Parmigiano Reggiano: giro d’affari al massimo storico (2,7 miliardi)
Produzione 2021 in crescita del +3,9% sul 2020 e vendite a +8,2% sul 2019. Bene export e oscillazioni contenute per il prezzo medio annuo all'ingrosso
di Emiliano Sgambato
3' di lettura
Il Parmigiano Reggiano chiude il 2021 ai massimi storici: il giro d'affari al consumo tocca i 2,7 miliardi di euro contro i 2,35 miliardi del 2020 (+8,2% sul periodo pre pandemia) e il valore generato alla produzione arriva a 1,71 miliardi di euro contro 1,52 miliardi. A livelli record anche la produzione, che cresce complessivamente del 3,9% rispetto all’anno precedente con 4,09 milioni di forme (circa 163 mila tonnellate): è il livello più elevato nella storia del Parmigiano Reggiano. Lo rende noto il Consorzio deciso a puntare sempre di più verso l'estero.
La quota export nel 2021 è pari al 45% (+2,9% di crescita a volume rispetto all'anno precedente dovuta quasi completamente al mercato extra Ue). Gli Stati Uniti sono il primo mercato (21% dell'export totale), seguiti da Francia (19%), Germania (17%), Regno Unito (11%) e Canada (5%). Nei mercati più importanti, le performance migliori, rispetto al 2020, sono state registrate negli Usa (+10,4%), in Francia (+4,5%) e in Canada (+5,5%). Crescono anche la maggior parte dei mercati europei, in particolare Svizzera (+14,7%) e Svezia (+13,2%). Perdono terreno il Regno Unito (-15,6%) a causa di Brexit, e la Germania ( -1,9 % ma dopo una crescita importante rispetto al 2019).
L'Italia, che rappresenta il 55% del mercato, ha registrato un incremento dei consumi pari al +4,5% rispetto ai livelli pre-pandemia, anche se il dato è in leggera flessione se comparato a quello del 2020 (-1,3%): «anno straordinario in cui, a causa del primo lockdown – nota il Consorzio – si registrò un boom dei consumi domestici del prodotto.La Gda rimane il primo canale distributivo (51%), seguita dalle vendite dirette dei caseifici che registrano un forte aumento, e dall'industria (14%), che beneficia della crescente popolarità dei prodotti caratterizzati dalla presenza di Parmigiano Reggiano tra gli ingredienti».
Il canale del fuori casa (Horeca) rimane fanalino di coda viste le perduranti restrizioni dovute alle misure anti Covid, ma recupera volumi e si attesta al 7% del totale rispetto al 2% registrato nel 2020.
«La tregua che il Covid sta dando all'Europa potrebbe preludere, secondo l’Oms, alla fine della pandemia – ha affermato Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano –. La nostra filiera non solo ha retto all’onda d’urto del Covid ma in questo anno è riuscita a espandere i consumi e a trovare la stabilità dei prezzi alla produzione. Ora che stiamo uscendo da questa fase, dovremo fare fronte ai riflessi di un mercato che è stato tonico ma che potrebbe manifestare, a seguito di un aumento produttivo trainato dai prezzi e dalla domanda, dei problemi di eccesso di offerta. Il piano marketing e i nuovi piani produttivi, deliberati in Assemblea a dicembre 2021, sono i due strumenti principali con i quali ci apprestiamo ad affrontare queste sfide di breve e medio termine per posizionare, ancora una volta, il Parmigiano Reggiano su una traiettoria di crescita forte e di lungo periodo».
Per quel che riguarda le quotazioni sul mercato si delinea un quadro «positivo e stabile»: secondo i dati della Borsa Merci Comprensoriale di Parma, la media annua è stata di 10,34 euro al chilo (Parmigiano Reggiano 12 mesi da caseificio produttore), con oscillazioni di prezzo contenute tra 10,25 €/kg e 10,40 €/kg; nel 2020 la media era stata di 8,57 €/kg e nel 2019, prima dell'inizio della pandemia, di 10,76 €/kg.
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