Pannelli in legno, la carenza di urea mette a rischio l’attività produttiva
La scarsità di uno degli elementi fondamentali nella fabbricazione dei pannelli porta ad aumenti di prezzo insostenibili. Il prezzo è passato dai 250 dollari alla tonnellata di agosto 2020 ai 900 dell’ultimo mese
di Giovanna Mancini
3' di lettura
I rincari record del gas fanno sentire i propri effetti anche sull’industria dei pannelli, e di conseguenza dell’arredamento, sebbene si tratti di settori industriali non particolarmente energivori. A mettere in allarme le imprese sono i forti incrementi di prezzo e ora anche la carenza di urea, un componente base che si ottiene dalla condensazione del gas naturale e che serve come base per realizzare i collanti (come la melammina) necessari alla produzione dei pannelli. «Il costo dell’urea è passato dai 250 dollari a tonnellata di agosto 2020 ai 650 di settembre scorso e questo già stava creando tensioni sul mercato – spiega il presidente di Assopannelli, Paolo Fantoni –. Ma nell’ultimo mese il prezzo è arrivato a 900 dollari a tonnellata».
Interrotta la produzione
Inoltre, i principali produttori europei di urea (in Regno Unito, Ucraina, Croazia e l’unico in Italia, la Yara di Ravenna), hanno interrotto temporaneamente la produzione, proprio a causa dei rincari del gas e di conseguenza inizia a scarseggiare anche la melammina. «Per ora i produttori di pannelli hanno accettato i rincari pur di mantenere attiva la produzione e dare seguito ai rapporti di fornitura, per non creare default alle aziende dell’arredo nostre clienti», spiega Fantoni, che non rileva al momento casi di fermi produttivi, ma precisa che molte aziende stanno riorganizzando le produzioni per fare fronte alla carenza di collanti. Lo stesso gruppo Fantoni ha sospeso la vendita di pannelli idrorepellenti, per riservare la melammina disponibile alle linee di pannello nobilitato. Conferma le difficoltà Alessandro Saviola, presidente dell’omonimo gruppo produttore di pannelli, ma proprietario anche di Sadepan, che produce collanti a partire proprio dall’urea. «Abbiamo dovuto interrompere per qualche giorno la produzione di collanti e di conseguenza anche quella delle presse per la nobilitazione dei pannelli con carta melamminica, ma ci siamo organizzati in modo da assicurare le forniture ai nostri clienti storici senza ritardi. Purtroppo, siamo costretti a rifiutare alcuni ordini troppo impegnativi o richieste di clienti occasionali».
Preoccupa la durata della situazione
Quello che preoccupa di più è la durata di questa situazione: «Per ora stiamo mantenendo ritmi regolari di produzione – dice Giuseppe Conti, titolare di Saib –. Ma i nostri fornitori ci hanno annunciato il possibile contingentamento dei materiali, quindi il rischio che nei prossimi mesi si possa arrivare a fermi produttivi c’è». Un bel problema, in questo momento di grande domanda del mercato. «Se la situazione dovesse aggravarsi o protrarsi troppo a lungo è difficile dire cosa succederà – ammette Paolo Fantoni –. Si rischia uno squilibrio tra domanda e offerta che qualcuno alla fine dovrà pagare».
Il costo dei pannelli
Il costo dei pannelli ha registrato negli ultimi 12 mesi sei aumenti di listino, fino al raddoppio per i pannelli truciolari e a un +80% per quelli in Mdf (i modelli più tecnologici). I rincari stanno arrivando a valle della filiera e la preoccupazione si diffonde anche tra i produttori di mobili, già alle prese con gli aumenti di tutte le materie prime. I pannelli costituiscono infatti la base per molte produzioni. «Le nostre imprese stanno facendo uno sforzo incredibile per non trasferire al consumatore finale questi extra-costi, ma la parabola di crescita non sembra volersi fermare – osserva Maria Porro, presidente di Assarredo –. In un settore con forte vocazione all’export, la competitività sul prezzo e la capacità di rispondere in tempi rapidi alla domanda sono elementi chiave e la situazione rischia di compromettere entrambi. Le nostre aziende hanno dimensioni inferiori rispetto ai competitor etseri e quindi una minore capacità di assorbire gli aumenti di prezzo».
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