Papa Francesco: «Stati incapaci di soluzioni comuni su migranti e clima»
Si tratta di questioni di giustizia, che non possono essere ignorate o rinviate. Intanto arriva una rivoluzuione al Sinodo
I punti chiave
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«La pandemia ci ha resi più consapevoli della nostra interdipendenza in quanto membri dell'unica famiglia umana, come pure della necessità di essere attenti ai poveri e agli indifesi che ci sono tra noi», ma «ci ha reso anche consapevoli che la comunità internazionale sta vivendo una crescente difficoltà, se non l'incapacità, di cercare soluzioni comuni e condivise ai problemi del nostro mondo». Lo ha detto Papa Francesco ricevendo in Vaticano i nuovi ambasciatori.
C’è un dovere morale intergenerazionale
«A questo proposito - ha sottolineato il Papa -, penso alla necessità di affrontare questioni globali urgenti come quelle delle migrazioni e del cambiamento climatico, nonché le crisi umanitarie che spesso ne derivano. Penso anche al debito economico che grava su molti Paesi che lottano per sopravvivere, e al 'debito ecologico' che dobbiamo alla natura stessa, nonché ai popoli e ai Paesi colpiti dal degrado ambientale causato dall'uomo e dalla perdita di biodiversità. Questi problemi non sono semplicemente politici o economici; sono questioni di giustizia, una giustizia che non può più essere ignorata o rinviata. Si tratta infatti di un dovere morale intergenerazionale, perché la serietà con cui rispondiamo a tali questioni determina il mondo che lasciamo ai nostri figli».
I cattolici preghino per la pace tra israeliani e palestinesi
«Il mio pensiero va a quanto sta accadendo in questi giorni in Terra Santa. Ringrazio Dio per la decisione di fermare gli scontri armati e auspico che si percorrano le vie del dialogo e della pace», ha detto il Papa ai nuovi ambasciatori. Il Papa ha chiesto a tutti i vescovi e a tutti i cattolici del mondo di pregare domani sera, veglia di Pentecoste, per la pace tra israeliani e palestinesi. «Domani sera - ha detto Papa Francesco, nell'udienza ai nuovi ambasciatori -, gli Ordinari cattolici di Terra Santa celebreranno insieme ai loro fedeli la veglia di Pentecoste nella chiesa di Santo Stefano a Gerusalemme, implorando il dono della pace. Colgo l'occasione per chiedere a tutti i pastori e i fedeli della Chiesa Cattolica di unirsi a loro in preghiera. Che si elevi in ogni comunità la supplica allo Spirito Santo affinché israeliani e palestinesi possano trovare la strada del dialogo e del perdono, per essere pazienti costruttori di pace e di giustizia, aprendosi, passo dopo passo, ad una speranza comune, ad una convivenza tra fratelli».
Diplomazia vaticana impegnata per bene comune e pace
La ricerca della pace è in primo piano nell'opera della diplomazia vaticana, ha detto il Papa ai nuovi ambasciatori. «La Santa Sede, attraverso le sue rappresentanze diplomatiche e la sua attività all'interno della comunità internazionale, sostiene ogni sforzo - ha sottolineato Papa Francesco - per costruire un mondo in cui la persona umana sia al centro, la finanza al servizio di uno sviluppo integrale e la Terra, la nostra casa comune, sia protetta e curata. Attraverso le sue opere di educazione, carità e assistenza sanitaria in tutto il mondo, la Chiesa si adopera in favore del bene comune, promuovendo lo sviluppo delle persone e dei popoli, e in questo modo cerca di contribuire alla causa della pace».
Con il dialogo cogliere esperienza diversità culturale
«Possiamo cercare insieme la verità nel dialogo, nella conversazione pacata o nella discussione appassionata. È un cammino perseverante, fatto anche di silenzi, per raccogliere con pazienza la vasta esperienza delle persone e la diversità culturale dei popoli», ha sottolineato Papa Francesco in un tweet nella Giornata mondiale della diversità culturale per il dialogo e lo sviluppo.
Intanto Francesco rivoluziona il Sinodo
Intanto arriva una nuova 'rivoluzione' nella Chiesa di Papa Francesco: l'assemblea che normalmente coinvolgeva solo i vescovi per decidere sulle grandi questioni ora partirà dal basso con la partecipazione di tutti i cattolici. Il Sinodo non sarà dunque «solo un evento, ma un processo che coinvolge in sinergia il Popolo di Dio, il Collegio episcopale e il Vescovo di Roma, ciascuno secondo la propria funzione», spiega la Santa Sede. Il percorso per la celebrazione del Sinodo si articolerà in tre fasi, tra ottobre 2021 e ottobre del 2023, con una fase diocesana, una continentale, fino a quella conclusiva a livello di Chiesa Universale.
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