Musica

Paolo Fresu, la passione indomita del raccontarsi e di scoprire talenti

JazzMi omaggia l’artista e i 10 anni della sua Tuk Music

di Cristiana Allievi

Paolo Fresu (@Michele Stallo)

4' di lettura

Una mostra con sessanta copertine realizzate da illustratori da tutto il mondo. Un film che racconta l'articolata filiera della produzione musicale indipendente. Un concerto che accosta note e prospettive dei nomi più interessanti del panorama musicale nazionale del momento.

Così la rassegna JazzMi rende omaggio a Paolo Fresu e ai 10 anni della sua Tuk Music. Che non è solo una casa discografica ma un marchio di qualità del jazz italiano e internazionale e visione artistica declinata in diversi settori.

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Il 23 e il 24 ottobre vedremo il trombettista e flicornista sardo Paolo Fresu fra lo spazio Volvo, il Conservatorio e il cinema Anteo. E dopo questa parentesi milanese, l'artista si sposterà a Bolzano per inaugurare la stagione dello Stabile, il 28 ottobre, con la nuova opera teatrale Tango Macondo. Diretta da Giorgio Gallione lo vedrà presente con i compagni di viaggio Daniele Di Bonaventura e Pierpaolo Vacca, a guidare gli spettatori in un viaggio musicale dal vivo, un vortice di parole e suoni, tango e musica popolare, scrittura e tradizione orale.

Disco

Una colonna sonora che diventerà anche un disco - disponibile in digitale dal 29 ottobre, e dal 26 novembre su cd e doppio vinile - con interventi di Malika Ayane, Tosca ed Elisa. Una festa in grande stile, quella che vedrà al centro la sua Tuk Music: una mostra e un film il 23 ottobre, un concerto il giorno successivo.

«Sono tutti strumenti con cui racconto me stesso. Le copertine radunate nella mostra Tuk Ten sono quelle dei dischi prodotti in questi anni ed erano già state presentate in anteprima assoluta al festival di Berchidda, poi sarebbero dovute andare in mostra alla Triennale. Mentre il film, con lo stesso titolo della mostra, è stato prodotto e montato da Roberto Minini Merot, un regista che aveva già girato 365 Paolo Fresu – Il tempo di un viaggio».

«Tuk Ten è stato girato con mezzi di fortuna, quelli che ognuno aveva in casa propria quando eravamo confinati. I contributi sono molti, da Ornella Vanoni a Giuliano Sangiorgi, dai Colle der Fomento a Uri Caine, Omar Sosa, e poi Jaques Morelembaum da Rio de Janeiro, Steve Bernstein da New York e molti altri. Oltre ai musicisti ci sono artisti visivi, illustratori, poeti, video maker e anche agenti, uffici stampa, distributori. Abbiamo voluto mostrare anche come si stampa un cd, prima ancora di portarlo nei negozi, dettagli che gli appassionati di musica non conoscono. È un racconto della musicografia indipendente che travalica il racconto dell'etichetta».

Paolo Fresu, una mostra per un grande artista

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Come sarà invece il concerto Around Tuk?

«Dirigerò un gruppo con alcuni dei nostri artisti più importanti, sarà una specie di riassunto musicale inedito».

Come si lascia il segno restando lontani da una logica commerciale?

«Con tantissima passione, innanzitutto. Siamo nati con l'idea di fare cose belle e di portare per mano gli artisti sotto un'etichetta che li aiutasse a tessere conoscenze. Per esempio Raffaele Casarano ha girato con Dhafer Youssef, il mio caro amico tunisino, e Luca Aquino aveva iniziato a suonare con Manu Katché, batterista dei Police e di Peter Gabriel. Avendo una vita di artista ho potuto reinvestire una parte dei miei guadagni in quella che è anche vetrina per giovani artisti. Abbiamo sorpassato anche i momenti più difficili, il guado delle tracimazioni e delle secche. Io sono uno che non vede l'ora di cercare un nuovo illustratore da affiancare a un'opera -oggi ne abbiamo dal Madagascar, da Tokio, Vienna e dalla Polonia - o di pensare all'aforisma che caratterizzerà il prossimo album. Non si tratta solo di produrre un disco e metterlo sul mercato, ma di costruire un'opera d'arte, fatta di musica in primis, ma non solo».

Si serve anche di talent scout?

«Ascolto tutto quello che mi viene spedito, per passione ed educazione, e rispondo a tutti coloro che mi scrivono. È un fatto di rispetto, quando l'altro ti manda qualcosa è frutto di un lavoro enorme, e il fatto che qualcuno l'abbia ascoltato è di per se un grande risultato. Soprattutto in una società in cui non ci si occupa nemmeno un minuto degli altri».

Aneddoti su scoperte importati?

«Parigi, stazione di Saint-Lazare. Si avvicina un ragazzo che stava andando a suonare a Bruxelles, mi saluta e mi da un master con il suo numero di telefono. Tornando a casa lo ascolto, mi piace molto, lo richiamo. Attraverso quell'ascolto casuale di qualcosa ritrovato in una stazione ferroviaria è nato un bellissimo rapporto con Raffaele Casarano, a cui ho fatto incidere il primo disco dopo il mio per la Tuk, lo intitolammo Argento».

Il 28 ottobre sarà allo Stabile di Bolzano con Tango Macondo, perché questo titolo?

«È una storia sulla letteratura fantastica sudamericana, con il realismo onirico di Marquez e Borges. Un viaggio liberamente ispirato al libro Il Venditore di Metafore di Salvatore Niffoi, che però parte dalla Sardegna, con due che decidono di andare a vendere le metafore per la regione, poi salpano per l'Argentina, da cui il tango, mentre Macondo è il mondo immaginario di Marquez».

La musica diventerà anche un disco in cui ha coinvolto tre musiciste, Elisa, Malika e Tosca...

«Quando ho pensato al tango ho immaginato tre donne, non tre uomini, e tre brani straordinari. Volver è per Elisa, mentre Malika cantrà Alguien le dice al Tango e Tosca lo stupendo El día que me quieras».

È vero che nonostante 35 anni di successi del suo festival a Berchidda, ogni anno riparte da zero con l'approvazione del budget?

«Quest'anno c'è anche un contenzioso con la regione Sardegna. L'anno scorso è stato fatto un “click day” per le manifestazioni e in 4 secondi sono stati bruciati tutti i fondi. Sono stati distribuiti a destra e a manca a chi li meritava e a chi no, noi evidentemente non li meritavamo, perché non siamo riusciti a entrare nel sistema. Eppure siamo stati fra i primi ad annunciare la ripresa e non abbiamo avuto nemmeno un caso di Covid mentre in Costa Smeralda i numeri impazzavano. Quindi manchiamo del finanziamento dello scorso anno, abbiamo fatto una cordata con gli operatori esclusi e il Tar ci ha dato ragione. Per quest'anno siamo a ottobre ma ancora non è stato aperto un bando per i finanziamenti dall'Assessorato al Turismo. Siamo precari con 35 anni di storia, con una manifestazione che a detta di tutti è fra le più importanti in Italia».

Tutte le date dello spettacolo Tango Macondo: dal 28 al31 ottobre: Bolzano, Teatro Comunale, dal 2 al 7 novembre Milano, Teatro Carcano, dall’8 al 10 novembre Monfalcone, Teatro Comunale, dal 3 al4 dicembre: Rovereto, Teatro Zandonai e dal 7 al 12 dicembre Roma, Teatro Quirino.

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