La riforma delle regole di bilancio Ue

Patto stabilità, ora si stringe. Il tedesco Lindner a Roma mentre Macron e Draghi fanno fronte comune

Il Governo tedesco, anche a guida Spd, è molto attento alle sensibilità di un’opinione pubblica interna che non vede di buon occhio possibili cedimenti sul fronte della disciplina fiscale. Venerdì 4 febbraio atteso a Roma il ministro delle Finanze tedesco Christian Lindner per fare il punto con il collega italiano Daniele Franco

di Gerardo Pelosi

(REUTERS)

3' di lettura

Il dibattito sulla riforma del Patto di stabilità si sta intrecciando sempre più strettamente con l'andamento della pandemia ancora non risolta, con la necessità di rendere subito disponibili ingenti investimenti per green economy e digitale e con le elezioni francesi di aprile. Venerdì 4 febbraio a Roma atterrerà intanto il ministro delle Finanze tedesco Christian Lindner per fare il punto con il suo collega italiano Daniele Franco. I due si sono già incontrati in gennaio durante la prima riunione dell'Ecofin e dell'Eurogruppo e i rapporti sembrano molto amichevoli e cordiali.

Opinione pubblica tedesca è contro altre flessibilità nel Patto

Ciò nonostante non è una novità che il Governo tedesco anche a guida Spd sia molto attento alle sensibilità di un'opinione pubblica interna che non vede di buon occhio possibili cedimenti sul fronte della disciplina fiscale. Lo stesso cancelliere tedesco, Olaf Scholz nel suo incontro a Roma con il premier Mario Draghi aveva ricordato che il Patto già contiene sufficienti elementi di flessibilità. Per ora, comunque, i ministri delle Finanze europei discutono tra di loro ma in assenza delle proposte formali che sulla riforma del Patto dovrà presentare in primavera la stessa Commissione Ue. Molto attivo sul tema è il presidente francese Emmanuel Macron che proprio sulla riforma del Patto ha convocato un vertice informale dei capi di Stato e di Governo Ue a Parigi per il 10 e 11 marzo. Macron intende farsi promotore anche in vista delle elezioni di aprile di un movimento a favore di una riforma del Patto.

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E Parigi ormai parla solo di un “Patto di crescita e stabilità”

E non è un caso se in tutte le comunicazioni interne della presidenza francese della Ue si parli ormai sempre più spesso di “Patto di crescita e stabilità” e non più di “Patto di stabilità e crescita”. Come a indicare che è la crescita che porta alla stabilità e non il contrario come avvenuto nel 2011 e 2012 con quelle politiche fiscali procicliche che tanti problemi hanno causato nell'Eurozona. La decisione francese di convocare un vertice ad hoc a Parigi il 10 marzo nasce anche dalla consapevolezza che nel Consiglio europeo formale del 24 marzo a Bruxelles il dibattito sulla riforma del Patto non si sarebbe tenuto oppure sarebbe stato disperso in mezzo a tanti altri temi all'ordine del giorno. Più o meno tutti i Paesi compresi i “frugali” del Nord come Germania, Olanda e Finlandia concordano sul fatto che occorra semplificare il quadro fiscale a adattare la traiettoria di rientro dai parametri deficit e debito sulla base delle situazioni presenti nei singoli Stati in quanto a dati economici e indice dei contagi da pandemia.

Tra le proposte lo stralcio delle spese per investimenti

Un passo avanti potrebbe però essere quello di tenere fuori dal computo delle spese gli investimenti specie quelli previsti dallo stesso Next generation Ue in particolare per la green economy e il digitale. Il ministro Lindner già all'ultimo Ecofin si era detto d'accordo sulla necessità di semplificare il quadro fiscale. Potrebbe ora spingersi un po' più avanti e cedere su qualche forma di personalizzazione delle traiettorie di rientro dal debito. Anche perchè con i finanziamenti previsti dal Nex Generation Ue già esiste nei fatti uno stretto monitoraggio sulle spese nei singoli Paesi per cui una maggiore flessibilità potrebbe essere anche concessa.

Commissario Gentiloni: la situazione è compoletamente nuova

Il Commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni all'ultimo Ecofin ha ricordato si sta per affrontare una situazione completamente nuova per il livello del debito, che tutti i Paesi hanno aumentato in reazione alla pandemia, e per l’enorme necessità di investimenti per sostenere la transizione climatica. E per il ministro francese delle Finanze, Bruno Le Maire «bisogna domandarsi quali investimenti bisogna fare per favorire la crescita e la transizione verde e ogni Stato deve impegnarsi sul rispetto di regole per assicurare una crescita duratura e preservare l’unità dell’Eurozona, ha detto, evidenziando che la discussione può essere costruttiva».

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