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Pecorino più caro del parmigiano: il boom dei prezzi spinto dal 1° maggio

È l’effetto della forbice aperta ai primi del 2023 con il calo della produzione e l’aumento delle quotazioni

di Davide Madeddu

Financial Times all'attacco della cucina italiana

3' di lettura

In vista dei picnic e dei pranzi all’aperto del 1° maggio il prezzo del pecorino, formaggio tradizionalmente abbinato in questo periodo dell’anno alle fave, vola e supera persino quello dell’ancor più celebre parmigiano. È l’effetto della forbice aperta ai primi del 2023 con il calo della produzione e l’aumento delle quotazioni con conseguenze a cascata nei supermercati.

Pecorino batte parmigiano

A certificare la tendenza sono i dati Ismea: secondo l’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare il prezzo del pecorino alla produzione è arrivato la scorsa settimana a superare i 14 euro al chilo contro i 12 euro del parmigiano stagionato 24 mesi. In un anno l’aumento per il primo è stato del 30%, per il secondo si è registrato invece un calo del 2%. Al dettaglio i prezzi del formaggio di pecora sono arrivati a sfiorare anche i 30 euro al chilo, con il parmigiano che invece si attesta sui 25 euro.

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Due facce della stessa medaglia

Ma se per i consumatori il tutto suona come un rincaro, a guardare positivamente lo scenario è il mondo delle campagne con i pastori, in particolare quelli della Sardegna, che hanno dovuto fare i conti con la contrazione dei prezzi.

Latte di pecora a 2 euro

«Con il prezzo del pecorino romano Dop a 14,20 euro al chilo, sicuramente il prezzo del latte raggiungerà nel sistema delle cooperative le quotazioni di 1,90/2 euro al litro, un prezzo che riteniamo soddisfacente e dignitoso - dice Salvatore Piana, presidente del Centro studi agricoli di Sassari -. Vedere la valutazione a 14,20 euro che significa ben 3 euro al chilo superiore al parmigiano reggiano stagionato a 24 mesi, sembra quasi un sogno».

Produzioni in calo, prezzi in crescita

Piana sottolinea che «i primi dati raccolti evidenziano che quest’anno in Sardegna ci sarà un leggero calo delle produzioni di latte ovino e dai calcoli fatti si ipotizza un calo del 10/12% attestandosi sui 224 milioni di litri di latte, rispetto al 2022, mentre i prezzi alti del formaggio Pecorino Romano Dop hanno indotto tutti i caseifici a orientarsi principalmente su questa produzione, che nelle proiezioni del Csa, ha un incremento del 7% rispetto allastagione scorsa 2022, raggiungendo il quantitativo di 349.000 quintali leggermente superiore alla stagione 2021».

Aumentano latte, uova e formaggi

Quanto agli aumenti, per Assoutenti che fa riferimento ai dati Istat, la voce «latte, formaggi e uova registrano un aumento medio dei prezzi del 19,6% su base annua, equivalente ad una maggiore spesa per una famiglia di quattro persone pari a 194 euro all'anno».

La sfida della sostenibilità

Attorno al mondo del pecorino c’è poi un altro aspetto e riguarda la sostenibilità. Il Consorzio di tutela del Pecorino Romano vola dalla Sardegna sul podio d'Europa con il progetto Life Magis, Made Green in Italy. Si tratta dell'unico comparto del settore lattiero caseario ovino ad aver aderito al progetto, raccogliendo la sfida e puntando all'obiettivo della “certificazione verde” che garantisce produzioni sostenibili a vantaggio del consumatore finale. Il progetto dell'Unione Europea misura l'impronta ambientale, ovvero quanto un allevamento o un’azienda di trasformazione inquinano per poi indicare correttivi che, se seguiti correttamente, garantiranno la svolta green. Una sfida, appunto, per un settore che fattura 600 milioni di euro al consumo annuo coinvolgendo 12 mila aziende del comparto.

Obiettivo certificazione

Dopo le iniziative dei giorni scorsi, in cui sono stati illustrati i diversi aspetti legati al progetto e i risultati ottenuti, parte la seconda fase che ha come obiettivo quello della certificazione. E inizia dunque adesso la seconda fase del progetto, con l’analisi dei dati da parte del Ministero dell'Ambiente e la certificazione come risultato del lavoro delle quattro aziende che hanno aderito al progetto pilota. Certificazione che poi tutte le altre aziende, attraverso un proprio percorso, potranno ottenere.


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