vela

Parte la sfida della nuova Luna Rossa alla Coppa America 2021

di Antonio Vettese

Coppa America 2021, arrivano le barche monoscafo "con le ali"

2' di lettura

Patrizio Bertelli per il primo atto della sua sesta sfida alla America’s Cup ha scelto Trieste: qui il varo del Tp 52 Luna Rossa la prima delle barche che serviranno al team guidato da Max Sirena per partecipare alle regate della edizione numero 36 prevista a Auckland nel 2021.

Scriviamo subito che non è una delle barche che saranno in campo durante la Coppa, servirà nella stagione 2018 in cui non sono previsti eventi del circuito Coppa, a costruire sintonia nell’equipaggio, provare i giovani che sono stati scelti per far parte dell’equipaggio.

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Trieste è la sede della Barcolana, la regata che nel nostro emisfero conta più partecipanti in assoluto, e l’organizzazione ha contribuito e collaborato con Luna Rossa per un evento dal carattere semplice e concreto: tanti appassionati, non molti Vip. Un sintomo la giovanissima ed emozionata madrina Luisa Pensa, atleta che regata con la deriva 420.

Un momento della presentazione della barca che servirà a creare spirito di squadra e affiatamento nel team

Primi passi nella direzione promessa da Patrizio Bertelli e Max Sirena, avvicinare la vela al pubblico, se non renderla popolare, che può sembrare una impresa difficile, almeno condivisa. «Per troppo tempo la vela è stata emarginata – ha detto Bertelli – vogliamo renderla uno sport compreso dal pubblico, dunque spiegare i suoi contenuti che sono puliti e forti, il rapporto con il mare ci aiuta. Con le sfide precedenti siamo riusciti a sdoganare la bravura dei velisti italiani, che ora fanno parte di un sacco di team vincenti, dove prima erano solo anglosassoni, adesso vogliamo vincere questa nuova sfida. Trovare il contatto con il grande pubblico».

Nella prossima edizione saranno utilizzate delle barche nuovissime, monoscafi ma foiling, ovvero che si alzano sull’acqua. La formula è voluta soprattutto dai vincitori neozelandesi, che si sentono “maghi del foiling” e non hanno ascoltato le numerose richieste che arrivavano dal mondo velico per tornare a una vela più vicina alla pratica corrente. Il mondo si è diviso tra i fautori della tecnologia come forma simbolica con il suo contenuto di immagine e velocità, anche rivoluzione e lo sport dei muscoli e delle facce abbronzate, più vicino alla purezza dello sforzo olimpico. Hanno vinto le simulazioni al computer, che sulla carta potrebbero consentire ai neozelandesi di trattenere la Coppa a Auckland.
Novità nella composizione della squadra, accanto ai velisti esperti che sono la spina dorsale del team, oltre a Max Sirena ci saranno Vasco Vascotto, Francesco “Checco” Bruni e James Spithill, Gilberto Nobili, Shannon Falcone (questi più volte vincitori della Coppa) una buona dose di giovani, la “new generation” che conta talenti olimpici e non.

La barca che prenderà parte alla prossima America’s Cup

L’investimento necessario
Ma la domanda è “quanto costa?”. Quanto costa accedere al dorato mondo della Coppa America per un sindacato di nuova formazione? Risponde Max Sirena: «Per partecipare con un buon team, di qualità e che non si fermi dopo la prima settimana di regate serviranno 60 milioni di euro, per aspirare a vincere ce ne vorranno 80/85. Ci aspettiamo di avere sei buoni sfidanti, potrebbe lanciare la sfida un altro sindacato italiano e in questi giorni abbiamo avuto numerosi colloqui. Forse sarebbe possibile averne di più, tuttavia scenderebbe la qualità complessiva dell’evento e non vogliamo».

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