Patuelli: «Determinante l’impegno per il nuovo contratto dei bancari»
All’assemblea dell’Abi il presidente ha spiegato che «occorre aggiornare l’articolato, tutelare il potere d’acquisto dei lavoratori e favorire la contrattazione di secondo livello che comprende anche i “premi aziendali”»
di Cristina Casadei
I punti chiave
4' di lettura
«Determinante sarà l’impegno per il nuovo Contratto Nazionale di Lavoro dei Bancari, con relazioni industriali costruttive, intense e lungimiranti, maturate anche nei momenti più difficili della pandemia e nelle fasi successive, con importanti accordi nazionali e aziendali». All’Assemblea dell’Abi, nella relazione del presidente, Antonio Patuelli, il tema del lavoro emerge in vari passaggi, come quando parla di intelligenza artificiale, innovazione organizzativa e soprattutto del contratto di lavoro che è scaduto lo scorso dicembre e va rinnovato.
Tutelare il potere d’acquisto dei lavoratori
Entrando nel merito Patuelli ha spiegato che «occorre aggiornare il Contratto Nazionale, tutelare il potere d’acquisto dei lavoratori, favorire la contrattazione di secondo livello che comprende anche i “premi aziendali”». Il mondo bancario appare sempre più diversificato e concorrenziale e «sta cambiando molto rapidamente anche dopo il Contratto Nazionale del 2019 che già ha introdotto molte utili novità che hanno favorito i mutamenti e la continuità di tutte le attività bancarie anche nelle fasi più dure della pandemia», continua il presidente dell’Abi.
L’innovazione tecnologica va regolata
«Le continue novità tecnologiche, la qualità e le complessità sempre crescenti del lavoro bancario necessitano di aggiornamenti contrattuali lungimiranti e sostenibili e anche di un’attenzione continua per prevenire pressioni commerciali indebite», afferma Patuelli. Le innovazioni tecnologiche, «chiedono regole e certezza del diritto che garantiscano da abusi di ogni genere. Per l’intelligenza artificiale occorrono principi etici, trasparenza, responsabilità sociale per la sicurezza e la protezione dei dati. Necessita il controllo
umano ed etico degli algoritmi, a tutela di libertà e responsabilità».
L’agenda del rinnovo del contratto
Nell’agenda del rinnovo del contratto dei 280mila bancari adesso ci sono i risultati delle assemblee dei lavoratori sulla piattaforma sindacale che saranno resi noti a breve e poi la presentazione del documento al Comitato affari sindacali e del lavoro di Abi. Secondo quanto era emerso al ventiduesimo congresso della Fabi, un primo incontro potrebbe essere calendarizzato in luglio per presentare e spiegare le richieste ai banchieri. Passaggi formali, dove però la forma diventa anche sostanza, a maggior ragione oggi, che c’è una situazione inedita al tavolo negoziale. Rispetto al passato, la discontinuità è data dalla scelta del gruppo Intesa Sanpaolo di revocare il mandato di rappresentanza ad Abi sul contratto e di essere presente alla trattativa con la formula dell’invito permanente.
Le richieste dei sindacati
Nel documento dei sindacati sono contenute rivendicazioni a tutto campo, dalla riduzione dell’orario da 37,5 a 35 ore, al miglioramento delle tutele per lo smart working, a limiti per le attività appaltabili, fino al ripristino del calcolo pieno del Trattamento di fine rapporto. Tuttavia la parte economica assume una sua centralità, data l’entità della cifra richiesta: i sindacati hanno infatti messo sul tavolo un aumento di 435 euro per il livello medio di riferimento (3A4L, terza area, quarto livello) che proiettato sul livello più alto del quadro direttivo (4°) arriva verso gli 800 euro. L’importo tiene conto del livello dell’inflazione e di una quota di recupero della produttività. L’indice Ipca Nei, che viene considerato come riferimento per i rinnovi contrattuali e che l’Istat ha reso noto a inizio giugno, per il 2023 è previsto ancora al 6,6%. Negli anni successivi le previsioni sono di una sua discesa: al 2,9% nel 2024, al 2% nel 2025 e al 2% nel 2026. Il riferimento alla contrattazione di secondo livello e ai premi aziendali, fatto dal presidente Patuelli nella sua relazione, sembra però un messaggio abbastanza chiaro che rileva come il mondo delle banche ha una contrattazione molto articolata e diffusa e i recuperi economici avvengono a più livelli.
Per la Fabi, quella indicata da Patuelli è una valida rotta
Per il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, il presidente dell’Abi Patuelli, «ha indicato una possibile, valida rotta sulla quale incardinare il negoziato per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro dei bancari». «La ricerca del giusto equilibrio tra esigenze di carattere generale e specificità delle singole banche, assieme al riconoscimento di importanti aumenti economici, è l’obiettivo che le parti devono porsi per la trattativa sul nuovo contratto nazionale, per gestire i cambiamenti e assicurare, con lungimiranza, un futuro stabile all'industria bancaria e alle lavoratrici e ai lavoratori», aggiunge il sindacalista.
Il nuovo patto occupazionale chiesto dai sindacati
Le rivendicazioni delle 5 sigle (Fabi, First, Fisac, Uilca e Unisin) prevedono un rafforzamento chiaro dell’area contrattuale e la tutela dell’occupazione su cui, per i prossimi accordi aziendali, intendono avanzare la richiesta di un nuovo patto: e, cioè, a ogni uscita una nuova assunzione, in modo da non ridurre i perimetri occupazionali, già fortemente ridottisi nel corso degli ultimi anni, pur senza un impatto sociale e senza pesare sulle casse dello Stato, grazie all’utilizzo del Fondo di solidarietà, molto costoso ma finanziato dalle banche.
I tempi negoziali
Pur essendo l’impegno sul contratto determinante, come ha sottolineato il presidente dell’Abi Antonio Patuelli nel corso dell’assemblea, tuttavia, l’insieme delle richieste chiederà un negoziato dai tempi tutt’altro che rapidi, visto che ogni singolo punto ha un costo. Il capitolo della flessibilità potrebbe però diventare un importante punto di discussione e di sblocco, visto che per le banche è sempre più essenziale, soprattutto per l’attrattività verso i talenti tech, per il work life balance e per l’evoluzione dei servizi grazie al digitale (si pensi all'accordo di Intesa Sanpaolo). Sulla parte economica, in ogni caso, da Ca' de Sass dove lavora quasi un terzo dei bancari, è già arrivata una chiara apertura. Gli altri istituti, invece, pur con sfumature diverse, si affidano al Comitato affari sindacali e del lavoro di Abi, il cui compito sarà quello di trovare una sintesi non facile tra le istanze delle diverse banche, soprattutto quelle più piccole, e le richieste dei sindacati. Il primo incontro del Casl dei giorni scorsi, per iniziare a impostare un percorso di rinnovo, intanto, si è chiuso con un nulla di fatto.
loading...