Pensioni, dallo scivolo di 5 anni alla riduzione di orario: ecco le novità del decreto lavoro
Contratti di espansione in scadenza a fine anno, prorogati altri due anni dalla bozza del decreto Lavoro per le imprese con più di 50 dipendenti
di Enzo De Fusco e Giorgio Pogliotti
I punti chiave
3' di lettura
Lo scivolo per la pensione destinato ai lavoratori fino a cinque anni dalla maturazione dei requisiti pensionistici potrà essere utilizzato fino al 2025. Il contratto di espansione, inizialmente previsto fino al 2023, è esteso di due ulteriori anni (2024 e 2025) dalla bozza del decreto Lavoro, la cui approvazione è attesa nelle prossime settimane in consiglio dei ministri. Sino al 2025 per le aziende sarà possibile avviare una procedura di consultazione per stipulare in sede governativa un contratto di espansione con il ministero del Lavoro e con le sigle sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale (o con le Rsa o Rsu).
Coinvolte imprese con oltre 50 dipendenti
Sono interessati dallo strumento i processi di reindustrializzazione e riorganizzazione delle imprese con un organico superiore a 50 unità lavorative (limite ridotto da mille a 50 unità per gli anni 2022, 2023, 2024 e 2025) che comportano, in tutto o in parte, una strutturale modifica dei processi aziendali finalizzati al progresso e allo sviluppo tecnologico dell’attività, nonché la conseguente esigenza di modificare le competenze professionali in organico mediante un loro più razionale impiego e, in ogni caso, prevedendo l’assunzione di nuove professionalità,
Per i contratti sottoscritti nel 2022 uscita fino a fine anno
La novità introdotta dal nuovo legislatore solo per quest’anno, in riferimento ai contratti di espansione stipulati entro il 31 dicembre 2022 e non ancora conclusi, è quella di poter raggiungere un accordo integrativo in sede ministeriale, finalizzato a rimodulare le cessazioni dei rapporti di lavoro, con accesso allo scivolo pensionistico entro un arco temporale di 12 mesi successivi al termine originariamente previsto per il contratto di espansione, cioè fino a fine anno. Vengono, in sostanza, azzerate le finestre di uscita. In questo caso, però, devono rimanere invariati l’impegno di spesa complessivo e il numero massimo di lavoratori ammessi allo scivolo pensionistico previsti nell'originario contratto di espansione.
I prepensionamenti a 60 mesi dalla pensione
Le nuove previsioni, per il resto, non incidono sugli altri aspetti della previsione normativa, che rimane invariata. Così, sino al 2025, sarà ancora possibile attuare i percorsi di prepensionamento per i lavoratori che si trovino a non più di sessanta mesi dalla prima decorrenza utile della pensione di vecchiaia (67 anni di età e almeno 20 anni di contributi) , o anticipata (42 anni e 10 mesi, un anno in meno per le donne), nell’ambito di accordi di non opposizione e previo esplicito consenso in forma scritta dei lavoratori interessati. Il datore di lavoro riconoscerà per tutto il periodo - fino al raggiungimento della prima decorrenza utile del trattamento pensionistico - un’indennità mensile, commisurata al trattamento pensionistico lordo maturato dal lavoratore al momento della cessazione del rapporto di lavoro, come determinato dall’Inps.
Per la pensione anticipata il datore versa anche i contributi
Qualora la prima decorrenza utile della pensione sia quella prevista per la pensione anticipata, il datore di lavoro versa anche i contributi previdenziali utili al conseguimento del diritto. Per l’intero periodo di spettanza teorica della Naspi al lavoratore, il versamento a carico del datore è ridotto di un importo equivalente e il versamento per i contributi previdenziali utili al conseguimento del diritto alla pensione anticipata è ridotto di un importo equivalente alla somma della relativa contribuzione figurativa.
Grandi imprese: un’assunzione ogni tre uscite
Per le imprese o gruppi di imprese con un organico superiore a mille unità lavorative che attuino piani di riorganizzazione o di ristrutturazione di particolare rilevanza strategica, in linea con i programmi europei che si impegnino ad effettuare almeno una assunzione per ogni tre lavoratori che abbiano prestato il consenso, la riduzione dei versamenti a carico del datore di lavoro opera per ulteriori dodici mesi, per un importo calcolato sulla base dell’ultima mensilità di spettanza teorica della prestazione Naspi al lavoratore.
La riduzione media oraria fino al 30% per gli altri lavoratori
Per i lavoratori che non si trovano nella condizione di beneficiare dello scivolo pensionistico è consentita una riduzione oraria. La riduzione media oraria non può essere superiore al 30% dell’orario giornaliero, settimanale o mensile dei lavoratori interessati al contratto di espansione. Per ciascun lavoratore, la percentuale di riduzione complessiva dell’orario di lavoro può essere concordata, ove necessario, fino al 100% nell’arco dell’intero periodo per il quale il contratto di espansione è stipulato. I nuovi limiti di spesa per l’accesso al contratto di espansione per il 2024 sono di 499,6 milioni di euro e di 541,4 milioni di euro per il 2025, con un vincolo di 374,5 milioni di euro per l’anno 2026.
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