Per il 79% dei prof il digitale è diventato strumento indispensabile per la didattica
Iniziativa di Cambridge Assessment English che, grazie all'Italian Teachers Survey, ha coinvolto 246 docenti delle scuole di primo e secondo grado
di Redazione Scuola
3' di lettura
Come è cambiata la didattica negli ultimi due anni? Quali trend hanno caratterizzato l'insegnamento durante la pandemia? E quali saranno le sfide del prossimo futuro?
A condividere una panoramica sul tema e a rispondere a queste domande è Cambridge Assessment English, ente certificatore della lingua inglese nel nostro Paese, che grazie all'Italian Teachers Survey, un sondaggio che ha coinvolto 246 docenti delle scuole italiane statali di primo e secondo grado, ha evidenziato i principali trend legati all'insegnamento e racconta come evolveranno l'apprendimento e la didattica nel prossimo futuro.
Apertura al digitale: sfida da vincere
Il passaggio al digitale è stata la vera sfida dell'anno appena trascorso e non solo per gli studenti, ma anche per i docenti, che hanno dovuto a loro volta adattarsi a nuovi metodi di insegnamento e, nel 56% dei casi, hanno dovuto approfondire le proprie competenze digitali applicate alla didattica. In particolare, la principale problematica riscontrata da maestri e professori durante il 2021 è stata il “digital divide”, che nel 58% dei casi ha portato grandi difficoltà nel rapporto con gli studenti. Il divario digitale ha influenzato soprattutto la didattica della scuola secondaria di primo grado, creando problemi al 73% delle classi; a seguire la scuola secondaria di secondo grado (54%) e la scuola primaria (43%). Secondo il 79% degli insegnanti, però, nonostante le problematiche riscontrate, non ci saranno passi indietro e difficilmente si tornerà a una situazione pre-pandemia: il digitale è ormai diventato uno strumento indispensabile per l'attività didattica ed è quindi pronto a mantenere al suo posto all'interno delle aule. Opposta l'opinione del 14% dei docenti, che ritiene che con il ritorno a una didattica totalmente in presenza l'utilizzo del digitale tornerà ai livelli pre-Covid; indeciso il 7% degli insegnanti che hanno risposto al sondaggio. Tra gli strumenti protagonisti della digitalizzazione della didattica la piattaforma Google Classroom, utilizzata dal 31% degli insegnanti, seguita da YouTube (24%), Google Forms e Google Hangouts/Meet (entrambe sfruttate dal 17% dei docenti), Google Workspace for Education (15%) e bSmart (14%). Tra gli altri strumenti utilizzati anche Kahoot, WhatsApp, Zoom e Teams.
L'importanza delle soft skills
La didattica a distanza e le nuove difficoltà nate durante la pandemia hanno evidenziato l'importanza sempre maggiore delle soft skills e delle competenze relazionali che, secondo quanto è emerso dal Teachers Survey, tra i docenti si traducono nel bisogno formativo più sentito: la necessità di estendere le proprie competenze professionali per supportare gli studenti anche dal punto di vista extra-curriculare (31%). Queste permetterebbero agli insegnanti di aiutare gli allievi a sviluppare creatività, pensiero critico, capacità di problem solving e, soprattutto, di public speaking, che secondo il 47% dei docenti sarà una delle principali sfide didattiche del 2022.
La gamification: nuova frontiera dell'apprendimento
Con l'introduzione del digitale, nelle aule italiane si è assistito anche al fenomeno della gamification, ossia l'utilizzo di giochi e piattaforme ludiche come strumenti per l'apprendimento. Tra le piattaforme più usate dagli insegnanti c'è Kahoot — che il 12% dei docenti continuerà a utilizzare anche nel prossimo futuro —, con la quale Cambridge Assessment English ha collaborato per offrire a bambini e ragazzi l'opportunità di imparare l'inglese divertendosi. Il trend, grande novità nella scuola italiana, è considerato dalla maggior parte dei docenti intervistati una delle sfide didattiche del 2022 (56%), ma secondo Cambridge Assessment English potrebbe risolvere due delle principali difficoltà incontrate dagli insegnanti nel corso del 2021: da una parte riuscire a mantenere motivati, nonostante le difficoltà, gli studenti (44%), dall'altra individuare gli stimoli più adatti alla classe (39%). «Il divertimento è una componente importante dell'apprendimento, perché aiuta i bambini e i ragazzi a sentirsi coinvolti, motivati e stimolati, attira la loro attenzione e aggiunge quel poco di leggerezza che occorre per rendere l'esperienza didattica più adatta a loro», spiega Sarah Ellis, Senior Education Services Manager (Europe) di Cambridge Assessment English. «È per questo che Cambridge offre da sempre questa opportunità a docenti e studenti. Sul nostro sito sono infatti disponibili moltissime attività di questo tipo: da Monkey Puzzles, l'applicazione dedicata ai più piccoli per imparare l'inglese insieme a una simpatica scimmietta, fino ad Activities for Children, pensata appositamente per migliorare il proprio vocabolario giocando». A queste oggi si aggiunge “Adventures in English with Cambridge”, il primo gioco educativo disponibile per l'acquisto nel Marketplace di Minecraft e realizzato dagli esperti di apprendimento delle lingue dell'Università di Cambridge in collaborazione con Minecraft e Microsoft, che offre l'opportunità di praticare e sviluppare le proprie competenze linguistiche in modo divertente, immersivo e interattivo.
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