Partite Iva, tutti dati delle fatture sotto la lente del fisco. Più vantaggi con l’e-fattura
di Cristiano Dell'Oste e Giovanni Parente
2' di lettura
Opzione oppure obbligo? Questo è il dilemma. Fatto sta che grazie al nuovo spesometro si rovescerà sul fisco una valanga di dati su tutte le operazioni effettuate dai quasi 5 milioni di partite Iva italiane, con le (poche) eccezioni di chi fa parte del vecchio regime dei minimi o forfettario. Una fotografia quasi in tempo reale degli scambi economici effettuati da professionisti e imprese che permetterà al fisco di mettere sotto osservazione le incongruenze tra le informazioni indicate dal cliente e quelle del fornitore.
Il bivio
Entro venerdì 31 marzo sarà possibile scegliere se aderire o meno all’invio facoltativo dei dati delle fatture. Una scelta che va esercitata online direttamente sul sito delle Entrate. Ma soprattutto un’opzione che consente di accedere a un regime premiale, caratterizzato ad esempio da rimborsi Iva prioritari e dalla riduzione di due anni dei termini ordinari di accertamento (ma solo, in questo secondo caso, se viene garantita la tracciabilità dei pagamenti).
Ma non è tutto. Perché nel progetto allo studio del Governo e che potrebbe entrare anche già nella prossima manovra correttiva, questi vantaggi potrebbero aumentare. Con un ulteriore sprint sui rimborsi Iva o l’innalzamento del tetto per la tracciabilità – oggi a 30 euro – il tutto nell’ottica di favorire la diffusione del sistema anche nei rapporti tra imprese. Anche perché si creerebbe un circolo virtuoso che comporterebbe l’adozione del sistema di fatturazione elettronica sia a clienti che fornitori.
Scadenze allineate
Comunque l’agenzia delle Entrate ha provveduto ad allineare le scadenze per l’invio dei dati delle fatture emesse e ricevute. A seguito delle modifiche introdotte nella conversione del Milleproroghe dopo il forte pressing di professionisti e imprese, sono state ridotti a due i termini per la trasmissione in relazione al 2017: per il primo semestre la scadenza è fissata al 18 settembre (in realtà il termine è il 16 ma cade di sabato ma slitta al lunedì successivo) mentre per il secondo semestre è fissata entro febbraio 2018. Dal prossimo anno – sempre se non interverranno modifiche – gli invii saranno trimestrali.
Liquidazioni Iva con invio trimestrale
Tra gli invii che sono già trimestrali per il 2018 ci sono quelli per i dati sulle liquidazioni Iva. La vera arma in più da cui l’Erario conta di recuperare complessivamente (compreso quindi anche l’effetto compliance sulle imposte dirette) 2,11 miliardi nel 2017, 4,23 miliardi nel 2018 e 2,77 miliardi di euro secondo le stime contenute nel decreto fiscale collegato alla manovra 2017.
Il primo appuntamento con le trasmissioni è quindi il 31 maggio. E anche in questo caso c’è da scommettere che sarà una pioggia di dati ad abbattersi sul fisco italiano.
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