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C’è un pezzo di Sicilia sulla nave rompighiaccio “Laura Bassi”, la nave di proprietà dell’Istituto di Oceanografia e geofisica sperimentale (Ogs): l’armatore è PB Tankers, società di proprietà della famiglia palermitana Barbaro, che affonda le sue radici nello shipping da cinque generazioni e, grazie al mare e alla passione per questo settore, è considerata in Italia una delle famiglie di maggior tradizione nell’ambito dell’imprenditoria navale.
La “Laura Bassi” ha infranto un record mondiale raggiungendo il punto più a Sud della Terra navigando nella Baia delle Balene del Mare di Ross in Antartide e con questo record il Gruppo Barbaro non fa mistero di rinnovare e consolidare la storica tendenza a essere pionieri: sono stati, per esempio, i primi in Europa a costruire nel 1992 presso un cantiere italiano una petroliera Aframax a doppio scafo e primi a conseguire in ambito armatoriale le certificazioni ISO 9002 e ISO 14001. «Il nostro futuro – dice Federica Barbaro, amministratore delegato di PB Tankers e consigliere di Confitarma – è seguire l’evoluzione dei tempi e della tecnologia con l’obiettivo di supportare i nostri clienti: da Ogs alla filiera energetica mediterranea fornendo a clienti e partner, servizi ad alto valore aggiunto in termini di sostenibilità, sicurezza e qualità nel rispetto delle tematiche ambientali e della transizione energetica». Negli ultimi anni il Gruppo è concentrato sulla costruzione di petroliere a doppio scafo di 51mila tonnellate di capacità di carico e classe ghiaccio 1A.
E al Gruppo Barbaro, alla famiglia imprenditoriale, ha reso omaggio recentemente il Comune di Palermo con l’intitolazione di una via e la scopertura di una targa viaria dedicata al capostipite “Pietro Barbaro, armatore e Capitano Marittimo (1849-1898)”.
L’avventura imprenditoriale della famiglia Barbaro risale al XVII secolo quando a Palermo il capitano Pietro Barbaro arma la sua flotta e comincia l’attività di trasporto marittimo, raccogliendo l’eredità del padre Marcello, facendo del mare la propria fonte di guadagno e così gettando le basi della fortuna familiare. La prosperità del gruppo aziendale venne poi notevolmente accresciuta da Pietro durante l’età Crispina: egli intuì i risvolti delle trasformazioni in atto, prevedendo nuovi possibili approdi e sfruttando al meglio le opportunità. «La famiglia Barbaro – ha scritto lo storico Marcello Saija – è uno dei pochi casi di impresa che ha saputo salvare l’identità, senza perdere l’indipendenza: nella società complessa della globalizzazione e dei progressivi accorpamenti societari, i Barbaro hanno saputo resistere offrendo un esempio di sviluppo sostenibile e di crescita economica, che, in sintesi, esprime anche un valore morale di eccezionale spessore». Siamo in presenza di un gruppo imprenditoriale che punta su qualità di vita e di lavoro «e ciò – dicono dall’azienda – spiega ampiamente gli sviluppi successivi e permette di capire come la famiglia Barbaro fa ormai parte integrante di quel tessuto imprenditoriale locale dal quale emerge la dinastia coeva dei Florio». «In oltre due secoli di storia – dice ancora Federica Barbaro –, ci siamo presi cura di diverse tipologie di carico, lavorando in diversi paesi, mantenendo sempre la stessa professionalità, attenzione ai dettagli. Questa esperienza ha permesso di offrire soluzioni all’avanguardia per ogni singolo settore e merce».
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