Passione rugby: il campione degli All Blacks è il miglior giocatore del mondo
L'orgoglio di indossare una maglia mitica: incontro con Beauden Barrett della nazionale neozelandese. Misurarsi in campo insegna a trovare il proprio equilibrio e ad esercitare rispetto e autocontrollo verso gli avversari.
di Paco Guarnaccia
3' di lettura
All blacks, due parole inglesi che, una volta dette, lette o sentite, per tutti significano solo una cosa: la squadra nazionale neozelandese di rugby, il team più importante di questo sport nonché uno dei più famosi dello sport in generale. Beauden Barrett che degli All Blacks è il mediano d'apertura e uno dei suoi campioni più rappresentativi (nel 2016 e nel 2017 è stato premiato come miglior giocatore del mondo), con una sua meta ai Mondiali del 2015 in Inghilterra mise il sigillo alla vittoria finale della sua nazionale. Inoltre, è uno degli ambasciatori di Tudor. Di passaggio in Europa, ecco quello che Barrett ha raccontato a 24Hours.
Qual è il peso di indossare la maglia degli All Blacks?
La legacy degli All Blacks richiede che la maglia venga “riempita” ogni volta che la si indossa. Questo significa che dobbiamo fare del nostro meglio per lasciare nella maglia la nostra eredità.
Che differenza c'è nelle partite giocate con il tuo club rispetto a quelle con la nazionale?
I giocatori sono migliori e l'intensità del rugby internazionale è molto più alta perché rappresentiamo il nostro Paese.
Qual è partita cui sei più legato?
Nel 2017 a Dunedin (in Nuova Zelanda, nda) giocavamo contro l'Australia alla Bledisloe Cup. Ci eravamo trovati a doverli inseguire per gran parte del match. Almeno fino al 78° minuto (a due minuti dalla fine, nda.), quando segnando una grande meta di squadra siamo riusciti a vincere il test.
Che cosa vorresti ancora vincere?
Tutte le partite del Northern Tour 2021 degli All Blacks. Sarebbe anche fantastico vincere l'anno prossimo il campionato di Super Rugby con i Blues, la mia squadra di club (di Auckland, nda).
Prima di ogni partita degli All Blacks, tutti aspettano il momento in cui parte la vostra Haka. Qual è il momento che preferisci quando la intoni?
Quello dell'Hiii finale! È potentissimo.
Leggendo le tue statistiche non si può non notare che sei uno dei giocatori più forti della storia della tua nazionale e di conseguenza del rugby…
Non è un aspetto su cui mi piace soffermarmi ora. Magari ci penserò quando sarò in pensione. Mi basta continuare a cercare l'eccellenza e la motivazione per migliorare.
La tua incredibile velocità è uno dei punti di forza del tuo gioco…
Mi piace correre con la palla in mano sfidando la linea difensiva: cercare di romperla e segnare è molto più eccitante che siglare un calcio piazzato!
Qual è il segreto per essere un grande campione?
Essere fortemente motivati e dedicarsi all'allenamento, al lavoro e al cercare di migliorarsi senza sentirsi mai arrivato. Testa bassa sforzandosi di esser il meglio possibile.
Fai qualche gesto scaramantico particolare prima dei match?
Ascolto musica e metto il mio scarpino destro per primo.
In generale, che tipi sono i giocatori di rugby rispetto agli atleti di altri sport di squadra?
La cultura del team è fondamentale per le performance e il raggiungimento degli obiettivi. La maggior parte di noi ama altri sport. Io ad esempio guardo il golf, il cricket, il football americano e le corse dei cavalli. Seguo anche le grandi partite di calcio, meglio se gioca Messi. Detto questo, tutti noi abbiamo umiltà e comprendiamo quale sia il quadro generale: restituire qualcosa e ispirare le prossime generazioni è importante.
A una persona che conosce poco il rugby, cosa diresti per fargli capire che tipo di fantastico sport sia da seguire e da praticare?
È uno sport molto veloce, fisico, ad alta intensità che richiede un sacco di abilità come il placcaggio, il passaggio, la presa, la schivata, la difesa, la mischia... Per giocarci puoi essere in qualsiasi forma o dimensione e comunque potrai trovare una posizione visti i diversi ruoli richiesti nella squadra. Poi è un gioco con grandi valori in cui ci si rispetta tra giocatori e con gli arbitri.
Sei ambassador di un marchio di orologi come Tudor. Che rapporto hai con il tempo e cosa ti piace dell'orologio, inteso come oggetto?
Mi piace quello che Tudor rappresenta e mi ritrovo nel suo motto “Born to Dare” (nato per osare, nda) perché per fare quello che faccio durante partite e allenamenti di coraggio ne serve. Degli orologi apprezzo stile e praticità. Per quanto riguarda il mio rapporto con il tempo, durante i match siamo consapevoli del tempo che passa e del suo significato a seconda del momento della partita in cui siamo.
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