Partiti gli aiuti dall’Italia, ecco il sostegno ai terremotati di Siria e Turchia
Subito in campo una squadra composta da 50 operatori, tra pompieri e sanitari, con esperienza nella ricerca sotto le macerie
I punti chiave
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I primi quattro uomini sono già lì e altri 50 saranno sul posto nelle prossime ore. Arrivano dall’Italia i primi aiuti per la popolazione turca colpita dal sisma che ha devastato il Paese. Si tratta, in particolare, di vigili del fuoco esperti nelle operazioni di ricerca e soccorso tra le macerie e sanitari. «Si tratta di un dramma devastante - ha detto all’Ansa il capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio - Ci aspettano giorni impegnativi in una area con temperature particolarmente rigide».
Governo italiano in azione
Roma promette il «massimo sostegno» alle popolazioni colpite grazie anche all’invio di ulteriori «mezzi e personale» da parte della Difesa, come ha annunciato lo stesso ministro Guido Crosetto. «L’Italia - le parole del collega degli Esteri, Antonio Tajani - si contraddistingue sempre per la sua solidarietà». «Siamo vicini alle popolazioni della Turchia e della Siria non solo con il pensiero e col cuore - il commento del ministro della Protezione Civile, Nello Musumeci - ma anche con gli aiuti concreti». «Noi italiani - afferma il ministro degli Interni, Matteo Piantedosi - sappiamo bene cosa vuol dire vivere drammi di questo tipo quindi ci predisponiamo per il meglio per essere partecipi di ogni aiuto».
Primo volo già partito
Il primo volo dall’Italia è partito ieri pomeriggio, con due vigili del fuoco e due operatori di protezione civile per lo scouting e l’accoglienza sul posto. Saranno loro ad occuparsi delle questioni logistiche in vista dell’arrivo entro oggi di quello che in gergo tecnico si chiama modulo “Usar Medium”, vale a dire una squadra composta da 50 operatori - tra pompieri e sanitari - con particolare esperienza nella ricerca sotto le macerie.
Disponibilità per supporto operativo
«L’Italia, come molti altri Paesi - spiega Curcio - ha risposto all’appello della Turchia attraverso il centro di coordinamento europeo. È stato accettato un modulo medio». Per il momento è arrivato il nucleo iniziale, poi arriverà il resto del team. «Gli aeroporti - continua il capo della Protezione Civile - cominciano ad essere congestionati dall’arrivo di attrezzature, uomini e, a volte, anche cani per la ricerca e il soccorso. Noi abbiamo dato disponibilità alla Turchia anche per un altro modulo di supporto operativo, si tratta di una piccola squadra dedicata all’aiuto nell’organizzazione».
L’emergenza proseguirà a lungo
Non è escluso, infatti, che nei prossimi giorni possano partire da Roma altri aiuti verso Ankara, anche perché - sottolinea lo stesso Curcio - «l’emergenza proseguirà ancora a lungo». «Si tratta di un dramma storico incalcolabile - sottolinea -. Stiamo parlando, come hanno detto i colleghi dell’istituto di geofisica e vulcanologia, di una scossa mille volte più forte di quella di Amatrice. È un evento storico per la Turchia, avvenuto poi anche in un’aera urbanizzata. Una zona che andrà poi analizzata per verificarne lo stato».
A fianco di Ankara in passato
L’Italia già in passato ha messo a disposizione i propri uomini per eventi simili in Turchia. «Siamo stati coinvolti anche per altri terremoti in passato - conclude Curcio -. E abbiamo avuto anche incontri e scambi sul tema della ricostruzione». Perché, dopo l’emergenza, ci sarà anche da rimettere in piedi un Paese sconvolto da più di duemila vittime».
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