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Pensioni, scompare Quota 104. Rispunta Quota 103 con finestre 6-9 mesi. Nel 2024 niente taglio del cuneo per la tredicesima

L’ipotesi allo studio della maggioranza sul piano previdenziale: 62 anni di età e 41 di contributi ma i dipendenti privati dovrebbero aspettare 6 mesi per l’assegno e i pubblici 9 mesi. Il Mef ha inviato il disegno di legge di bilancio alla presidenza del Consiglio per consentire la trasmissione al Parlamento

Pensioni, da quota 104 ai riscatti agevolati, ecco le novità in manovra

7' di lettura

Salta Quota 104 e si torna a 103, ma con il contributivo e con un tetto all’assegno. Niente più accesso diretto del fisco ai conti correnti per i pignoramenti. Cambia l’indicizzazione delle pensioni, così come l’adeguamento per i dipendenti di enti locali e della sanità, mentre le tredicesime non avranno il taglio del cuneo. Trascorsi 11 giorni dall’approvazione in consiglio dei ministri si attende ancora il testo definitivo della manovra.

Quota 103 ma con una finestra per l’uscita che varia tra pubblico e privato: sarebbe questa, secondo quanto si apprende, l’intesa raggiunta in maggioranza sulla formula per l’uscita anticipata per la pensione. Non cambierebbero i requisiti di 62 anni di età e 41 di contributi ma, una volta raggiunti, i dipendenti privati dovrebbero aspettare 6 mesi per l’assegno e i pubblici 9 mesi.

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Il fronte previdenziale è quello in cui maggiormente si sentono le tensioni nella maggioranza per la definizione del testo definitivo della legge di bilancio. A farsi sentire la Lega che ha chiesto «uno sforzo in più»sulle pensioni.

E così Quota 104, la stretta spuntata a sorpresa durante la conferenza stampa dopo il cdm e messa nero su bianco nei comunicati di Palazzo Chigi e del Mef, sparisce nelle ultime versioni della manovra, sotto i colpi del pressing leghista. La misura lascia il posto al ritorno di Quota 103, anche se con delle limitazioni. L’accesso al pensionamento con 62 anni d’età e 41 di contributi resterà in vigore anche nel 2024, ma l’assegno sarà ricalcolato con il metodo contributivo e con un tetto massimo mensile pari a quattro volte il minimo, circa 2.250 euro. L’uscita varia inoltre tra dipendenti privati e pubblici: le finestre sono di 7 e 9 mesi secondo le ultime stesure, 6 e 9 secondo l’intesa che sarebbe stata raggiunta nella maggioranza.

Per compensare questo intervento viene modificata anche l’indicizzazione delle pensioni, con una retromarcia sugli assegni tra 4 e 5 volte il minimo (tra 2.250 e 2.800 euro), per le quali l’adeguamento torna all’85% rispetto al 90% annunciato in un primo tempo. Torna anche, sparito nelle ultime versioni, l’anticipo al 2025 dell’adeguamento alla speranza di vita, che sarebbe dovuto scattare dal 2027. Mentre per sanitari, maestri, dipendenti degli enti locali e ufficiali giudiziari che hanno iniziato a lavorare tra il 1981 e il 1995 gli adeguamenti della quota retributiva saranno più bassi.

Dopo l’intervento della premier Giorgia Meloni sparisce anche la norma sul prelievo dai conti correnti. La possibilità per il fisco di verificare direttamente le disponibilità prima di procedere col pignoramento, si trasforma in generiche «modalità telematiche di cooperazione applicativa e degli strumenti informatici» per acquisire «tutte le informazioni», prima di procedere al recupero coattivo. Nelle ultime stesure non cambia invece la norma sugli affitti brevi, con la cedolare secca che passerebbe quindi dal 21% al 26%.

Verso Quota 103 con contributivo, tetto assegno a 2.250 euro

Quota 103 dovrebbe dunque rimanere in vigore anche nel 2024, ma con dei limiti. Per chi maturerà i requisiti la pensione anticipata sarà determinata con il calcolo contributivo e «per un valore lordo mensile massimo non superiore a quattro volte il trattamento minimo previsto a legislazione vigente, per le mensilità di anticipo del pensionamento». Si tratterebbe quindi di un massimo di circa 2.250 euro considerando la pensione minima fissata dall’ Inps di poco più di 563 euro. È quanto si legge nell’ultima stesura della manovra che è ancora in fase di elaborazione.

