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Pensioni, arriva 1 miliardo in più: mix di quote 102-103 e deroghe

Quota 100 non verrà rinnovata. Ma occorre essere graduali nell’applicazione delle nuove norme, ha assicurato il premier Mario Draghi

di Marco Rogari

Pensioni, Draghi: stop Quota 100, ma troveremo soluzioni graduali

I punti chiave

  • Modulazione nell’arco di più anni
  • Gli obiettivi posti dalla Lega
  • Il Pd e la proroga di «Opzione donna»

3' di lettura

Una transizione graduale da Quota 100 alla legge Fornero in versione integrale. È Mario Draghi in persona a ribadire da Bruxelles dopo il Consiglio Ue come il governo intende gestire il delicato capitolo pensioni della legge di bilancio, attesa la prossima settimana.

«Ho sempre detto che non condividevo Quota 100, ha una durata triennale e non verrà rinnovata», ha affermato il premier. Che ha aggiunto: «Quello che occorre fare è assicurare una gradualità nel passaggio a quello che era la normalità. L’importante è tener fisso il fatto che Quota 100 non verrà rinnovata per un triennio e allo stesso tempo, occorre essere graduali» nell’applicazione delle nuove norme. Draghi ha ribadito che entro la fine di ottobre sarà presentata la legge sulla concorrenza. E ha confermato che è in arrivo (forse già la prossima settimana) «un decreto che dovrebbe rimuovere alcuni degli impedimenti che ci sono» sul percorso tracciato per la fase attuativa del Pnrr, su cui, ha sottolineato il presidente del Consiglio, «non abbiamo nessun ritardo».

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Modulazione nell’arco di più anni

Sulle pensioni Draghi non ha fornito dettagli su quello che sarà lo schema finale per il dopo Quota 100. Uno “schema” su cui è in corso un intenso confronto tra i partiti della maggioranza e il ministero dell’Economia in un vero e proprio tourbillon di riunioni. Ancora ieri l’opzione più gettonata era quella di un susseguirsi di Quote nell’arco di tre o quattro anni. Con l’inserimento di Quota 103 tra le ”102” e ”104” proposte dal ministro Daniele Franco. Ma la Lega continua a puntare su una Quota 102 di più lunga durata, almeno due anni, possibilmente “fissa”, anche se una mediazione su Quota 103 appare possibile. Mentre al Mef e all’Inps si susseguono le simulazioni, c’è pure chi guarda, anche nel Pd, a un percorso flessibile che parta da pensionamenti con 63-64 anni, per la sola fetta contributiva del trattamento superiore a 1,2 volte l’assegno sociale, in linea con la proposta del presidente dell’Inps Tridico.

OLTRE 297.000 LAVORATORI ANCORA CON IL “RETRIBUTIVO”

Stima dei soggetti nel sistema retributivo al 31 dicembre 2020. Totale maschi:167.130 - Totale femmine: 130.190 - Totale generale: 297.320 (Fonte:Inps)

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A prescindere da quella che sarà la scelta finale, che andrà ad accompagnare l’estensione dell’Ape sociale almeno a un primo gruppo di nuove categorie di lavori gravosi, appare già certo che la dote di 1,5 miliardi per tre anni (600 milioni nel 2022) indicata dal Documento programmatico di bilancio, dovrà salire pur rispettando i ”saldi” già fissati. E le risorse, attraverso specifiche coperture, appaiono destinate a salire di almeno un miliardo nel triennio.

Gli obiettivi posti dalla Lega

Il confronto nella maggioranza andrà avanti fino all’ultimo secondo possibile. Claudio Durigon, responsabile lavoro della Lega, fa capire che il Carroccio cercherà di resistere su «una Quota 102 in forma fissa» e dalla durata di almeno 24 mesi che dovrà essere accompagnata «da deroghe mirate per alcune categorie o specifiche situazioni». Un intervento che collocherebbe a 100mila l’asticella dei nuovi pensionamenti nell’arco dei primi tre anni e che dovrebbe costare più di 1,8-2 miliardi a regime. Di poco superiore ai 2 miliardi nel triennio sarebbe anche il costo della proposta Tridico, alla quale si guarda in altre aree della maggioranza.

Il Pd e la proroga di «Opzione donna»

Il Pd punta a superare Quota 100 con un intervento strutturale, ma, come afferma la capogruppo Dem alla Camera, Debora Serracchiani, «la priorità resta quella di un ampliamento dell’Ape sociale ad altre categorie di lavori gravosi e usuranti sulla base delle indicazioni fornite dalla Commissione tecnica» istituita dal ministro del lavoro Orlando. E se queste indicazioni venissero recepite in toto per l’allargamento dell’Ape sociale il costo a regime sarebbe non superiore al miliardo. Serracchiani, con tutto il Pd (e non solo) auspica «anche la proroga di Opzione donna», su cui però frena il Mef, che potrebbe dare l’ok al rafforzamento delle risorse per la non autosufficienza chiesto sempre dai Dem. Ma le decisioni finali saranno prese soltanto all’inizio della prossima settimana.

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