Pensioni, con le Quote 102 e 103 le uscite anticipate calano del 38%
Dall'ultima rilevazione Inps emerge che tra gennaio e marzo di quest'anno complessivamente sono stati erogati 174.610 trattamenti: il 26,22% in meno rispetto allo stesso periodo del 2022. Gli importi degli assegni percepiti dalle donne risultano mediamente più bassi del 33% rispetto rispetto a quelli degli uomini. Appena 151 richieste per Opzione donna nei primi tre mesi del 2023
di Marco Rogari
I punti chiave
2' di lettura
Tende a esaurirsi l'effetto Quota 100. Nel primo trimestre 2023 rallenta la corsa delle pensioni anticipate, che nel 2022 erano vincolate allo schema di Quota 102 sostituito quest'anno da quello di Quota 103. E quasi si azzera il ricorso a Opzione donna. E' quanto emerge dal monitoraggio dei flussi di pensionamento dell'Inps. Complessivamente tra gennaio e marzo sono stati liquidati 174.610 nuovi assegni. E una fetta inferiore al 30% (51.583) è riconducibile a forme di trattamento anticipato, con un accesso a questa via d'uscita che è risultato del 38% inferiore a quello dello stesso periodo del 2022 (83.153 assegni). Le richieste di pensionamento con Opzione donna, sulla quale è scattata la stretta introdotta dall'ultima legge di bilancio, sono state appena 151 contro le 4.185 dello scorso anno.
Nei primi tre mesi del 2023 si riduce del 26,2% la propensione al pensionamento
Dall'ultima rilevazione dell'Inps emerge che nei primi tre mesi del 2023 sono state liquidate 174.610 “nuove” pensioni, con una riduzione del 26,22% rispetto allo stesso periodo del 2022. In particolare, sono stati erogati 65.137 trattamenti di vecchiaia, 51.583assegni anticipati, 8.167 di invalidità e 49.723 “ai superstiti”.
Con Quota 102 e 103 frenata delle pensioni anticipate
La sostituzione nel 2022 di Quota 100 (uscita con 62 anni d'età e 38 di versamenti) con Quota 102 (64 anni d'età e 38 di contributi) e l'introduzione dall'inizio del 2023 di Quota 103 (62 anni d'età e 41 di contribuzione) hanno prodotto una significativa frenata delle uscite anticipate. Che, per quanto riguarda quelle con decorrenza primo triemestre 2023, rappresentano meno del 30% del totale dei trattamenti erogati dall'Inps, anche se la percentuale sale al 36% per la gestione dei lavoratori dipendenti e al 44% per quella dei dipendenti pubblici. Nel confronto con lo stesso periodo del 2022 il calo è del 38 per cento.
Le pensioni delle donne più basse del 33% di quelle degli uomini
Il monitoraggio dell'Istituto guidato da Pasquale Tridico evidenzia che nel primo scorcio del 2023 l'importo medio delle pensioni liquidate è di 1.111 euro al mese. Per gli uomini l'assegno in media “pesa” per 1.357 euro mentre per le donne si scende a 904 euro: il 33,38% in meno.
Opzione donna per poche lavoratrici
Le nuove regole restrittive, con ricadute sui requisiti e sul “bacino” interessato, previste per il 2023 dalla legge di bilancio targata Meloni hanno contribuito di fatto a chiudere, o quasi, la via d'uscita con Opzione donna. Nel primo trimestre di quest'anno i trattamenti erogati sono stati appena 151. Lo scorso anno erano stati 4.185.
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