Palermo, i Cantieri culturali rilanciano le aree abbandonate
In un anno investiti oltre tre milioni nell’archeologia industriale
di Nino Amadore
2' di lettura
Un’area abbandonata o quasi per anni. Che è tornata a nuova vita, anzi di più. È tornata a essere produttiva. Parliamo dei Cantieri culturali alla Zisa, a Palermo: una vasta area di archeologia industriale, un tempo utilizzata dai cantieri Ducrot che con l’architetto Basile fecero la fortuna dei Florio.
Oggi è il polmone culturale di Palermo, una cittadella con 39 spazi (di cui 7 in corso di recupero) occupati da associazioni, enti del Terzo settore, musei, accademie e una grande piazza. Una cittadella all’interno della quale l’anno scorso si sono svolte, al netto degli eventi direttamente gestiti dal Comune di Palermo, oltre mille attività per un totale di quasi 76mila presenze. Non solo: nel 2018 sono state 420 le persone che a vario titolo hanno lavorato alla gestione delle attività tra festival, musicali teatro, convegni, proiezioni cinematografiche, manifestazioni enogastronomiche, manifestazioni sulla rigenerazione urbana e attività di fablab e accelerazione di imprese, e così via. Sempre l’anno scorso sono stati sostenuti, per le attività, investimenti per oltre tre milioni di euro (sempre al netto dei costi affrontati per le attività direttamente organizzate dal Comune di Palermo). Per il 2019 la previsione è di una crescita delle attività del 40% con tutto ciò che ne consegue. «Questo luogo – spiega Filippo Pistoia di Cre.Zi.Plus (l’associazione che all’interno dei Cantieri ha creato un coworking e gestisce altri spazi) – che è passato nel giro di un anno da zero visitatori a una media 30mila visitatori al mese. Un lavoro di rigenerazione che è stato a costo zero per le casse del Comune».
Da qualche mese gli “abitanti” dei Cantieri si sono dati un’organizzazione stabile con una governance per lo spazio comune di cui sono quotidianamente protagonisti. E soprattutto l’obiettivo è quello di aprire i Cantieri alla città spalancando anche quelle porte che sono chiuse: il quartiere della cultura e della bellezza, attaccato al grande parco e al Castello della Zisa. Che sta portando anche benefici alla zona circostante in termini immobiliari ma anche di innovazione sociale con una contaminazione positiva nel cuore di un quartiere, la Zisa appunto, considerato parente povero del centro storico ormai alle prese con problemi opposti: la gentrificazione e la presenza massiva di turisti.
L’ultimo progetto si chiama “Cuochi in Residenza” in sinergia con “Cantiere Cucina”, la Social Kitchen di Cre.Zi. Plus. «Il nostro è un progetto d’incubatore d’impresa, in modo particolare di imprenditoria culturale e creativa, all’interno del quale c’è anche il food. Nell’ambito dello sviluppo di progetti che ruotano in questo ambito – spiega Pistoia - , abbiamo creato una start up d’impresa che si chiama “Cantiere Cucina” che gestisce lo spazio di ristorazione e il bistrò del Cre.Zi. Un progetto nel quale a rotazione una volta al mese dei cuochi che vivono a Palermo o provengono da altri posti useranno il nostro spazio come loro ristorante per promuovere un determinato messaggio. Avremo un cuoco tedesco di Stoccarda, uno ungherese, una cuoca di Taiwan, ospiti scelti per offrire il più ampio spettro geografico. Ogni serata sarà legata a un particolare progetto - sociale, musicale, teatrale, artistico - che creerà condivisione e unirà attorno e grazie al cibo».
loading...