Antonio Pappano celebra la musica di Morricone
Cecilia Bartoli, nell'unica data italiana, apre la Sagra Malatestiana di Rimini
di Angelo Curtolo
2' di lettura
Grandi direttori: a Roma Pappano con la sua Orchestra e Coro di S. Cecilia celebra la musica di Morricone; a Torino Gatti inaugura la Stagione dell'Orchestra Rai. E dive, con Cecilia Bartoli nell'unica data italiana, aprendo la Sagra Malatestiana di Rimini.
Roma
Il 17 all'Auditorium Parco della Musica ascoltiamo la grande musica di Ennio Morricone interpretata da una formazione come l'Orchestra e Coro di S. Cecilia con il suo direttore Antonio Pappano. Le partiture originali messe a disposizione dalla famiglia e che finora erano state dirette solo da Ennio Morricone in persona o da suo figlio Andrea. Da Gli intoccabili a C'era una volta in America, La leggenda del pianista sull'oceano, Nuovo Cinema Paradiso, ai western di Sergio Leone, alla Battaglia di Algeri, Sostiene Pereira, La classe operaia va in Paradiso, Mission.
Rimini
Il 16 al Teatro Galli la mezzosoprano Cecilia Bartoli inaugura la Sagra Malatestiana , unica data in Italia. In programma arie dalle opere di Händel e Rossini; ma anche le celebri canzoni napoletane, come Munasterio ‘e Santa Chiara,Mamma, Santa Lucia, Non ti scordar di me. Assieme a lei Les Musiciens du Prince.Proiezione live in Piazza Cavour. Il 15 prova generale aperta e gratuita, per i minori di 25 anni e i maggiori di 70.Il 19 al Galli l'Orchestra del Teatro Mariinskij di S. Pietroburgo, direttore Gergev (Rossini, Skrjabin, Beethoven).
Torino
Il 17 all'Auditorium Toscanini l'Orchestra Rai apre la Stagione, dirige Daniele Gatti. Anche in diretta a Radio3 e in streaming su raicultura. Gatti presenta un omaggio a Beethoven, del quale ricorre quest'anno il 250esimo anniversario della nascita. Ecco la Sinfonia n. 4 e la n. 7. Schumann descrisse la Quarta come “una slanciata fanciulla greca fra due giganti nordici”, esaltandone la freschezza e l'eleganza rispetto alle inquietudini della Terza e della Quinta Sinfonia. Wagner invece, definì la Settima come “l'apoteosi della danza”, ponendo l'accento sulla predominanza dell'elemento ritmico che pervade l'intera partitura.
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