Parlamento Ue, ok a mandato negoziale per patto migrazioni e asilo
L’Eurocamera vota a favore delle proposte di legge per riformare le politiche migratorie Ue, dando il via ai negoziati con gli stati membri
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Il Parlamento europeo, riunito in plenaria a Strasburgo, ha dato il via libera il 20 aprile alle quattro proposte di regolamento per la riforma delle politiche comunitarie su migrazione e asilo: il cosiddetto «patto» che dovrebbe essere chiuso entro il 2024.
Il voto arriva dopo l’ostruzionismo esercitato il 19 aprile dai gruppi di destra dei Conservatori e riformisti e Identità e Democrazia, con un blitz che ha condotto al voto di oggi in plenaria sull’intero “pacchetto” confezionato dalla Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni (Libe).
Ora l’Eurocamera può entrare nei negoziati interistituzionali con il Consiglio, l’istituzione che riunisce i ministri competenti dei 27 paesi Ue. In caso di voto ostile su uno dei testi, l’intero progetto di riforma sarebbe slittato alla plenaria di maggio, con rischi di ricadute sulla stabilità della cosiddetta maggioranza Ursula: l’asse europeista fra Popolari, Socialisti e Liberali, oggi incrinato anche dall’ipotesi di un’alleanza fra i Popolari e i Conservatori in vista delle elezioni del 2024.
Le quattro proposte approvate e il blitz della destra
A incassare il via libera dell’Eurocamera, nel dettaglio, sono le tre proposte di legge che rientrano nel cosiddetto «patto migrazione e asilo» e una quarta che modificherebbe lo status dei residenti di lungo periodo. Le prime tre proposte di regolamenti riguardano, rispettivamente, le situazioni di crisi e forza maggiore, gli accertamenti nei confronti di cittadini di Paesi terzi alle frontiere esterne ed ECRIS-TCN (European Criminal Records information System) e la gestione dell’asilo e della migrazione. La quarta proposta prevede delle modifiche all’attuale direttiva sui residenti di lungo periodo.
Il voto del 20 aprile è l’esito di tre giorni di tensioni e schermaglie su uno dei pacchetti legislativi più delicati per la politica comunitaria e la sopravvivenza della stessa maggioranza europeista. Il 17 aprile, al debutto della sessione plenaria di Strasburgo, erano stati annunciati i mandati preparati dalla commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni (LIBE) per avviare i negoziati con i paesi Ue riuniti nel Consiglio. Il 19 aprile i due gruppi di destra European conservatives and reformist e Identità e Democrazia, famiglie rispettivamente di Fratelli d’Italia e Lega, hanno espresso delle contestazioni e rimandato il verdetto al voto dell’assemblea del 20 aprile. Il sì incassato su tutti e quattro i testi in agenda sblocca la procedura che dovrà passare, ora, per il braccio di ferro negoziale con i vari stati membri.
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