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Pensioni, nasce l’Osservatorio per il dopo Quota 103. Obiettivo: staffetta generazionale e previdenza integrativa

Il ministro del Lavoro Calderone ha firmato il decreto che attiva il nuovo organismo tecnico che avrà il compito di monitorare l'andamento e la composizione della spesa previdenziale e di formulare proposte per la revisione del sistema pensionistico. Tra i nodi da sciogliere anche quello della separazione delle voci previdenziali da quelle assistenziali

di Marco Rogari

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3' di lettura

La nuova riforma delle pensioni non è ancora all'orizzonte. Ma il dossier sull'introduzione di nuove forme di flessibilità in uscita non è stato affatto congelato dal governo e non solo perché il 31 dicembre si esaurirà la sperimentazione di Quota 103. La conferma arriva dalla nascita dell'Osservatorio per il monitoraggio, la valutazione dell'impatto della spesa previdenziale e l'analisi delle politiche di revisione del sistema pensionistico. Che sarà composto da 14 membri, oltre al presidente. Ad attivarlo è un decreto firmato il 23 marzo scorso dal ministro del Lavoro, Marina Calderone, che già nei due round di gennaio e febbraio con i sindacati aveva manifestato l'intenzione di ripristinare in modo permanente il Nucleo di valutazione della spesa previdenziale, nato a sua tempo sulla scia della legge Dini del 1995. Il mandato, come ha sottolineato la stessa Calderone rispondendo a un Question time alla Camera a fine marzo, è di «monitorare i fattori che influenzano l'andamento del settore, consentendo una revisione sostenibile» dell'universo previdenziale. E per delineare le linee guida di questa revisione l'Osservatorio dovrà indirizzare il suo lavoro anzitutto in due direzioni: sul fonte dei pensionamenti anticipati avrà il compito di verificare l'efficacia e la sostenibilità di ulteriori forme di “staffetta generazionale”, mentre sul versante del cosiddetto “secondo pilastro” sarà chiamato a sintetizzare proposte di interventi utili al rilancio della previdenza complementare. Ma sullo sfondo resta anche l'annosa questione della separazione delle voci assistenziali da quelle previdenziali.

Il dopo Quota 103 e Quota 41

Il 31 dicembre si esaurirà l'esperienza annuale di Quota 103, la possibilità di uscire con 41 di versamenti e 62 anni d'età, che è stata introdotta dal governo Meloni per il solo 2023 dopo lo stop a Quota 102. L'Attuale esecutivo punta a introdurre Quota 41 (l'uscita con 41 anni di contributi a prescindere dall'età anagrafica), che però resta un obiettivo perseguibile nell'arco della legislatura appena cominciata. Pertanto, per il 2024 sarà probabilmente necessaria un'altra misura “ponte” in attesa che venga definito lo schema di riorganizzazione del sistema previdenziale su cui era stato avviato il confronto con le parti sociali, che però risulta al momento in “stand by”. Proprio per giungere a un riassetto dell'impalcatura pensionistica il ministro Calderone ha comunque deciso di istituire l'Osservatorio con il compito di monitorare l'andamento della spesa pensionistica e formulare adeguate proposte.

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Arriva il nuovo Osservatorio

L'Osservatorio attivato dal ministro sarà composto da 15 membri (14 più un presidente), che in parte saranno indicati dal ministero del Lavoro e per la restante fetta dal ministero dell'Economia, e avrà una fisionomia simile a quella del Nucleo di valutazione della spesa previdenziale, istituito sulla scia della riforma Dini, entrata in vigore nel 1995. Questo organismo, oltre a valutare l'impatto della spesa previdenziale, dovrà anche indicare alcune ipotesi di revisione del sistema pensionistico.

Spazio alla staffetta generazionale

Come indicato da Calderone alla Camera, l'Osservatorio dovrà prestare particolare attenzione ai sistemi di prepensionamento e ricambio generazionale, per verificare la sostenibilità di forme di anticipo pensionistico che non gravino unicamente sulla spesa pubblica ma consentano un ciclo virtuoso fra lo Stato, i datori di lavoro e i lavoratori prossimi alla pensione>>. Gli esperti nominati dal ministro del Lavoro dovranno, in particolare, «verificare l'efficacia» e «la sostenibilità di ulteriori forme di staffetta generazionale, studiando anche l'introduzione di misure rivolte specificatamente alle piccole e medie imprese con il sostegno della bilateralità». Un meccanismo quello della “staffetta generazionale” che dovrebbe poggiare anche sul ricorso alla formula “part time-pensione” per i lavoratori più anziani.

Il rilancio della previdenza integrativa

Il ministro del Lavoro ha già lasciato intendere in più di un'occasione che conta di rivitalizzare il cosiddetto “secondo pilastro”. Una priorità ribadita a Montecitorio: l'Osservatorio avrà altresì il compito di sintetizzare proposte di interventi utili al rilancio del sistema della previdenza complementare, necessario a garantire un importo complessivo dignitoso per i futuri trattamenti pensionistici calcolati con il metodo contributivo>>, ha detto Calderone.

Il nodo della separazione previdenza-assistenza

Analizzando l'andamento e la composizione della spesa previdenziale, il nuovo organismo tecnico dovrà anche pronunciarsi sull'antica questione della separazione della previdenza dall'assistenza, su cui da tempo insistono i sindacati. Lo stesso governo guarda con molta attenzione alla possibilità di separare le voci assistenziali da quelle strettamente previdenziali. Basti pensare che dall'ultima rilevazione condotta dall'Inps è emerso che il 46,5% delle pensioni liquidate dall'Istituto nel solo 2022 è inquadrabile nel capitolo assistenza e che è da considerare “assistenziale” il 22,8% dei 17,7 milioni di trattamenti pensionistici complessivamente erogati dall'ente al 1° gennaio 2023 Istituto, per un costo di 24,4 miliardi.


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