Previdenza

Pensioni, come anticipare l’addio al lavoro con i contributi volontari: requisiti, tempi e costi

Le regole per autonomi e dipendenti. Il meccanismo offre l’opportunità per raggiungere i requisiti necessari per quanti hanno perso il lavoro e non trovano altra occupazione

di Aldo Forte

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6' di lettura

Ritrovarsi fuori dal circuito del lavoro e ritrovarsi in un’età tale che si è ancora giovani per la pensione e “vecchi” per trovare lavoro. Una situazione abbastanza ricorrente e la via dei versamenti volontari rappresenta, in questi contesti, l’unica via percorribile per anticipare il traguardo pensionistico, sul fronte dell’età e dei pagamenti. Vediamo di seguito - prima con questo articolo, poi con alcuni quesiti concreti - quali sono i requisiti necessari per ottenere l’autorizzazione ai versamenti volontari, in base alle diverse categorie di lavoratori.

Le regole per gli autonomi

In merito ai lavoratori autonomi iscritti all’Inps, l’autorizzazione ai versamenti volontari può essere concessa a patto che siano stati versati: per gli artigiani ed i commercianti - come nel caso in esame - cinque anni di contribuzione effettiva riferita a qualsiasi periodo oppure, in via alternativa, tre anni di contributi versati nei cinque precedenti la domanda di autorizzazione; per i coltivatori diretti, coloni e mezzadri, cinque anni di contributi in tutta la vita assicurativa, o 279 contributi giornalieri per gli uomini e 186 contributi giornalieri per le donne ed i giovani nei cinque anni precedenti la domanda di autorizzazione; per i lavoratori parasubordinati, un anno di contribuzione versato nei cinque anni precedenti la domanda di autorizzazione.

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Va ricordato, che dal 1° gennaio 2001 è possibile ottenere l’autorizzazione alla prosecuzione volontaria nella Gestione anche sulla base del requisito alternativo di cinque anni di effettiva contribuzione, introdotto dall’articolo 69, comma 10, della legge 388/2000. Il requisito contributivo necessario per l’autorizzazione, deve essere perfezionato sulla base delle sole contribuzioni versate nella gestione separata.

Le regole per i dipendenti

Per quanto concerne i lavoratori dipendenti, l’autorizzazione può essere concessa quando siano stati versati: cinque anni di contributi effettivi, riguardanti qualsiasi epoca lavorativa; oppure, in maniera alternativa al requisito precedente, tre anni di contributi nei cinque precedenti la domanda di autorizzazione ed in particolare:

- domestici, 156 contributi settimanali;
- un anno di contributi, nei cinque anni precedenti la domanda, per i soggetti che svolgono, dall’anno 1997 in poi, un lavoro a tempo parziale, tenendo presente che l’autorizzazione, a differenza degli altri casi, può essere rilasciata con il rapporto in corso e non dopo la cessazione;
- un anno di contributi, nei cinque anni precedenti la domanda, per i soggetti che svolgono lavoro dipendente in forma stagionale, temporanea e discontinua, per i periodi dopo il 31 dicembre 1996 e non coperti da contributi obbligatori o figurativi;
- in questi casi, l’autorizzazione è rilasciata con decorrenza posteriore al termine o alla sospensione del lavoro. Il rilascio dell’autorizzazione ai versamenti volontari è subordinato alla cessazione o all’interruzione del rapporto di lavoro che ha dato origine all’obbligo assicurativo.

Per i lavoratori dipendenti l’autorizzazione alla prosecuzione volontaria è concessa dal primo sabato successivo alla presentazione della domanda; per gli autonomi l’autorizzazione è concessa dal primo giorno del mese di presentazione della domanda.

Se la domanda è stata presentata prima della cessazione dell’attività lavorativa dipendente o autonoma, la decorrenza è fissata dal primo sabato successivo alla cessazione del rapporto di lavoro subordinato o dal primo giorno del mese successivo alla cancellazione dagli elenchi per gli artigiani e i commercianti.

DOMANDE&RISPOSTE

1) Somme deducibili dal marito che paga anche per la moglie

Ho iniziato a versare i contributi volontari. Per la verità, me li versa mio marito. Chiedo se possono essere detratti dal reddito da parte sua.
Chi decide di versare contributi volontari ha diritto ad una deduzione e non ad una detrazione. La detrazione prevede uno sconto sull’Irpef da pagare in base alla percentuale di sconto, la deduzione opera in maniera differente e prevede un abbattimento del reddito complessivo. Sulle spese che si portano in deduzione, quindi, non si pagherà l’Irpef relativo. I contributi volontari, sono totalmente deducibili dal reddito complessivo. Inoltre, secondo quanto previsto dall’articolo 10 del Tuir e confermato dalle circolari dell’agenzia delle Entrate, sono totalmente deducibili anche i contributi versati nell’interesse dei familiari fiscalmente a carico. Se lei non ha redditi ed è carico di suo marito, quanto pagato a titolo di contribuzione volontaria può essere interamente dedotto dal reddito del marito.

