Riforma delle pensioni: il governo verso il prolungamento di Quota 103 e l’ampliamento di Ape sociale e Opzione donna
Parti sociali e Osservatorio sulla spesa previdenziale tornano a incontrarsi. Sotto i riflettori lavori gravosi e assegni pensionistici delle lavoratrici. Verso l’estensione dell’Ape sociale e il nuovo restyling di Opzione donna. L’incognita-rivalutazioni
di Marco Rogari
I punti chiave
2' di lettura
Riparte il cantiere-pensioni alla disperata ricerca di risorse. Dopo la pausa estiva le parti sociali, a cominciare dai sindacati, tornano a confrontarsi con l’Osservatorio sul monitoraggio della spesa previdenziale, l’organismo tecnico fortemente voluto dal ministro del Lavoro, Marina Calderone. Sul tavolo sono molti i nodi da sciogliere in vista della definizione della manovra autunnale: dal prolungamento di Quota 103 anche nel 2024 e dall’ampliamento del bacino dell’Ape sociale fino al nuovo restyling di Opzione donna. Il ministero dell’Economia ha già fatto capire che la dote a disposizione del capitolo previdenza sarà tutt’altro che robusta: probabilmente non più di 1-1,5 miliardi, al netto delle risorse da destinare all’indicizzazione degli assegni pensionistici, che saranno cospicue vista l’andatura ancora sostenuta dell’inflazione.
Si riparte da lavori gravosi e tutela previdenziale delle donne
Il nuovo round tecnico (il quarto della serie di riunioni avviata all’inizio dell’estate) riparte dai lavoratori impegnati in attività gravose e usuranti e dalla tutela previdenziale delle donne. Il 18 settembre poi si dovrebbe tenere l’ultimo incontro sulla previdenza complementare. I sindacati, soprattutto Cgil e Uil, hanno più volte manifestato la loro delusione per l’atteggiamento del governo, accusato di non dare risposte e di non presentarsi al tavolo.
Per le risorse si attende la Nadef
Il principale scoglio da superare resta quello delle risorse finanziarie. La coperta della prossima legge di Bilancio è abbastanza corta, come ha più volte lasciato intendere il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. Il quadro sarà più chiaro a fine settembre quando il governo presenterà la Nota di aggiornamento al Def (Nadef): a quel punto verranno prese le decisioni definitive.
Verso il bis di Quota 103
L’impossibilità di aprire subito la strada a Quota 41, anche in forma “contributiva”, a causa dei costi di questa misura, rende molto probabile il prolungamento a tutto il 2024 di Quota 103: l’uscita anticipata con 41 anni di versamenti e 62 anni d’età. Il costo per il prossimo anno di questo intervento non dovrebbe superare i 300 milioni.
Bacino più ampio per Ape sociale e Opzione donna
I tecnici del governo stanno valutando la possibilità di prorogare anche l’Ape sociale estendendone il raggio d’azione. L’accesso all’Anticipo pensionistico dovrebbe essere garantito anche ad altre categorie di lavoratori impegnati in attività gravose, compresi, con tutta probabilità, alcuni “profili” di professionisti. Dovrebbe poi essere parzialmente allentata la stretta scattata su Opzione donna con la legge di bilancio approvata alla fine dello scorso anno dal Parlamento. Una stretta che ha ridotto a poche migliaia di lavoratrici la platea interessata a questo strumento. L’obiettivo sarebbe quello di salire ad almeno 10-15mila lavoratrici non facendo però scendere in nessun modo sotto i 60 anni l’asticella anagrafica per accedere a questa uscita anticipata con il ricalcolo contributivo dell’assegno.
Rivalutazioni a rischio nuovo taglio ma solo per gli assegni più “ricchi”
Per recuperare risorse i tecnici del governo stanno valutando la possibilità di far scattare un nuovo taglio, dopo quello già introdotto quest’anno, per la rivalutazione delle pensioni. Nel mirino ci sarebbe soprattutto le fasce degli assegni più elevati (da 5 volte il minimo in su). In ogni caso non dovrebbero essere toccate le pensioni fino a 4 volte il minino Inps (quasi 2.102 euro lordi al mese).
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