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Paesaggio rurale e pratiche agricole tradizionali, 4 ingressi nel Registro

Entrano nel Registro del ministero dell’agricoltura: i sistemi agro-silvo-pastorali del Marghine-Goceano e oliveti terrazzati e pascoli arborati nei territori di Bolotana, Illorai e Lei; i vigneti eroici di Meana Sardo; il paesaggio dei terrazzamenti e della viticoltura delle Cinque Terre; la vite a raggiera del Taburno

di E.Sg.

Una veduta dei tipici terrazzamenti delle Cinque Terre in Liguria, entrati a far parte del Registro nazionale del paesaggio rurale, delle pratiche agricole e conoscenze tradizionali del Masaf

3' di lettura

Il Registro nazionale del paesaggio rurale, delle pratiche agricole e conoscenze tradizionali del Masaf si arricchisce di quattro nuove iscrizioni e arriva a comprendere 36 tipicità della tradizione rurale italiana. Sono tre paesaggi rurali e una pratica agricola tradizionale: i sistemi agro-silvo-pastorali del Marghine-Goceano e oliveti terrazzati e pascoli arborati nei territori di Bolotana, Illorai e Lei in Sardegna; i vigneti eroici di Meana Sardo; il paesaggio dei terrazzamenti e della viticoltura delle Cinque Terre, in Liguria; la vite a raggiera del Taburno in Campania.

«Grazie al continuo lavoro di monitoraggio del territorio e all’impegno per tutelare e valorizzare i paesaggi rurali, insieme alle tradizioni agricole e al patrimonio agroalimentare che li contraddistinguono e caratterizzano, accogliamo nel Registro nazionale quattro nuove iscrizioni. Ognuna di esse è simbolo della nostra terra e della nostra cultura e contribuisce a rendere la nostra Nazione unica al mondo», ha commentato il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida, firmando il decreto.

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Del resto la ricchezza del patrimonio agroalimentare italiano è sempre più al centro di attenzione sia dal punto di vista di uno sviluppo integrato (premiato anche ad esempio dalle Spighe Verdi di Confagricoltura) sia da un punto di vista più strettamente turistico, con i “souvenir enogastronomici” divenuti una parte significativa delle spese di chi viaggia in Italia.

Il Registro, ricordano dal ministero «ha l’obiettivo di valorizzare e tutelare il paesaggio rurale e le sue tradizioni agricole, nonché il patrimonio agroalimentare espressione di questi territori. Le candidature, presentate dagli enti territoriali, vengono vagliate dall’Osservatorio nazionale del paesaggio rurale, delle pratiche agricole e conoscenze tradizionali, che ha il compito di identificare e catalogare i paesaggi rurali tradizionali o di interesse storico, insieme alle pratiche e alle conoscenze correlate.

La tipicità dei pascoli sardi tra Sassari e Nuoro

Il paesaggio “Sistemi Agro-Silvo-Pastorali del Marghine-Goceano. Oliveti terrazzati e Pascoli Arborati nei territori di Bolotana, Illorai e Lei” comprende una fascia di transizione tra le province di Nuoro (i comuni di Bolotana e Lei) e Sassari (comune di Illorai). «Il processo evolutivo che ha interessato il territorio ha modificato, ma non cancellato, i tradizionali modelli agricoli, legati alle peculiari condizioni locali, sia ambientali che storico-culturali – si legge sul sito del ministero – conservando il sistema di campi chiusi peri-urbani (Hortus) e i pascoli arborati della tradizionale Agroforestry, in particolare i sistemi della Livestock Agroforestry». Nei 1.916 ettari perimetrati dell’area, vi è un sistema di oliveti terrazzati con muretti di pietra a secco che verso valle lascia spazio a estesi pascoli arborati.

I vigneti eroici del nuorese...

Il paesaggio “I vigneti eroici di Meana Sardo” «evidenzia la persistenza di un modello conservativo di viticoltura ad uva da vino, basato sull’allevamento ad alberello sardo di vitigni locali a bacca rossa. Il terroir locale si caratterizza per l’elevata resilienza dell’allevamento ad alberello ancorché sempre di più si stia sviluppando il ricorso a basse spalliere». Alla particolarità contribuisce anche l’elevata altimetria, «con la localizzazione del comprensorio viticolo a una quota sempre superiore ai 500 metri sul livello del mare, con punte di 765 metri».

...e i vigneti eroici delle Cinque Terre

Il “Paesaggio dei terrazzamenti e della viticoltura delle Cinque Terre” è stato proposto dal Parco Nazionale delle Cinque Terre.Il sito è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità Unesco, in quanto paesaggio culturale unico al mondo in virtù dei suoi terrazzamenti che degradano dalle colline verso il mare. «Il paesaggio terrazzato ha una forte valenza storica – sottolineano al Masaf – con ritrovamenti che testimoniano il ricorso a tali tecniche costruttive fin dai primi insediamenti romani. La significatività è definita sia con riferimento alle caratteristiche del mosaico paesaggistico sia per la presenza di ordinamenti colturali tradizionali sia per le sistemazioni idraulico-agrarie evidentemente leggibili sul territorio e riconoscibili».

La vite a raggiera del Taburno

La pratica agricola tradizionale “Vite a raggiera del Taburno” è stata proposta dal Cnr Ispc - Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale. «Fin dal I secolo aC ve ne è cenno nei manuali agricoli e spesso nelle storie di Plino Il Vecchio vi si fa riferimento – si legge nelle motivaizoni di accoglimento della candidatura –. A Pompei, inoltre, è stato riportato alla luce un dipinto di viticoltori che coltivavano a raggiera. In età romana la pratica era diffusa su quasi tutti i versanti del Taburno e sulle superfici collinari alle pendici dei principali massicci e catene montuose che delimitavano l’ager Campanus (province di Napoli e Caserta) in direzione del Latium e del Samnium, con l’aggiunta del Vesuvio dove era in alternanza con la pergola». La pratica continua ad essere attuale e a svolgere un preciso significato culturale per la comunità di Solopaca.


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