2) La cifra da versare si calcola sullo stipendio dell’ultimo anno

Ero lavoratore dipendente e sono stato licenziato, in quanto la mia azienda è entrata in crisi e non riusciva a fronteggiare i costi dei lavoratori. Vorrei capire quanto dovrei pagare, nel caso in cui decidessi di chiedere l’autorizzazione a proseguire il versamento dei contributi in maniera volontaria.
L’importo, in sintesi, si determina sulla retribuzione media percepita nell’ultimo anno di lavoro. In particolare, per i lavoratori dipendenti non agricoli, l’importo da versare viene determinato, in seguito all’abolizione delle classi di contribuzione dal decreto legislativo 184/1997, applicando l’aliquota contributiva prevista per ciascun anno, alla retribuzione media percepita nelle 52 settimane precedenti la data di presentazione della domanda. Il comma 2, dell’articolo 7, del decreto citato, ha previsto che la retribuzione minima settimanale su cui calcolare i contributi è quella determinata ai sensi dell’articolo 7, comma 1, della legge 638/1983 e successive modificazioni, cioè il 40 per cento dell’importo del trattamento minimo fissato al 1° gennaio di ogni anno.
Sulla base della variazione dell’indice Istat, per l’anno 2022: la retribuzione minima settimanale è pari a euro 210,15, essendo il trattamento minimo pari a 525,38 euro ( 40% di 525,38= 210,15). Per l’anno 2022, l’aliquota contributiva a carico dei lavoratori dipendenti non agricoli, autorizzati alla prosecuzione volontaria nel Fondo pensioni lavoratori dipendenti (Fpld) con decorrenza successiva al 31 dicembre 1995, è pari al 33%. Ad esempio, se un soggetto ha percepito 20 mila euro nell’ultimo anno di retribuzione, andrà a pagare 6.600 euro annui di volontari (33% su 20.000 euro di retribuzione), 1.650 euro a trimestre e 126,92 euro a settimana.

3) Basta un solo giorno di ritardo e l’accredito trimestrale salta

Ho versato i contributi volontari del trimestre scorso con un giorno di ritardo. Mi è stato riferito che in questo modo perderò l’accredito del trimestre e quindi lo stesso resterà scoperto. Mi sembra quasi una punizione, vorrei sapere come stanno le cose.
Purtroppo, le cose stanno proprio così, nel senso che il versamento effettuato, anche con un solo giorno di ritardo, fa perdere l’accredito del trimestre versato. Infatti, è rilevante la data di pagamento, in quanto il versamento effettuato in ritardo, provoca il mancato riconoscimento del periodo da accreditare e l’importo versato sarà rimborsato; in questo caso, l’assicurato potrà anche chiedere che il versamento venga ritenuto utile per coprire il trimestre successivo.
Per capire meglio facciamo un esempio: se per la scadenza del 30 giugno 2022, riguardante il trimestre gennaio–marzo 2022, il versamento viene effettuato il 4 luglio 2022 l’assicurato, in alternativa alla restituzione, potrà chiedere che lo stesso sia tenuto valido per il trimestre successivo, cioè aprile–giugno 2022, tenendo presente che, in ogni caso, il trimestre gennaio – marzo 2022, rimarrà scoperto da contribuzione. Il pagamento dei contributi volontari, avviene per trimestre; in particolare, le scadenze da rispettare sono le seguenti: 30 giugno, per il versamento dei contributi riguardanti il primo trimestre dell’anno, cioè gennaio, febbraio e marzo; 30 settembre, per il versamento dei contributi riguardanti il secondo trimestre dell’anno, cioè aprile, maggio e giugno; 31 dicembre, per il versamento dei contributi riguardanti il terzo trimestre dell’anno, cioè luglio, agosto e settembre; 31 marzo, per il versamento dei contributi riguardanti l’ultimo trimestre dell’anno, cioè ottobre, novembre e dicembre.

4) Contributi anche per i 6 mesi che precedono la domanda

Devo presentare la richiesta per essere autorizzato ai versamenti volontari. Chiedo, se è possibile versare i contributi anche per periodo antecedenti la richiesta, in modo da raggiungere prima il requisito per la pensione.
La risposta è positiva; infatti, è possibile effettuare i versamenti volontari per i periodi nel semestre antecedente la data di presentazione della domanda, solo se non sono già coperti da altra contribuzione. I contributi, generalmente, tranne alcune eccezioni, si versano per i periodi successivi all’autorizzazione.
Da qualche anno è data la possibilità di versare anche per i sei mesi precedenti la data della domanda; in maniera specifica, dal 12 luglio 1997, fermo restando la decorrenza dell’autorizzazione, è possibile coprire volontariamente anche i sei mesi precedenti la domanda, sempre che non esistano cause ostative, quali la presenza di contribuzione, anche figurativa, nel semestre interessato. È importante ricordare che, anche la domanda di pensione respinta, viene considerata dall’Inps come richiesta di autorizzazione ai versamenti volontari; in tal caso, se l’assicurato è in possesso dei requisiti, può ottenere l’autorizzazione alla prosecuzione volontaria.

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