Intervista alla relatrice Gribaudo

Parità retributiva: ecco come funzionerà lo sgravio fino a 50mila euro per le aziende virtuose

Il gender pay gap in azienda è in media del 20% fra le retribuzioni di uomini e donne, con punte del 30,6% nel settore privato

di Nicoletta Cottone

Parità retributiva: ecco come funzionerà lo sgravio fino a 50mila euro per le aziende virtuose

3' di lettura

Colmare il gender pay gap in azienda fra donne e uomini: è l’obiettivo del disegno di legge sulla parità retributiva uomo-donna, approvato all’unanimità il 23 giugno dalla commissione Lavoro della Camera. Il gender pay gap in Italia è in media del 20%, soldi in meno sulla busta paga delle donne rispetto ai colleghi uomini.Ma se si analizzano i dati degli impieghi per cui è richiesta la laurea, il divario in busta paga è molto più elevato e nel settore privato può raggiungere addirittura il 30,6 per cento. Solo Cipro fa peggio di noi.

Studio e dialogo fra le forze politiche

Il via libera della commissione Lavoro al testo è un primo passo, frutto di uno studio e di un dialogo fra le forze politiche, e con il governo per coordinarlo alle previsioni del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Ora il disegno di legge dovrà essere esaminato e ricevere il via libera dell’aula di Montecitorio, per poi passare al vaglio del Senato per il via libera definitivo. L’entrata in vigore è prevista nel 2022. Il Sole 24 Ore ha parlato dei contenuti del disegno di legge con la relatrice Chiara Gribaudo del Pd.

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Nuovi meccanismi di trasparenza e garanzia per le donne

«La proposta, che ha unificato i testi di dieci disegni di legge, fra cui anche il mio - spiega la relatrice Chiara Gribaudo - prevede la creazione di nuovi meccanismi di trasparenza e garanzia per le donne lavoratrici attraverso il rapporto sulla situazione del personale e la creazione di una certificazione di parità di genere per premiare le aziende virtuose. Oggi il Global gender gap report ci pone fra i peggiori Paesi europei per le differenze economiche fra uomini e donne, e stima che servano oltre 200 anni per raggiungere la parità. É tempo di mettere fine a questa ingiustizia». Dopo il ciclo di audizioni la parlamentare ha predisposto un testo unico di sintesi delle dieci proposte presentate dalle deputate Tiziana Ciprini (M5S), Chiara Gribaudo (Pd), Laura Boldrini (Leu), Silvia Benedetti (Gruppo misto), Mariastella Gelmini (Forza Italia), Gloria Vizzini (Gruppo misto), Maria Rosaria Carfagna (Forza Italia) che ha presentato due testi, del deputato Alessandro Fusacchia (Gruppo misto) e del Cnel.

Report di parità per le imprese con oltre 50 dipendenti

«Abbiamo abbassato da cento a cinquanta - spiega Chiara Gribaudo - la soglia dei dipendenti delle aziende che sono obbligate a redigere il rapporto di parità almeno ogni due anni sulla situazione femminile e maschile in ogni professione, in relazione allo stato di assunzioni, formazione, promozione professionale, livelli, passaggi di categoria o di qualifica e di altri fenomeni di mobilità». Sotto la lente anche gli interventi di cassa integrazione guadagni, i licenziamenti, prepensionamenti e pensionamenti e le retribuzioni effettivamente corrisposte. Il rapporto verrà poi trasmesso alle rappresentanze sindacali aziendali e alle consigliere regionali di parità, che elaborano i risultati trasmettendoli alla consigliera nazionale di parità, al ministero del Lavoro e al Dipartimento delle pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri.


Trasparenza dei dati

«Altro pilastro del testo - spiega Gribaudo - è la trasparenza dei dati, come avviene in Germania, Francia e Islanda che hanno aggiornato le loro legislazioni: consentito l’accesso ai dati per lavoratori e lavoratrici, nel rispetto della privacy, anche per verificare le situazioni. I contenuti del testo sono stati allineati al Piano nazionale di ripresa e resilienza sul fronte della certificazione di parità di genere». Il rapporto viene redatto solo in modalità telematica, tramite la compilazione di un modello pubblicato sul sito istituzionale del ministero del Lavoro.

Lo sgravio fino a 50mila euro per le imprese virtuose

Fra le novità c’è la premialità di parità per le aziende. «Dal 2022 si ha accesso a uno sgravio finanziato da 50 milioni di euro l’anno. Un beneficio che arriva dopo la certificazione di parità - spiega Chiara Gribaudo -, che non tiene solo conto del gender pay gap, ma riconosce anche le politiche e le misure adottate dai datori di lavoro per ridurre il divario di genere e tutelare la maternità. Si tratta di uno sgravio contributivo dell’1%, fino a un massimo di 50mila euro ad azienda, in favore delle imprese in possesso della certificazione di parità». Verrà anche costituito un Comitato nazionale di parità che dovrà presentare ogni due anni una relazione al Parlamento con i risultati del monitoraggio sull’applicazione della legislazione in materia di parità e pari opportunità nel lavoro e sulla valutazione degli effetti delle disposizioni. Per chi non rispetta le regole sono previste sanzioni fino a 5mila euro.

La legge Golfo-Mosca, approvata per la prima volta nel 2012, impone alle società quotate di riservare alle donne almeno un terzo dei posti negli organi di governo

L’ampliamento del raggio d’azione della legge Golfo-Mosca

C’è anche un intervento sull’equilibrio di genere negli organi delle società pubbliche partecipate. «La legge Golfo-Mosca - dice Gribaudo - si applicherà anche alle società costituite in Italia, controllate dalle pubbliche amministrazioni, non quotate in mercati regolamentati». La disparità salariale nel settore privato raggiunge vette elevatissime. «Dati allarmanti - sottolinea Gribaudo - che richiedono l’approvazione rapida di questa legge. Il testo è condiviso dalle forze politiche: ora approviamolo subito».

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