coppa america

Panerai sale a bordo di Luna Rossa. Per New Zealand tre nuovi sfidanti

di Antonio Vettese

(Ansa)

3' di lettura

Lo skipper Max Sirena ha presentato ieri a Ginevra l’arrivo a bordo della barca che ha sfidato il team New Zealand per la prossima Coppa America dello sponsor Panerai. Che al team arrivi una dotazione non solo di preziosi misuratori del tempo ma anche di denaro è del tutto positivo. Il logo si aggiunge a quelli di Prada e Pirelli, è un po' più piccolo e sarà sulla vela: senza arrivare a contare i centimetri quadrati si può indovinare che sarà una percentuale interessante degli almeno 90 milioni che sono il budget dell'impresa. «È una vecchia storia ormai, ma il tempo in Coppa è fondamentale – ha detto lo skipper Max Sirena – non lo puoi comprare e devi essere sempre puntuale. Abbiamo per esempio un giorno di anticipo sul piano di costruzione della barca che vareremo a luglio». Dopo il varo di luglio inizieranno gli allenamenti e la preparazione per il primo grande evento che sarà in Sardegna in ottobre.

La decisione di salire su Luna Rossa è stata presa dal nuovo ceo del marchio italiano, posseduto dal gruppo Richemont, Jean Marc Pontrué che vede «valori comuni nella sfida tecnologica». Intanto arriva un orologio con il quadrante realizzato con pezzi di vela e la cassa in CarboTech, materiale a base di fibra di carbonio. Finora Panerai ha costruito il suo successo con un grande circuito dedicato alle vele d'epoca e ora cambia rotta navigando verso la vela più tecnologica e di alte prestazioni. A dire il vero era già stata con Team Oracle alle Bermuda in una fase di assaggio che evidentemente è piaciuta.

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Nelle scorse settimane è cresciuta la famiglia della Coppa, sono arrivati infatti tre nuovi sfidanti, con loro a tentare di portar via dal Royal New Zealand Yacht Squadron la Coppa saranno in sei, almeno tre sono molto forti e ben finanziati. Oltre all’italiano Luna Rossa di cui sappiamo molto ci sono l’inglese Ineos per il Royal Yacht Squadron, l'americano American Magic iscritto con il New York Yacht Club.

È nuovo un secondo sindacato americano che prende lo storico nome di Stars & Stripes e lancia la sfida attraverso il Long Beach Yacht e ha come uomini chiave Mike Buckley e Taylor Canfield. L'ambizione, non ha caso hanno scelto un nome piuttosto simbolico, è di essere assolutamente nazionali nello spirito, gli uomini e le risorse. È qui che gli americani diventano “favoriti” in tecnologia, in una maniera per cui le piccole università neozelandesi e le buone idee italiane fanno fatica a competere: il tema infatti sono le ricerche aeronautiche e soprattutto la possibilità di disporre di ingegneri militari che si occupano di eliche in mare e di volo aereo in condizioni difficili, una cosa che somiglia al comportamento delle pinne che servono alle barche per alzarsi sull'acqua.

Accettato prima della fine dell'anno Malta Altus Challenge condotto dall'imprenditore italiano Pasquale Cataldi, sostenuto dal Governo maltese che ha finanziato la prima parte del lancio della sfida, avrà skipper l'inglese polimedagliato Iain Percy, che porta un nucleo di fedelissimi che hanno navigato con lui su Artemis dell'imprenditore svedese Torbjorn Tornqvist, un petroliere che potrebbe finanziare in parte l'impresa dopo aver rinunciato a partecipare in prima persona.

Infine il team olandese Dutch Challenge, che sfida attraverso due club che si sono associati, il Royal Netherlands Yacht Club Muiden e il Royal Maas Yacht Club, skipper sarà il veterano di Coppa e giro del mondo Simon Tienpoint. Un piccolo problema, almeno di gusto se non sostanziale, sarà la estrema somiglianza del leone inserito nel logo del team con quello del Moro di Venezia.

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