Pc, la fine annunciata del computer desktop può attendere: mini-guida per capirci
I pc da scrivania hanno rischiato seriamente di finire nel dimenticatoio. Ecco la ricetta dei produttori per rilanciare il più antico strumento di produttività
di Gianni Rusconi
3' di lettura
La storia recente del personal computer è costellata da molti aneddoti. Alcuni anche molto curiosi. Se i portatili hanno avuto un’evoluzione «coerente» rispetto alle finalità per cui sono nati e si sono affermati come indispensabile strumento per lavorare e non solo, i pc da scrivania hanno rischiato seriamente di finire nel dimenticatoio. Colpa di tale Steve Jobs.
Quando il fondatore di Apple presentò il primo iPad della storia, il 27 gennaio 2010, furono infatti in parecchi a credere che per i pc fosse arrivata la fine. Le cose, come sappiamo, sono andate diversamente, ma tanto nei primi mesi di vita della tavoletta della Mela quanto negli anni a seguire diversi autorevoli articoli apparsi sui media americani decretavano «ufficialmente» la morte del pc. Nonostante il successo di tablet e smartphone, invece, notebook e desktop sono ancora fra noi, sono naturalmente cambiati (e molto). E si sono trasformati per essere più intuitivi e facili da utilizzare per tutte le tipologie di utenti, appassionati di gaming naturalmente compresi.
Difficile, forse impossibile, che da qui in avanti potremo assistere al lancio di un computer da tavolo rivoluzionario come lo fu all’epoca l’iMac G3 di Apple, battezzato da Jobs il 6 maggio 1998 in un evento divenuto pietra miliare per la società di Cupertino. Un pc colorato, elegante e «all in one», che cambiava l’aspetto delle scrivanie di case e uffici e cavalcava l’eccitazione di Internet (espressione usata dallo stesso Jobs) per rendere più semplice il «fare computing» navigando in Rete. Oggi l’iMac con display a tubo catodico da 15 pollici è un pezzo da museo, le sue credenziali tecniche (processore da 233 Mhz e disco rigido da 4 Gbyte) impallidiscono al cospetto dei desktop di oggi ma ha avuto il merito di aprire la strada della connettività estesa (supporto di periferiche esterne compreso) al computer da scrivania.
Costava 1.299 dollari, l’iMac, e oggi con quella cifra si può acquistare uno degli ultimi nati di casa Apple, il Mac mini con il super chip M2 Pro, un desktop in miniatura capace di gestire carichi di lavoro in precedenza impensabili in un formato così compatto. Nel mondo Windows l’offerta di macchine nella classica configurazione tower o in quella stilisticamente più ricercata degli «all in one» (gli Zen Aio di Asus, per esempio, fanno del design un punto di forza) è ovviamente più ampia e la scelta del prodotto ideale (modelli rigenerati inclusi) risponde come sempre a un mix di parametri da valutare in funzione delle proprie personali esigenze.
L’offerta delle varie Lenovo, Hp, Dell, Acer (oltre alla stessa Asus) e di altri produttori di seconda fascia è sufficientemente variegata per trovare prodotti che in grado di soddisfare i requisiti di un utente professionale, anche senza ricorrere alle macchine indirizzate al mondo gaming (notoriamente più potenti sotto il profilo hardware e di conseguenza anche molto più costose). Rispetto ai desktop del 2010, il salto in avanti in termini prestazionali è stato enorme. Le «torrette» alte anche 80 centimetri, con una Cpu a rischio di surriscaldamento e hard disk magnetico da 7.200 giri al minuto, hanno lasciato il campo a computer da tavolo in cui operano chip Intel (o Amd) e Gpu (Nvidia) di ultima o penultima generazione con velocità di svariati Ghz, dischi Ssd allo stato solido e una dotazione di memoria sufficiente per ospitare in locale diversi programmi e per archiviare documenti in abbondanza.
Applicazioni «core» come Microsoft 365 (Office) o Google Workspace risiedono invece su server remoti e occupano uno spazio relativo nella memoria del pc, mentre foto, immagini e video si possono parcheggiare nel cloud (quelli della stessa Microsoft e Google o di Apple o negli spazi messi a disposizione dei produttori di pc). La leggerezza del software, la possibilità di aggiornare i sistemi operativi (Windows in primis) periodicamente senza pesantissime installazioni e l’integrazione di funzionalità basate sull’intelligenza artificiale hanno allungato la vita ai desktop, conservandone il diritto all’esistenza al fianco dei portatili (in assoluto la prima scelta quando si tratta di acquistare un pc) e di quei tablet che avrebbero dovuto segnarne la scomparsa oltre dieci anni fa.
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