Verso tetto 2.500 euro per anticipo pensioni contributive

Per chi è interamente nel sistema contributivo, e quindi non ha contributi versati prima del 1996, l’anticipo della pensione di tre anni rispetto all’età di vecchiaia (a 64 invece che a 67) sarà possibile solo se si è maturato un importo di pensione di almeno 3 volte l’assegno sociale (503 euro), che si riduce a 2,8 volte per le donne con un figlio e 2,6 per quelle con due o più figli. Lo indica l’ultima stesura della manovra ancora in via di elaborazione. Viene anche introdotto un tetto per il periodo di anticipo, per un valore lordo mensile massimo “non superiore a cinque volte il trattamento minimo”, ovvero pari a 2.515 euro.

Anticipo al 2025 adeguamento pensioni a speranza vita

Viene anticipato di due anni, al 2025, l’adeguamento alla speranza di vita per chi va in pensione a prescindere dall’età una volta raggiunti 42 anni e 10 mesi di contributi (41 e 10 le donne). Lo prevede l’ultima stesura della manovra ancora in via di elaborazione. La fine della sospensione dell’adeguamento alla speranza di vita, che la normativa attuale fissa al 31 dicembre 2026, viene anticipata al «31 dicembre 2024».

Nel 2024 niente taglio del cuneo per la tredicesima

Come anticipato dal Sole 24 Ore, nel 2024 si conferma il taglio del cuneo ma non sulle tredicesime. Secondo l’ultima versione della manovra ancora in via di definizione (ma la misura compare uguale in tutte le bozze circolate finora), l’esonero di 6 o 7 punti in base al reddito viene riconosciuto «senza effetti sul rateo di tredicesima». Per quest’anno invece la tredicesima di chi beneficia del taglio del cuneo gode di una decontribuzione di 2 o 3 punti (anziché 6 e 7), sempre in base al reddito, perché il rafforzamento della misura previsto con il decreto lavoro del 1 maggio non si applicava appunto alle tredicesime.

Bozza, bonus notturni e festivi anche per bar e ristoranti

Anche i lavoratori di bar e ristoranti, ovvero gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande, avranno diritto al bonus detassato pari al 15% della retribuzione lorda per notturni e festivi, inizialmente previsto per i dipendenti delle strutture turistico-alberghiere. E’ quanto si legge in una bozza aggiornata. Il bonus si applica per il primo semestre 2024 ai dipendenti con un reddito massimo di 40mila euro.

Aumento tassa d’imbarco per Comuni post-dissesto

I Comuni che abbiano terminato la procedura di dissesto finanziario potranno aumentare le tasse comunali, compresa quella per i passeggeri portuali e aeroportuali. Lo indica l’ultima stesura della manovra ancora in via di elaborazione. I Comuni capoluogo di città metropolitana che al 31 dicembre 2023 avranno terminato il periodo di risanamento quinquennale potranno istituire, con apposite delibere del Consiglio comunale, un incremento dell’addizionale comunale all’Irpef «non superiore a 0,4 punti percentuali» e «un’addizionale comunale sui diritti di imbarco portuale e aeroportuale per passeggero non superiore a 3 euro per passeggero».

Aumento tasse su vendita case con Superbonus per 10 anni

Dall’ultima versione della manovra che è ancora in fase di elaborazione, si va verso un aumento più a lungo termine delle tasse sulla vendita delle case ristrutturate con il Superbonus . Le plusvalenze sulla vendita di immobili su cui siano stati effettuati interventi con il 110% conclusi da non più di 10 anni non saranno considerati “redditi diversi”. Il 26% di tasse sarà quindi calcolato sull’intera plusvalenza e non su quella “scontata” del costo della ristrutturazione. La stretta era già prevista nella prima versione ma per 5 anni e non 10. Restano esclusi gli immobili acquisiti per successione o adibiti a prima casa. Inoltre, nella determinazione del costo del bene, non si dovrà tenere conto costo degli interventi coperti dal 110% e per i quali si sia scelto lo sconto in fattura o la cessione del credito ma stavolta solo nei primi cinque anni dai lavori. Successivamente «nella determinazione dei costi inerenti al bene si tiene conto del 50 per cento di tali spese, qualora si sia fruito dell’incentivo nella misura del 110 per cento con sconto o cessione».

