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Pechino sblocca il tech: dopo Tencent via libera al rilancio della “Uber cinese”

Didi Global potrà registrare nuovi utenti dopo uno stop di oltre 1 anno. La società ha garantito alla Cina maggior sicurezza per la tutela dei dati sensibili

di Rita Fatiguso

(REUTERS)

3' di lettura

Si sblocca anche il dossier Didi Global, il gigante cinese del trasporto urbano incappato nella trappola della gestione dei flussi di dati sensibili tanto cari al Governo di Pechino.

L’antefatto

Il casus belli era scoppiato nel 2021 proprio con il debutto da oltre 4 miliardi di dollari Usa sui listini di Wall Street. Un grande successo, tutti i grandi della finanza americana, Blackrock in testa, avevano puntato sull’azienda cinese, una sorta di risposta locale alla formula Uber (che, nel frattempo, era stata espulsa dalla Cina, la filiale cinese liquidata).

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Peccato. Perchè per le autorità di Pechino Didi global aveva violato i codici della sicurezza nazionale, così le fu inflitta una maxi-multa da 1,2 miliardi dollari nonchè il blocco di tutte le sue App.

Il titolo crollò in borsa, Didi si mise al riparo della borsa di Hong Kong, ma nel frattempo collaborava sottotraccia con le autorità per adempiere alla normativa che, intanto, si era fatta sempre più articolata: non solo la legge sulla sicurezza dei flussi di dati in uscita e sulla cybersecurity, a queste due normative si è aggiunta quella sulla privacy dei dati personali, per la Cina un vero e proprio debutto.

La svolta

Lunedì, con un messaggio pubblicato sul sito Weibo di Didi global, ecco la buona notizia. Pechino ha aperto alla registrazione di nuovi utenti, dopo un divieto durato oltre un anno che ne ha frenato la crescita. Il pericolo della dispersione dei dati sembra essere svanito, addirittura il caso Didi Global aveva rappresentato una sorta di precedente anche per le future quotazioni all’estero, tanto importante era la protezione dei dati personali.

La novità sulla piattaforma di trasporti urbani ricalca quella della scorsa settimana con la quale Guo Shuping, il capo della China banking and insurance regulatory commission (Cbirc) ha chiuso ufficialmente il dossier big Tech Alibaba, Tencent & co.

Ant Group, un tempo braccio della finanza di Alibaba è stata ammessa a raccogliere fondi sul mercato dopo un’astinenza durata due anni in cui il gigante dell’e-commerce ha dovuto mettere in pratica la separazione tra commercio elettronico e piattaforme finanziarie.

Adesso Didi Global avrà bisogno che le altre app tornino negli store nazionali per conquistare nuovi utenti, il che è naturale che avvenga, sia su Android sia su Apple, altrimenti il via libera resterebbe solo sulla carta. Didi Global ha atteso con pazienza e ha collaborato per il via libera sulle registrazioni di nuovi utenti e i download delle sue 25 app bloccate dalle autorità di Pechino, passo fondamentale per un ritorno alla normale attività.

Gli impegni

La società, in particolare, ha dichiarato che si impegna sul futuro, infatti, «adotterà misure efficaci per garantire la sicurezza della piattaforma e dei dati e per salvaguardare la sicurezza del cyberspazio nazionale». In un certo senso Didi Global dovrà fare da apripista per le future matricole all’estero, solo con un controllo puntuale dei meccanismi di protezione, in primis lo storage dei dati e la possibilità per il Governo di vigilare sui flussi sarà possibile ripartire con le quotazioni che, peraltro, dovranno essere sbloccate anche sul lato estero. Gli Usa lo scorso agosto hanno raggiunto un accordo sulla possibilità di trovare un’intesa sull’audit dei dati, che saranno tarati anche sulle regole americane. Un tira e molla che si è aggiunto all’accanimento con il quale nel periodo 2021-2022 le autorità cinesi si sono messe alle calcagna delle società tecnologiche cinesi più globalizzate.

Ciò premesso, in realtà non è più tempo di crociate tecnologiche, il 2023 della Cina è già martoriato dagli effetti dell’epidemia di Covid-19, quindi è fondamentale che le aziende di servizi concorrano, come sempre hanno fatto, alla ripresa dell’economia. L’hi-tech contribuisce sotto varie forme al 30% del Pil cinese e in questi giorni la Cina vive - nonostante il coronavirus - la vigilia del Capodanno lunare, sabato prossimo scatta la grande festa ed è questo il momento più adatto per rimettere in funzione il meccanismo dei trasporti.

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