Pensioni, conguaglio anticipato a dicembre per recuperare l’inflazione
3,2 miliardi per finanziare un antipasto del conguaglio delle pensioni all’inflazione, un primo stanziamento per i rinnovi contrattuali nella Pa e nuovi fondi per l’emergenza migranti
di Marco Rogari e Gianni Trovati
2' di lettura
Il Governo lavora a un «decreto anticipi» da 3,2 miliardi per finanziare nelle prossime settimane un antipasto del conguaglio delle pensioni all’inflazione, un primo stanziamento per i rinnovi contrattuali nella Pubblica amministrazione e nuovi fondi per gestire l’emergenza migranti. Gli spazi finanziari saranno resi possibili dallo scostamento che l’Esecutivo chiederà alle Camere nella relazione inviata insieme alla NaDef pubblicata ieri. L’extradeficit da autorizzare vale appunto 3,2 miliardi quest’anno, 15,7 il prossimo, quando è destinato a finanziare più di metà della manovra e 4,6 nel 2025, per un totale di nuovo disavanzo che quindi arriva a 23,5 miliardi.
La scelta, dettagliata nella relazione, è un atto di generosità interessata da parte del Governo, che per questa via anticipa un po’ di risorse per i diretti interessati ma soprattutto scarica 3,2 miliardi di spesa da un bilancio 2024 complicatissimo da far quadrare.
In gioco uno 0,8% di pensione in più
Per i pensionati, l’idea è quella di riconoscere prima di fine anno il conguaglio che serve ad allineare le pensioni 2023 all’inflazione effettiva registrata l’anno prima, e arrivata all’8,1% contro il 7,3% calcolato quando si è misurata la rivalutazione. In gioco, insomma, c’è un altro 0,8%. Proprio la corsa dei prezzi costringe il ministero dell’Economia a rivedere nuovamente al rialzo anche il totale della spesa previdenziale, che l’anno prossimo crescerà di un altro 7,3% (contro il +7,1% calcolato ad aprile) per salire di un altro 3% medio annuo nel 2025 e nel 2026, quando arriverà a 361,24 miliardi. Numeri, questi, che molto probabilmente spingeranno il Governo a stringere ulteriormente il meccanismo delle rivalutazioni degli assegni medio-alti, già tagliato lo scorso anno, nello sforzo di completare il quadro delle coperture della legge di bilancio.
Misure anche per il pubblico impiego...
Le stesse esigenze animano la misura in costruzione per il pubblico impiego. Qui l’obiettivo è quello di stanziare un primo fondo per avviare i rinnovi dei contratti, a partire dalla sanità come ribadito dal Governo nei giorni scorsi. L’impianto della misura è ancora in costruzione fra più di una difficoltà tecnica. Qui, in ogni caso, l’urgenza appare più che altro contabile, per caricare sul deficit di quest’anno, già gonfiato a dismisura dagli effetti del Superbonus, una parte di spesa che non sarebbe gestibile sui saldi del prossimo anno. Se la scelta sarà quella del fondo per i rinnovi, infatti, lo stanziamento sarà destinato a rimanere parcheggiato a lungo; perché le somme che servirebbero a coprire l’inflazione del 2022-24, anni di riferimento dei nuovi contratti da negoziare, valgono quasi 10 volte lo stanziamento del decreto, e le trattative per trovare un punto d’incontro con i sindacati su richieste più basse devono ancora cominciare.
... E per l’emergenza migranti
A completare il quadro del provvedimento saranno nuovi fondi per l’emergenza migranti, che in questi giorni sta impegnando il Governo anche in una complessa trattativa in sede comunitaria. Perché mentre si cerca un faticoso accordo con gli altri Paesi, è necessario tamponare le falle di un sistema dell’accoglienza andato in forte affanno con gli arrivi delle ultime settimane.
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