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Pagamenti, dominano i colossi americani. In Europa scatto di Nexi

Il mercato italiano ha forti potenzialità di sviluppo essendo la quota del contante sui pagamenti superiore alla media europea

di Antonella Olivieri

Ansa

2' di lettura

Dopo un 2020 piatto, torna la crescita per le pay tech che vede, dal lato dei principali player, l’italiana Nexi balzare alla quarta posizione in Europa per ricavi, grazie all’integrazione con Sia e all’acquisizione della danese Nets. Dalla prima ricognizione internazionale sul settore (un mercato che a fine 2019 valeva 2mila miliardi di dollari a livello globale) realizzata dall’Area studi Mediobanca emerge anche che il mercato italiano ha forti potenzialità di sviluppo essendo la quota del contante sui pagamenti superiore alla media europea, sia dal lato del valore - 58% in Italia contro 48% in Europa - sia dal lato del volume - 83% contro 73%.

Le maggiori 25 società hanno mosso nel 2020 un giro d’affari di 140 miliardi (-2% sul 2019). Le prime cinque pesano per il 59,2% e sono tutte made in Usa: American Express (22,9 miliardi di euro), Visa (17,8), PayPal (17,5), Mastercard (12,5), Fiserv (12,1). L’88% dei ricavi dell’aggregato fa comunque capo a società a stelle e strisce. In Europa la classifica 2020 - pro-forma con le acquisizioni realizzate - è dominata dalla francese Worldline (4,8 miliardi), mentre l’italiana Nexi, nata da un’operazione di private equity, è balzata dalla nona alla quarta posizione, con 2,9 miliardi di ricavi complessivi, dietro alle filiali europee di Mastercard (4,4 miliardi) e Visa (3,1 miliardi). Per i 25 big mondiali i primi nove mesi del 2021 hanno visto i ricavi in crescita a 110,6 miliardi, con un progresso del 14,5% lato Usa e dell’11,6% lato Europa. Il reddito operativo è migliorato del 17%, con un +24,1% per i gruppi europei.

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In Italia il mercato di pagamenti vale 245,8 miliardi (-8,8% rispetto al 2019). Il grosso viene dall’attività retail tradizionale che, con 180,5 miliardi, rappresenta il 73% del totale. La parte dei pagamenti digitali, che sfiora i 40 miliardi (di cui 35,5 miliardi relativi a strumenti prepagati-moneta elettronica), è però quella più dinamica con un tasso medio annuo di crescita del 7,1% nel triennio 2018-2020 che si confronta col -6,7% dell’attività tradizionale.

In arrivo multe a chi non accetta pagamenti con carte e bancomat

A fine 2020 era in circolazione in Italia uno stock di moneta elettronica del valore di 11,4 miliardi, di cui 7,3 miliardi (64,4%) attribuibili agli istituti di moneta elettronica, che sono cresciuti di oltre il 40% nell’ultimo anno, mentre i restanti 4,1 miliardi fanno capo alle banche (in questo comparto la crescita è stata dell’8,6%). Il complesso di start up e pmi innovative italiane ha realizzato nel 2020 ricavi per 240 milioni, in crescita del 25,7% sull’anno prima, tuttavia a fronte di un peggioramento del risultato operativo del 19,8%. In questo comparto lo scorso anno hanno chiuso in territorio positivo solo le società che si occupano di soluzioni di pagamento e i Pos innovativi, con un risultato netto pari rispettivamente al 14,2% e al 3,1% dei ricavi.

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