tutta la gamma Yomo intero dal vasetto di plastica a quello di carta 100% riciclabile (vedi articolo sotto). Smarties, i confettini al cioccolato lanciati nel 1937, è il primo brand dolciario della multinazionale Nestlé a produrre pack in carta sulla totalità della gamma nel mondo. Le confezioni sostituiranno circa 250 milioni di confezioni di plastica vendute a livello globale ogni anno.
Il progetto Ricircola
Ridurre l’impatto della plastica senza eliminarla è comunque possibile. Il progetto di ricerca appena concluso “Ricircola”, ideato e coordinato dal Centro interdipartimentale di Ricerca Industriale Fonti Rinnovabili Ambiente, Mare ed Energia (Ciri Frame) dell’Alma Mater Studiorum-Università di Bologna, aveva come obiettivo migliorare la gestione delle vaschette alimentari in plastica a fine-vita. Così le vaschette in R-Pet prodotte da Ilip per alcuni prodotti Amadori e Apofruit sono state integrate di sensori Rfid che hanno consentito di tracciarle lungo la catena distributiva e nel processo di riconversione. Rispetto all'attuale gestione della plastica, il modello proposto da “Ricircola” aumenta l’efficienza di recupero della plastica del 120 per cento.
Il Pet riciclato
Il R-Pet è quindi una valida alternativa più sostenibile per quelle confezioni che richiedono ancora la plastica. Lo sanno bene l’azienda genovese di gelati Tonitto 1939, che ha convertito il 75% delle confezioni in plastica riciclata o in cartoncino, o Carte d’Or di Algida, la cui gamma di vaschette per gelato è già 100% compostabile, e Besana, tra i leader della frutta secca che si è impegnata a realizzare il 100% di imballaggi riciclabili entro il 2025.
Stesso progetto anche per Zerbinati, specialista di zuppe e verdure pronte: la vaschetta delle nuove Lunch Box è 100% riciclabile e realizzato al 90% da plastica riciclata. Ma il R-Pet conquista anche il settore horeca (bar e ristoranti), dove Ferrarelle ha presentato Infinita, la prima linea 100% in plastica direttamente riciclata dall’azienda. Mentre Corona, marchio di AB InBev, ha annunciato di essere il primo brand beverage al mondo con una “net zero plastic footprint”, ovvero il brand recupera e ricicla più plastica dall’ambiente di quanta ne rilasci.
Tra i colossi del beverage impegnati nella lotta ambientale c’è anche Coca-Cola Hbc Italia che nell’ultimo rapporto di sostenibilità ha dichiarato di aver investito oltre 100 milioni in 10 anni per ridurre il proprio impatto, anche grazie al lancio di KeelClip - confezione in carta 100% riciclabile - e le prime bottiglie con il 100% di R-Pet.
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