Patuelli (Abi): la concorrenza tra le banche accelera i tempi del Dl liquidità
In una intervista all’agenzia Ansa, il numero uno degli istituti risponde alle preoccupazioni delle imprese e alla sollecitazione di Banca d’Italia rispetto ai tempi per la messa a terra dei nuovi strumenti previsti dal governo
di Ce.Do.
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Le banche sono in prima linea per assicurare la massima celerità al decreto liquidità varato dal Governo pe r sostenere il tessuto economico colpito dall’emergenza coronavirus. In una intervista all’agenzia Ansa, il numero uno dell’Abi (l’Associazione bancaria italiana), Antonio Patuelli risponde così ai timori su possibili ritardi nella messa a terra dei nuovi strumenti espressi dalle imprese e alla sollecitazione, arrivata dalla Banca d’Italia, che ha chiesto agli istituti di credito di intensificare gli sforzi per ridurre al minimo i disagi dell’utenza e per agevolare l’accesso alle misure di sostegno previste dall’ultimo provvedimento approvato dall’esecutivo.
Patuelli: la concorrenza tra banche accelera tempi liquidità
«Sarà la concorrenza fra le banche a garantire che saranno accelerati i tempi - ha spiegato il presidente dell’Abi Patuelli all’agenzia Ansa - . Le imprese sono quasi tutte multi affidatarie (ovvero hanno rapporti con più banche, ndr) e quindi si rivolgeranno a quegli istituti di credito che garantiranno loro la maggiore velocità». Il numero uno dell’associazione ha quindi ricordato come l’Abi si sia da subito mobilitata, creando tra l’altro anche una task force con la Sace, la società della galassia di Cdp che dovrà rilasciare la nuova garanzia pubblica per le grandi imprese e per le Pmi che hanno già esaurito la loro capacità d’accesso al Fondo di garanzia gestito dal Mediocredito Centrale.
La circolare applicativa inviata dall’Abi agli associati
«Come Abi abbiamo subito lavorato al testo del decreto e inviato la circolare alle banche», ha sottolineato Patuelli facendo riferimento alla comunicazione che nei giorni scorsi è stata trasmessa agli istituti con l’obiettivo di fornire gli elementi fondamentali per applicare la norma che prevede la garanzia pubblica e consentire agli associati di avviare la valutazione delle richieste avanzate dai clienti. Nel documento, che contiene anche il pacchetto di norme licenziate dal governo, l’Abi invita infatti gli istituti a ad assicurare il « massimo impegno attuativo» sulle nuove disposizioni.
La proposta: sì all’emissione di titoli di Stato come nel 1944
Nell’intervista, il presidente dell’Abi si dice poi contrario « a ogni forma di ulteriore tassazione». Occorre pensare, è il suo ragionamento, «senza coercizione e con strumenti di incoraggiamento» a «emissioni di titoli di Stato simili a quelli che l'Italia lanciò nel 1944 per la ricostruzione». I titoli, chiarisce ancora Patuelli, sollecitato sulle diverse ipotesi di tassazioni o progetti per finanziare la ripresa, «potrebbero essere esenti da tassazione e aperti al risparmio degli italiani ma anche a quello europeo per convogliarlo verso gli investimenti produttivi».
Il presidente dell’Abi: giusto il richiamo dei magistrati, correggere il Dl
Infine, un passaggio sui richiami dei procuratori di Milano e Napoli, Francesco Greco e Giovanni Melillo, che hanno lanciato l’allarme su possibili rischi di infiltrazione della criminalità in alcuni aspetti del decreto liquidità «Condivido quell’appello - rimarca Patuelli -, la questione ha serie sfaccettature che non devono essere sottovalutate». In sede di conversione delDecreto liquidità: guida ai prestiti garantiti, ecco regole, importi e limiti di accesso decreto, conclude il presidente dell’Abi, «penso possano essere inseriti dei miglioramenti su quanto sollevato dai due procuratori come, ad esempio, la presentazione del certificato antimafia».
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