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Parità di genere, le imprese inclusive fatturano il 23% in più

All’evento organizzato dall’ex ministra, Elena Bonetti, assieme a Comin & Partners, testimonianze di imprese che hanno scommesso sull’inclusione. Ma c’è ancora tanto da fare. Calderone: con occupazione donne al 60%, + 7 punti di Pil.

di Cl.T.

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3' di lettura

Il divario di genere in politica e nelle imprese; il vantaggio, anche economico, di certificare la parità; l’inclusione che stimola l’innovazione e porta maggiori profitti, tanto che le imprese certificate e inclusive fatturano il 23% in più. Questi i temi emersi dall’iniziativa «Parità che genera. L’importanza della parità di genere nelle imprese e in politica a 75 anni dall’entrata delle donne in parlamento», organizzata dalla deputata Elena Bonetti, vicepresidente del Terzo polo ed ex ministra per le Pari opportunità e la famiglia, in collaborazione con Comin & Partners.

Il gap in politica

Anche in politica è necessario fare dei passi avanti. L’Italia, è stato infatti sottolineato, si posiziona sotto la media europea: la presenza di donne in parlamento si attesta al 31%, segnando il primo calo in 20 anni. «La parità di genere e l’empowerment femminile sono una potente leva di sviluppo e di compimento della nostra democrazia - ha sottolineato Bonetti -. La strategia nazionale e la certificazione per la parità di genere sono due strumenti fondamentali e innovativi, che danno conto di questo metodo legislativo, capace di attivare processi virtuosi e creare alleanze in questa direzione».

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In crescita le donne manager

Dal mondo delle imprese arriva qualche segnale positivo. L’ultima analisi di Manageritalia dimostra che il numero di donne manager cresce del 13,5% (rispetto al 3,6% degli uomini). Restano, però, alcuni rallentamenti negli sviluppi professionali delle donne, legati, per esempio, al congedo di maternità e al cosiddetto “gradino rotto”, ossia lo svantaggio sperimentato dalle professioniste, rispetto ai colleghi, negli scatti di carriera verso i vertici. Eppure la strada è tracciata. Secondo il Diversity Brand Index, le imprese certificate fatturano il 23% in più. Inoltre, incentivare l’equilibrio di genere garantisce una serie di benefici intangibili, tra i quali la spinta all'innovazione e una crescita della reputazione nel mercato.

Calderone: con occupazione donne al 60%, +7 punti Pil

L’Italia sta migliorando sulla parità di genere, l’indice di uguaglianza di genere del 2022 elaborato dall’Eige, l’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere, «ci dice che l’Italia sta migliorando anche se ha un quoziente di 65 su 100, tre punti al di sotto della media comunitaria. Ma «tanto lavoro deve essere fatto affinché i principi siano effettivi ed estesi a tanti settori e ambiti - ha detto in un messaggio il ministro del Lavoro, Marina Calderone -. Dobbiamo guardare gli elementi negativi su cui dobbiamo lavorare, a partire dalle disuguaglianze nel mercato del lavoro e dall’occupazione femminile», su cui «molto abbiamo da recuperare rispetto all’obiettivo della strategia di Lisbona che la indica al 60%. Se oggi l’avessimo già attuato, ci avrebbe portato ad un incremento del 7% del Pil».

Sinergie tra pubblico e privato

«Nel 2021, l’Italia ha avuto la Presidenza del G20. Una testimonianza di eccellenza. Da quel momento infatti esiste una Conferenza di Ministri e Ministre delle pari opportunità che possono confrontarsi sulle buone pratiche. Nell’ambito di questo ecosistema ho guidato il tavolo espressione dell’impresa. Abbiamo definito una roadmap comune con poche azioni ma concrete, sulla base di una sinergia e reciprocità di impegni tra pubblico e privato» ha evidenziato Paola Mascaro, Chair G20 Empower Italian Presidency.

Sostenere le imprese

«Supporto alla genitorialità, cancellazione del gender pay gap, pari opportunità di carriera: le imprese non possono essere lasciate sole. È importante che le istituzioni dotino il privato di strumenti pronti all'uso per stimolare un maggior equilibrio tra i generi, a vantaggio di tutta la comunità e del Sistema Paese», ha chiosato Elena Di Giovanni, Vice Presidente e Co-Fondatrice di Comin & Partners e moderatrice dell’evento.


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