Fondo per migranti scende a 190 milioni nel 2024

Si riduce di 10 milioni l’anno - passando a 190 milioni nel 2024, rispetto ai 200 milioni previsti in una prima bozza - il fondo per l’accoglienza dei migranti che va a sostegno anche dei Comuni coinvolti e dei minori non accompagnati. È quanto si legge nell’ultima stesura della manovra che è ancora in fase di elaborazione. Lo stanziamento integra le risorse previste dal decreto Anticipi per il capitolo migranti, pari a 46,859 milioni nel 2023. Nel 2025 il fondo previsto è di 290 milioni e di 190 milioni per l’anno successivo ed è nello stato di previsione del ministero dell’Interno. Inoltre, nell’ultima versione della manovra sono spariti gli aiuti all’Africa, finalizzati a sostenere interventi di cooperazione per lo sviluppo nei paesi africani. Inizialmente avevano un valore di 200 milioni di euro all’anno per il 2024, 2025 e 2026 ed erano coperti riducendo le risorse del Fondo italiano per il clima.

Manovra: Mef, trasmessa legge alla presidenza del Consiglio

Il Mef ha inviato il disegno di legge di bilancio alla presidenza del Consiglio per consentire la trasmissione al Parlamento, al termine delle operazione tecniche di rito. Il testo presentato è coerente con i principi di responsabilità e serietà annunciati dal governo nel rispetto della tutela delle fasce più deboli e della tenuta dei conti pubblici.

Meloni, manovra? siamo in dirittura di arrivo

Sulla manovra «vi sconsiglio di rincorrere le bozze, perché di bozze ce ne sono tante», ha detto la premier Giorgia Meloni rispondendo a domande dei giornalisti al termine del Consiglio europeo a Bruxelles . «Stiamo lavorando bene, in dirittura di arrivo», ha aggiunto.

«Zero emendamenti maggioranza è una buona idea»

«Non ci sono allo stato attuale problemi particolari da superare, nelle prossime ore, weekend permettendo, sarà inviata al Parlamento - ha spiegato Giorgia Meloni -. Il nostro obiettivo è di dare un segnale di compattezza anche approvandola in tempi rapidi». Sulla regola degli “zero emendamenti” in maggioranza sul testo ha ribadito: «È una buona idea perché l’elemento che qualifica la capacità della maggioranza di fare il suo lavoro è la tempistica con cui decide. Se diamo un segnale che lavoriamo velocemente, rispettando i tempi di una Repubblica parlamentare, facciamo una cosa fatta bene».

Tajani, testo in Senato lunedì o martedì

«Quello che conta è il testo definitivo, noi non vogliamo assolutamente presentare emendamenti, sono convinto che si troverà un aggiustamento entro i prossimi giorni in modo che il testo, lunedì o martedì, possa arrivare in Senato e possa essere approvato in tempi rapidi». Lo ha detto il vicepremier e segretario di Forza Italia, Antonio Tajani , a Rai News24 a proposito del confronto nella maggioranza sulla manovra.

Fazzolari,cedolare al 26% a tutela famiglie e fuori sede

«L’aumento della cedolare secca al 26% sugli affitti brevi non è per fare cassa, è fatta a tutela di famiglie e studenti universitari. Applicare la stessa cedolare del 21% a chi affitta a famiglie o studenti e a chi invece affitta legittimamente il proprio immobile in ambito turistico non ha molto senso e ha contribuito a creare, soprattutto nelle grandi città, l’enorme carenza di case a disposizione di fuorisede e famiglie». Così il sottosegretario Giovanbattista Fazzolari a proposito della norma in manovra. «È solamente una questione di buonsenso e che va incontro alle esigenze di studenti e famiglie».

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