Pagelle fiscali, il Fisco non chiederà più i dati a 2 milioni di partite Iva
La delega prevede un superamento graduale dell’attuale sistema per attestare l’affidabilità dei contribuenti ai fini tributari
di Marco Mobili e Giovanni Parente
2' di lettura
Niente più voti dal Fisco. La riforma attesa giovedì 16 marzo in Consiglio dei ministri sancisce l’addio graduale alle pagelle fiscali. Si profila, dunque, uno stop per circa 2 milioni di partite Iva, che ancora sono soggette all’obbligo di compilare il modello degli Isa e sono vincolate al responso del voto che certifica l’affidabilità agli “occhi” dell’amministrazione finanziaria. Un percorso quello avviato dalla delega che si iscrive nel più ampio filone della piena valorizzazione dei già tanti dati a disposizione nei database del Fisco: dalla fattura elettronica ai dati delle liquidazioni periodiche Iva.
Superamento graduale
Il Ddl di delega mette nero su bianco che il superamento degli Isa (indicatori sintetici di affidabilità fiscale), che dall’anno d’imposta 2018 hanno preso il posto degli studi di settore, sarà «graduale». La prospettiva che il Governo delinea per il nuovo Fisco è razionalizzare gli obblighi dichiarativi, arrivando quindi gli adempimenti anche attraverso la riduzione degli adempimenti.
La platea già ridotta
Del resto, già negli anni d’imposta 2020 e 2021 si era assistito a una riduzione della platea dei soggetti obbligati alla compilazione delle pagelle fiscali e ad adeguarsi a un certo livello di importi da dichiarare per garantirsi un voto elevato. L’emergenza Covid ha portato a un ampliamento degli esoneri alle categorie e agli operatori maggiormente provati dall’effetto della crisi economica.
Il concordato preventivo
Il graduale superamento delle pagelle fiscali va poi letto nella prospettiva più ampia a cui la delega punta nella riscrittura delle regole del processo accertativo. Per le attività economiche di minori dimensioni sarà, infatti, previsto un concordato preventivo biennale. In pratica proprio sulla base delle informazioni disponibili nelle banche dati con la fatturazione elettronica o gli scontrini telematici, l’Agenzia formula una proposta al contribuente il quale se accetterà quanto concordato potrà pagare ai fini delle imposte dirette quanto stabilito per i due anni successivi senza il rischio di incappare in successivi controlli.
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